[Lecce-sf] Fw: [noomc-it] Francia: solo la lotta paga, ma l'…

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Szerző: Rosario Gallipoli
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Címzett: forumlecce
Tárgy: [Lecce-sf] Fw: [noomc-it] Francia: solo la lotta paga, ma l'alternativa è anticapitalista [PC-ROL]

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From: www.ProgettoComunista.org
To: fori-sociali@??? ; noomc-it@???
Sent: Wednesday, April 19, 2006 12:27 AM
Subject: [noomc-it] Francia: solo la lotta paga, ma l'alternativa è anticapitalista [PC-ROL]






Progetto Comunista


RIFONDARE L'OPPOSIZIONE DEI
LAVORATORI




http://www.progettocomunista.org
indirizzi di posta elettronica: Organizzazione (amr@???);
circolare (informa@???);
redazione del giornale, abbonamenti e diffusione (redazione@???










FRANCIA: SOLO LA LOTTA PAGA, MA L´ALTERNATIVA
E´ ANTICAPITALISTA
E´ necessario continuare la lotta fino alla
caduta di Chirac e Villepin, per un governo dei lavoratori








di Fabiana Stefanoni






Due mesi di straordinarie mobilitazioni, che
hanno visto milioni di giovani studenti e lavoratori scendere in piazza contro
il Cpe, hanno piegato il governo francese. L´intensificarsi della lotta -non
solo nelle università ma anche nei luoghi di lavoro con occupazioni, scioperi
spontanei, comitati di lotta- ha costretto De Villepin ad annunciare, la mattina
del 10 aprile, il ritiro della legge sul primo impiego.





Si tratta, ovviamente, di una grande vittoria
per le nuove generazioni di sfruttati: i giovani francesi hanno detto no alla
precarizzazione del lavoro e sono riusciti, con la forza della lotta -che non ha
esitato a trasformarsi in vere e proprie barricate quando necessario- a
costringere il governo francese alla resa. E´ giusto che i giovani proletari
francesi rivendichino questo risultato come un successo.





La nuova
legge-truffa





Chirac e De Villepin hanno fatto di tutto per
evitare di ammettere la sconfitta: hanno proposto la revisione della legge (con
l´introduzione della giusta causa e la riduzione ad un anno del periodo in cui
il padrone può licenziare senza vincoli) ma la piazza non ha ceduto. Il ritiro
del Cpe è allo stesso tempo ammissione di sconfitta e timore che la protesta
possa tradursi nella messa in discussione degli equilibri di classe funzionali
ai capitalisti francesi.





Non è un caso che il Medef (la confindustria
francese) già da tempo premeva per la trattativa: il governo delle destre non ha
saputo garantire il clima migliore -la concertazione - per il "sereno"
sfruttamento della classe operaia. E se la scelta di ritirare il Cpe è frutto
dei consigli avvelenati del padronato francese, non c´è da stupirsi se il testo
di legge che sostituisce il Cpe, adottato in via definitiva dal parlamento
francese il 12 aprile, ha ben poco a che fare con le richieste dei giovani scesi
nelle piazze.





La nuova legge prevede infatti incentivi
alle imprese che assumono con un contratto a tempo indeterminato (Cdi)
giovani tra i 16 e i 25 anni con poche qualifiche e residenti in "zone urbane
sensibili". E´ evidente, tra l´altro, l´intento di rompere il fronte comune che
si è creato tra giovani delle banlieues - spesso sospinti dalle
miserrime condizioni di vita ai limiti del sottoproletariato- e gli studenti.
Soprattutto, è palese che un contentino di tal fatta, dopo due mesi di
mobilitazione permanente, suona come una presa in giro: il proletariato francese
non è certo sceso in piazza per veder trasformata la lotta in... incentivi al
padronato!





Ma i giovani francesi non demordono: nonostante
la ripresa parziale dei corsi universitari e delle lezioni nelle scuole
superiori, nei giorni scorsi, anche dopo l´annuncio della resa da parte di
Villepin, più della metà delle università restava in stato di agitazione (ora
ovviamente la pausa pasquale ha frenato la protesta). Non solo: molte assemblee
studentesche hanno votato contro il ritorno sui banchi, fatto tanto più
significativo se si considera che nel corso dell´ultima riunione del
coordinamento nazionale degli studenti vari rappresentanti di realtà
studentesche in lotta hanno proposto "lo sciopero generale fino alla
rivoluzione".





Continuons le combat!






