1945 - 25 Aprile - 2006
Ieri contro il nazi-fascismo per la Liberazione dell'Italia. Oggi contro il regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista
Per l'Italia unita, rossa e socialista
Il 25 Aprile si celebra in tutta Italia il 61° anniversario della gloriosa Resistenza. In quel giorno luminoso della primavera del 1945, con l'insurrezione generale in tutte le città del Nord del Paese e la disfatta totale degli invasori nazisti e dei loro servi fascisti repubblichini, si concludeva vittoriosamente l'eroica guerra di resistenza partigiana e popolare, durata quasi due anni, per liberare l'Italia dalle sanguinarie armate di Hitler e liquidare la ventennale dittatura fascista di Mussolini.
E come è tradizione di questa fondamentale e incancellabile ricorrenza, le piazze si coloreranno di rosso, a ricordare e sottolineare il cuore rosso e popolare della Resistenza, che fu composta e animata in prevalenza da operai e contadini, e il cui nucleo centrale politico e combattente era formato dalle gloriose Brigate Garibaldi di ispirazione comunista. Una verità, questa, tutt'altro che scontata ma da difendere e tramandare con tenacia alle giovani generazioni, in tempi di revisione della storia in cui si mette in dubbio il ruolo dei partigiani nella Liberazione dell'Italia, rispetto alle operazioni militari degli Alleati, come si cerca anche di ridimensionare il ruolo dei partigiani comunisti rispetto alle altre componenti borghesi - democristiani, liberali, azionisti, ecc. - nella Resistenza.
Quando addirittura non si tenta, avvalendosi anche di "fiction" televisive, giornalisti e pennivendoli di grido - e sempre più spesso con una scandalosa convergenza tra la destra neofascista e la "sinistra" borghese - di capovolgere i verdetti della storia riabilitando i fascisti repubblichini e criminalizzando la Resistenza e i partigiani comunisti: vedi ad esempio l'istituzione della "giornata del ricordo" per i cosiddetti "martiri delle foibe" e degli "esuli giuliano-dalmati", a cui corrispondono iniziative in seno alla Ue per mettere al bando i partiti comunisti e il simbolo della falce e martello, equiparato ai simboli nazi-fascisti.
Sarà bene ricordare allora, soprattutto ai giovani a cui sono dirette queste falsificazioni della storia, l'immenso tributo di sangue versato dai partigiani italiani per la sconfitta del nazi-fascismo: 46.000 partigiani caduti e 21.000 feriti e mutilati sul solo territorio nazionale, su un totale di circa 220.000 combattenti. Altri 30.000 partigiani caduti combattendo inquadrati nei movimenti di liberazione di altri paesi. Oltre 14.000 civili caduti e quasi 5.000 feriti e mutilati per aver contribuito alla lotta di Resistenza.
Inoltre nessuno potrà mai cancellare con un colpo di spugna dalla storia il ruolo decisivo che ebbero le insurrezioni armate popolari e le Brigate partigiane nella Liberazione di gran parte del territorio nazionale e delle principali città italiane e nell'instaurazione del potere dei Comitati di Liberazione, ben prima che comparissero le colonne corazzate alleate: a cominciare dalle quattro giornate di Napoli del settembre-ottobre 1943, in cui l'eroico popolo partenopeo cacciò con le sue stesse mani le orde naziste, alla liberazione di Firenze dell'agosto 1944, fino alle insurrezioni vittoriose di Genova, Torino, Milano, Venezia, Trieste ecc. del glorioso Aprile 1945.
Quanto alla composizione di classe della Resistenza, è incontrovertibile che essa fu prevalentemente operaia, contadina e popolare. Si calcola che almeno il 30-35% dei resistenti fossero di provenienza operaia, e più o meno altrettanti i contadini, mentre gli intellettuali, i professionisti e gli studenti non superassero il 15-20%. Come del resto, sul piano politico, nettamente maggioritaria era la componente comunista, tanto che perfino gli Alleati erano costretti ad ammettere a malincuore che almeno il 35% delle forze partigiane era formato dai comunisti delle leggendarie Brigate Garibaldi. Ma secondo le Commissioni di riconoscimento il numero dei garibaldini combattenti in Italia e all'estero ammontava ad oltre il 50% di tutti i patrioti riconosciuti quali partecipanti alla guerra di Liberazione.
