probabilemente non conosco nel merito il "progetto" dell'osservatorio
internazionale sui processi g8, ma non si potrebbe finalizzare l'attività di
chi "osserva" su un obiettivo concreto?
ad esempio la commissione d'inchiesta?
a mio parere, uno degli elementi più interessanti è quello di comprendere
come si sia organizzato e coordinato l'ordine pubblico a genova.
attraverso i processi emergono diverse opportunità di approfondimento.
non varebbe la pena focalizzare l'impiego degli "osservatori" su questioni
che investono sia le istituzioni della "sicurezza" e al tempo stesso quelle
forze "politcihe" che hanno costruito e gestito il g8?
carlo
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Sent: Wednesday, April 26, 2006 10:12 PM
Subject: [veritagiustiziagenova] Paola Manduca: Osservatrice Internazionale
dei processi del G8
26 aprile 2006
Paola Manduca abita a genova ed e' ricercatrice all'Universita' di Genova
3 testimoni-
Uno psicologo nato in Brasile nel 1962 , il cui nome vi invierò appena
trovo i maledetti foglietti su cui l'ho scritto, che è stato preso sabato e
mandato domenica in mattinata ad Alessandria, permanenza a Bolzaneto quindi
una ventina di ore.
Botte quando li hanno fermati, una decina, ma non in gruppo , non si
conoscevano mentre camminavano per fatti loro nella mattinata, buttati giù
dal pulmino ad incontrare un signore che teneva un manganello teso in modo
che loro ci sbattessero contro con l'addome, all'arrivo a Bolzaneto.
Molestato in varii modi durante tutta la permanenza. Spinte, botte
all'inizio, non è mai andato in bagno perchè chi ci era andato aveva
mormorato agli altri di non farlo, e dall'esterno (quindi uno delle forze
dell'ordine) aveva detto attraverso la finestra di non chiedere di andarci.
Ha sentito anche altri ricevere colpi e
quando uno ha urlato basta..ha sentito picchiarlo. È stato tutte le 20 ore
tra faccia la muro, braccia e gambe larghe e in ginocchio mani sulla nuca,
con una parentesi di un oretta in cui un carabiniere ha concesso di
sedersi, poi redarguito da chi gli ha dato il cambio. Ha identificato le
divise dei presenti, con la eccezione di un paio di persone che ha visto in
viso, dal colore-forma dei pantaloni, poichè per tutto il tempo dovevano
guardare in basso. Di tarda sera era gelato, tanto che ha dovuto strapparsi
la catenina che non riusciva a togliere, quando in infermeria gli hanno
detto di levarsela. In infermeria nudo il suo accompagnatore in divisa D2
(biondo , robusto di circa 35 anni) gli ha fatto fare flessioni, la donna
bionda che forse era il medico, non lo ha nemmeno visitato. In compenso il
signore in uniforme D2, gli ha ordinato di raccogliere la imondizia che
giaceva a terra e di metterla nel cestino. Da fuori, alla finestra della
cella il ritornelli e suonerie con faccetta near, scherno..adesso per 5
anni avete finto di fare quello che vi pare.. in una occasione gas lanciato
nella cella e in un'altra a lui e quello vicino a lui hanno spruzzato
liquido urticante in faccia.
Era ridotto, a suo dire, così che avrebbe fatto qualsiasi cosa gli
ordinavano perchè era terrorizzato.
Riporta di altro fermato, che riconosce, che ha provato a chiedere perchè
erano li, quando li avrebbero rilasciati, ma non ha mai avuto risposta. Ha
riportato di scherni quando qualcuno ha chiesto acqua.
Ha raccontato come uno abbia chiesto di poter cambiare posizione nella
cella, la guardia ha detto che tutti potevano cambiare posizione(la scelta
era sempre tra faccia al muro e braccia e gambe aperte o in ginocchio mani
dietro nuca) eccetto quello che lo aveva chiesto.
