[NuovoLab] Terzo valico, vento ribelle duemila in corteo a N…

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Auteur: antonio bruno
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À: ambiente_liguria
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Sujet: [NuovoLab] Terzo valico, vento ribelle duemila in corteo a Novi
lavoro repubblica

Famiglie e centri sociali marciano affiancati per protestare contro la
nuova linea che dovrebbe bucare l´appennino
Terzo valico, vento ribelle duemila in corteo a Novi
E arrivano i rinforzi dai no-Tav

Dalla Val Susa e dal Piemonte si accodano centinaia di manifestanti
DAL NOSTRO INVIATO


costantino malatto
SERRAVALLE SCRIVIA - «Questa non è la calata dei barbari. Non date retta a
quelli che vogliono spaventarvi per non farvi partecipare. È una
manifestazione pacifica, fatta di pari e madri di famiglia. È un corteo
contro un´opera inutile, pericolosa, dannosa». Padri e madri di famiglia al
corteo contro il Terzo Valico ce ne sono molti. E ci sono anche diverse
carrozzine con bimbi al seguito. Comitati piemontesi e genovesi sono
presenti con gruppi ben nutriti. Ma è anche una manifestazione fortemente
politicizzata, con bandiere e striscioni di Rifondazione, dei Verdi, dei
centro sociali, degli anarchici. Un "pout pourri" di convinzioni e di
esigenze diversi, ma con un unico obiettivo: dire no al progetto che
vorrebbe portare da Genova a Milano una nuova linea ferroviaria, bucando
l´Appennino con un´unica galleria dal capoluogo ligure fino a Novi Ligure.
Un paio di migliaia di persone si radunano in piazza Coppi a Serravalle nel
primissimo pomeriggio. Anzi, all´inizio sono meno, ma lungo i quattro
chilometri del percorso fino ad Arquata i partecipanti aumentano e
ingrossano il corteo. Le parole d´ordine sono quelle già sentite in altre
manifestazioni di questo tipo. A partire dalle decine e decine di cortei,
blocchi e iniziative che in Val Susa hanno bloccato la partenza del Tav
sulla linea Torino-Lione. Non a caso ci sono centinaia di manifestanti
arrivati direttamente dalla Val Susa e dalle zone circostanti: una decina
di pullman dalla valle e tre o quattro da Torino. Non parliamo di
"professionisti della protesta", perché la situazione è ben diversa e si
tratta comunque di persone che in questa battaglia esprimono profonde
convinzioni etico-politiche. Ma è un fatto che intorno alla protesta è nato
un mercatino di gadget e di oggettistica che fa da supporto all´attività
dei vari comitati, gruppi, movimenti: felpe e magliette con immagini e
scritte No-Tav, libri, pubblicazioni, immagini. «Sono solo oggetti che
aiutano la nostra lotta - spiegano i ragazzi addetti alla vendita - con un
ricarico minimo e tanta voglia di diffondere i nostri argomenti».
A differenza della Valle Susa, però, il movimento al confine
ligure-piemontese non sembra sostenuto dall´azione dei sindaci della zona.
I quali cercano piuttosto un accordo con i responsabili del Terzo Valico,
all´inseguimento di quei "pacchetti compensativi" capaci di attenuare gli
inevitabili scompensi di un´opera che a conti fatti verrò a costare più del
ponte sullo stretto di Messina. «Ma è una politica di breve respiro -
spiega Massimo Arata, sindaco di Lerma - perché i danni al territorio non
possono essere ripagati da qualche compensazione parziale». Da Rigoroso,
paesino di meno di trecento abitanti, si sono mossi molti giovani: «Per noi
il problema principale - dicono Stefania Pezzan e Carlo Porta - è quello
delle falde acquifere: acqua di alta qualità e a basso costo, che dà da
bere a Serravalle, Arquata, Novi. E che sono minacciate dalle opere del
Terzo Valico».
C´è anche Arcadio Nacini, consigliere comunale a Genova per Rifondazione:
«Sono qui come aderente al Comitato difesa Valli Voltresi - dice - questa è
una battaglia sacrosanta per impedire lo scempio del nostro entroterra».
«In Italia si devono riscrivere le priorità nel settore dei trasporti e
delle infrastrutture - commenta Stefano Lenzi, responsabile dell´Ufficio
legislativo del Wwf Italia - , superando il programma del governo
Berlusconi che prevede la realizzazione di nuove costosissime linee ad Alta
Velocità ferroviaria (tra cui la Torino-Lione e il Terzo Valico dei Giovi),
che ad oggi vengono valutate attorno ai 60 miliardi di euro, ma che in
futuro prevedono un impegno che supera i 100 miliardi di euro, mentre non
si investe sui 16.000 km della rete ordinaria, di cui solo 6 mila sono a
doppio binario».



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"Eppure il vento soffia ancora...." Pierangelo Bertoli (1942 - 2002)

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