comincia il viaggio della carovana in Palestina
lunedi' 18 aprile 2006
La carovana sport sotto lassedio sbarca allaeroporto di Tel Aviv la
mattina presto subito sorgono alcuni problemi per lingresso di alcuni
compagni/e che sono stati trattenuti per circa 2 ore. La carovana, composta
da circa 60 persone, provenienti da Roma, Milano, Livorno, Pisa, Monza,
Bergamo, Laveno si è ritrovata al centro culturale Il Fenicottero,
allinterno delle mura della città vecchia di Gerusalemme. Questo centro
culturale fu costruito agli inizi degli anni novanta con lo scopo di
contrastare lespandersi dei coloni e dei possedimenti israeliani che
tendono tuttora ad accaparrarsi qualsiasi spazio libero e soprattutto
palestinese della città di Gerusalemme. La presenza di gruppi internazionali
è quindi molto importante proprio per garantire lesistenza e la continuità
nelle attività del centro stesso. La città vecchia di Gerusalemme appare
come una città particolarissima, attraversata da tantissime persone di
differenti religioni: donne velate, uomini con copricapi musulmani, e gruppi
di ebrei ortodossi, chiaramente identificabili, scortati da numerosi
energumeni armati fino ai denti, con atteggiamento prepotente ed aggressivo.
Non riusciamo ad arrivare alla spianata delle Moschee, ad ogni porta di
accesso i militari israeliani ci rinviano alla porta successiva. Al decimo
tentativo, dopo aver attraversato laffollatissimo suq, ci sentiamo presi in
giro e, delusi, torniamo al centro sportivo.
Dopo le presentazioni, le interviste e la conferenza stampa rilasciata ad Al
Jazeera, dopo delle simpatiche ma intense partitelle a pallone con i bambini
palestinesi, la carovana si è divisa nei tre gruppi: uno diretto a Gaza, uno
vicino Nablus e uno a Deheishe. Nonostante il consiglio del Console italiano
di rinunciare ad andare a Nablus a causa di operazioni di guerra israeliane
in corso, e le perplessità sulla difficile situazione di Gaza (ormai sotto
lartiglieria pesante da due settimane), la carovana è partita verso le
varie destinazioni, con lentusiasmo di lanciare un segnale importante di
socialità, di denuncia e di dissenso rispetto a tutto ciò che continua ad
accadere nei territori occupati.
Nonostante lattentato kamikaze avvenuto a Tel Aviv tutti e tre i gruppi
riescono, anche se con qualche difficoltà a Gaza, a superare i vari check
point ed a raggiungere le loro destinazioni. Da Gaza ci arrivano notizie
emozionanti: dopo due ore nel check point alluscita laccoglienza è
numerosa, nonostante lattesa sia sotto il fuoco dei tanks israeliani. Lungo
il percorso per raggiungere Jabalia lo scenario è quello della devastazione
e dellemergenza umanitaria.
Da nord ci raccontano di interessanti incontri, tanto che dicono che
avrebbero potuto scrivere due pagine di report, ma non cè possibilità di
comunicazione via internet (appena ci arrivano maggiori informazioni faremo
sapere). La situazione lì è tesa, il sedicenne attentatore di Tel Aviv
proveniva proprio da Jenin, per cui ci aspettiamo pesanti ripercussioni e
rappresaglie.
Chi vi scrive si trova allIBDAA Cultural Center del campo profughi di
Deheishe, Betlemme: nato come centro daggregazione per i ragazzi del campo
ha creato nei suoi dieci anni di storia un asilo nido, squadre di calcio,
basket, gruppi teatrali, danza, biblioteca e attività per le donne,
diventando così uno dei luoghi più frequentati anche dai visitatori
stranieri nei territori occupati.
Nel pomeriggio la squadra giovanile del centro di Ibdaa è andata a giocare
unimportante partita in un campo a una ventina di minuti di distanza: si
sale al volo sul un pulmino affollatissimo e si parte Sistemati su
improvvisati spalti ci si avvicinano tanti bambini che si dimostrano molto
socievoli e curiosi anche troppo, alla fine eravamo accerchiati!!
Incassata la vittoria si torna al centro!
Domani il calcio dinizio, partono i tornei.
Vi sapremo raccontare.
Con la Palestina nel cuore.