L´introduzione del dispositivo che prevede
incentivi alle imprese non fa solo il gioco del Medef e del governo francese:
anche la sinistra liberista, Ps in testa, è ben lieta del risultato raggiunto,
non solo perché mira ad incassare la sconfitta della destra in vista delle
elezioni, ma soprattutto perché la radicalità della piazza spaventa chi a
sinistra vigila sugli stessi interessi padronali. La lezione di questi mesi per
il Ps si può riassumere in una sola parola: concertazione. Non c´è da stupirsi
se un autorevole dirigente del Ps, Bernard Kouchener, già ministro della sanità,
affermi che "bisognerebbe prendere esempio dall´estero, dalla sinistra di
governo italiana" (sic!).





Non sono meno gravi le responsabilità della
sinistra politica e sociale francese, comprese le sue ali estreme. Se dopo una
dura lotta il nemico è steso al suolo non è certo il caso di attendere in
silenzio finché si rialzi: pare stiano facendo proprio questo Pcf, Lcr e Lo. A
parte la soddisfazione per il risultato ottenuto e la richiesta di ritiro anche
del Cne e di alcune misure di apprendistato, nessuna voce si leva per dirigere
le masse giovanili -che hanno dimostrato una grande disponibilità alla lotta-
all´affondo finale. Non è forse ora il momento per riorganizzare la protesta e
chiedere le dimissioni di Villepin, Chirac e Sarkozy?





Se l´extrême gauche sonnecchia, le
burocrazie sindacali (Cgt e Cfdt in testa) sono lì pronte a tendere la mano al
nemico che si accascia. La Cgt incassa il risultato e invita i giovani a tornare
sui banchi, "suggerendo" al governo di continuare la sua opera e fare lo stesso
col Cne, l´apprendistato a 14 anni e il lavoro notturno a 16. Finalmente, paiono
dire Cgt e Cfdt, d´ora in poi la precarietà non sarà semplicemente imposta ma
anche discussa con la società civile e l´opinione pubblica; ciò che
serve per buttarci alle spalle questi brutti mesi è, a detta di Le Duigou della
Cgt, ritrovare la "democrazia partecipata". Detta in altri termini, la Cgt,
spaventata dal carattere travolgente della protesta, conta di poter tirare un
sospiro di sollievo e di riportare le rivendicazioni sul terreno concertativo, a
essa più congeniale.





Ciò che manca in Francia è una direzione
consapevolmente rivoluzionaria che sappia costruire nelle lotte l´unico sbocco
possibile: l´alternativa anticapitalistica.


Queste straordinarie settimane di lotta
-che non possono placarsi con facilità- ci insegnano che non esistono, nel
capitalismo, riposte possibili agli attacchi al "costo del lavoro", tanto più in
un frangente in cui non si danno, per la classi dominanti, spazi di riformismo.
Compito dei lavoratori e dei giovani francesi è allora quello di costruire un
partito rivoluzionario che sappia portare avanti la lotta fino al ritiro di
tutte le leggi precarizzanti e all´assunzione a tempo indeterminato di tutti i
precari, nel quadro di un programma che offra una risposta operaia alla crisi
capitalistica; che miri a cacciare il governo borghese attraverso uno sciopero a
oltranza e a costituire un governo dei lavoratori per i lavoratori.





















22 aprile: costruiamo un nuovo partito comunista per garantire l'opposizione di classe




sul nostro sito web www.progettocomunista.org
trovate i recapiti e le
indicazioni per venire a Roma in pullman o con viaggi collettivi in auto e in
treno



Per informazioni:


Roberto Angiuoni 347 85
09 212














E' uscito il
numero 2 (aprile 2006)

della nuova serie di
Progetto Comunista










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per un anno al giornale o per richiedere più copie per la diffusione nella
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Stefanoni, Enrica Franco, Ruggero Mantovani, Leonardo Spinedi, Valerio Torre) a
questo indirizzo e-mail:

redazione@???


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per rifondare l'opposizione dei lavoratori a tutti i governi della borghesia,

per costruire nelle lotte
l'alternativa operaia e
socialista















L'appello di



Progetto Comunista



RIFONDARE L'OPPOSIZIONE DEI LAVORATORI







in formato pdf



http://www.progettocomunista.pc.it/images/stories/articoli/appello%20per%20una%20vera%20rifondazione%20comunista.pdf







Nessun sostegno, politico o elettorale, al governo dell'Unione (e dei banchieri)



RIFONDIAMO L'OPPOSIZIONE DI CLASSE



Appello per una vera rifondazione comunista







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