Nulla di quello che aveva con se nella borsa, requisita all'arresto, gli è
mai stato reso. Quando stavano per trasferirlo una guardia , sempre braghe
D2, gli ha buttato accanto a terra la carta di identità e poi lo ha preso
per l'orecchio per fargliela raccogliere. Trasferta ad Alessandria in
cellulare ammanettaato in coppia con un altro che identifica.
Insomma l'atmosfera era di alta intimidazione con minaccie e molestie e
imposizioni che in qualche convenzione internazionale sono definite
tortura. Accompagnata da violenza fisica ripetuta anche se non molto
pronunciata (insomma pochi segni e niente
fratture). Con gli altri 2 testimoni ho invece parlato direttamente ma non
ho potuto restare ad ascoltare (erano già le 12 passate ) Micheli, di
Trieste, archeologo, trentenne. Ha avuto la fortuna di essere preso verso
le 14 di venerdi.
Però risulta "ricevuto" dopo le 15. Era con altri amici, anche loro presi,
vicino a Carignano, non conoscendo la città cercavano di raggiungere la
piazza di Attac e se la erano fatta indicare, ma non erano ancora li. Erano
passati per la piazza del raduno dei Cobas ma avevano visto arrivare un
gruppo di persone molto intenzionate a fare casino, dunque si erano detti
..andiamo da Attac, non ci sarà tensione li. I suoi compagni di viaggio si
erano fermati per una sigaretta e lui era qualche metro più avanti quando
una camionetta li ha affrontati. Li hanno picchiati in strada prima di
caricarli. A Bolzaneto però non lamenta di essere stato picchiato.
Paradossalmente gli hanno detto che lo avevano preso perchè sospetto di
avere documenti falsi, ma loro non gli hanno mai chiesto I documenti, che
ha poi dato lui per sua scelta. Comunque è stato rilasciato circa 2-3 ore
dopo
l'arrivo ne hanno rilasciato un certo numero, uno ogni 15-20 minuti. Quando
lui è arrivato c'era già un po di gente, e ragazze. Due ragazze prese con
lui sono state portate in una stanza dove ci erano già alcune alter,
separate dai maschi.
Il terzo teste era Ruggieri, Genovese. Preso mentre, alle spalle della
polizia che copriva il corteo che si stava formando, era in p.Rossetti
nella tarda mattinata di sabato, fuori dal corteo. Anche lui cosi, senza
apparente ragione. Non c'è stato il tempo di raccogliere più che qualche
commento da lui.
Nell'aula gli unici osservatori eravamo uno della digos (come mi ha detto
un avvocato) ed io, una ventina di avvocati e la giuria.
Almeno uno dei testimoni non sapeva della esistenza del comitato, forse si
potrebbero informare personalmente, ma tutti erano preoccupati che si vada
in prescrizione e sperano invece che si porti a termine il processo.
Mi pare che questa udienza sia stata abbastanza simile a quelle di cui ho
letto: situazioni di aggressione e mortificazione non giustificate contro
persone che non solo non erano state prese in nessuna fragranza di reato,
ma anche che non avevano opposto alcuna resistenza nemmeno verbale (sarà
stata la sorpresa) e che sono continuate nel tempo, almeno per il primo
fermato, con deprivazioone di sonno, di acqua e cibo e posizioni dolorose
forzate..vedi convenzioni internazionali.
Mi sembra di aver percepito che da venerdi a sabato il clima si sia
appesantito molto e la violenza dei comportamenti con esso.
Mi sembra anche che siano stati presi gli accorgimenti possibili perchè non
si potessero riconoscere le guardie. Una cosa che mi ha colpito è che il
primo testimone , richiesto più volte, dice che non ha mai riconosciuto
inflessioni dialettali nelle guardie, credo che significhi che ci facevano
attenzione loro a nel parlare, o forse il teste non ha un orecchio allenato
alle inflessioni dialettali.
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