Portiamo dunque con orgoglio tantissime bandiere rosse in piazza il 25 Aprile, in barba a tutti i neofascisti e i falsificatori della storia che vorrebbero calunniare, distorcere e cancellare la Resistenza. Ancor meglio se bandiere rosse con la falce e martello, simbolo degli operai e dei contadini che sopportarono il peso maggiore della Resistenza e che in tanti diedero la vita per gli ideali che quella gloriosa bandiera rappresentava e rappresenterà sempre.
Questo 25 Aprile cade all'indomani di una consultazione elettorale che, sia pure di misura, ha sloggiato il neoduce Berlusconi e la destra della classe dominante borghese da Palazzo Chigi, che saranno sostituiti dall'economista democristiano Prodi e dalla "sinistra" borghese dell'Unione. Ma non per questo bisogna abbassare la guardia antifascista e illudersi che il regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista che da anni è calato, alla stessa stregua del ventennio mussoliniano, come una coltre tenebrosa sul Paese, svanisca come d'incanto. Se non saranno la classe operaia, i fautori del socialismo, gli antifascisti e tutte le masse lavoratrici, popolari e giovanili a spazzarlo via con la lotta di classe per il socialismo, esso continuerà ad esistere e rafforzarsi, perché questo è ciò che vuole e che impone la classe dominante borghese, anche se a gestire i suoi affari sarà la "sinistra" borghese al posto della screditata destra neofascista. Anche perché già sono partite le manovre tra queste due coalizioni della borghesia per spartirsi le cariche istituzionali e trovare delle "intese", più o meno larghe, per fare le "riforme" economiche, sociali, politiche e istituzionali che il capitalismo italiano, attraverso soprattutto la Confindustria, chiede a gran voce per rafforzare il suo potere e competere meglio nell'agone internazionale.
Perciò, con lo stesso spirito indomito con cui ieri i partigiani lottarono per affossare il nazi-fascismo e liberare l'Italia, bisogna lottare oggi per affossare il regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e conquistare l'Italia unita, rossa e socialista. Nell'immediato ciò significa batterci in primo luogo per la cancellazione di tutte le leggi e le controriforme dei governi Berlusconi, a cominciare dalla controriforma neofascista, presidenzialista e federalista della Costituzione nota come "devolution", che va affossata votando in massa No all'imminente referendum confermativo.
Chiediamo al governo Prodi di cancellare subito la legge della ''giornata del ricordo''.
Rispettare e far rivivere oggi lo spirito antifascista e internazionalista della Resistenza, significa anche lottare, contro ogni attendismo truffaldino e opportunista dei leader dell'Unione, per il ritiro immediato delle truppe di occupazione italiane dall'Iraq, dall'Afghanistan e dai Balcani; per vietare all'Italia di partecipare a qualsiasi guerra che non sia di difesa del proprio territorio; per l'uscita dell'Italia dalla Nato, dalla Ueo e da tutte le altre alleanze imperialiste e militari; per la chiusura delle basi Usa e Nato in Italia; per il sostegno alla giusta Resistenza del popolo iracheno agli imperialisti Usa e ai loro alleati e alla lotta del popolo palestinese contro gli occupanti imperialisti sionisti di Israele.
Viva il 25 Aprile!
Viva la gloriosa Resistenza!
Non diamo tregua al governo della "sinistra" del regime!
Ispiriamoci agli eroici
partigiani per lottare contro
il regime capitalista,
neofascista, presidenzialista
e federalista, per l'Italia
unita, rossa e socialista!
Fuori subito l'Italia dall'Iraq!
Coi maestri e il PMLI vinceremo!
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