[biodiversita] Petizione on line - Salva i semi contadini
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Date: Tue, 11 Apr 2006 15:59:40 +0200
From: alberto <biodiversita@???>
Cari amici,
Potrete ascoltare domani mattina alle ore 8.30 una trasmissione sulla
radio on line di
www.lifegate.it sull'iniziativa presa dalla nostra
associazione, tramite il proprio sito
www.biodiversita.info, di
iniziare a raccogliere firme virtuali, e reali, per sostenere la
creazione delle condizioni per rendere legale lo scambio di semi
contadini, antichi e del territorio.
Perche' lo scambio di semi sia attualmente illegale in Italia
lo potete leggere da questo articolo che riporto qui sotto.
In questa newsletter, inviata a tutti gli utenti del sito, ai soci e
agli iscritti alla newsletter, vi chiedo di firmare questa petizione
in massa dando cosi un segnale forte che tanta gente non e' d'accordo
con quelle normative che rendono difficile la salvaguardia del nostro
patrimonio di varieta' contadine. Siete migliaia a ricevere questa
email, fatela girare anche ai vostri indirizzari e partecipiamo tutti
a questo azione. Un minuto del tuo tempo puo' essere un formidabile
aiuto a cambiare in meglio il nostro mondo. Io spero che sia tramite
il sito, sia tramite tramite l'associazione vi abbiamo lasciato
qualche messaggio utile e di speranza nei dieci anni di esistenza. Ora
vi chiediamo in cambio di fare una piccola cosa, non per noi, ma per
la liberta' di seminare e per la liberazione dei semi contadini, per
evitare questa distruzione che segnaliamo da anni. Vi prego quindi di
venire a firmare la petizione al piu' presto.
Ricordatevi che se i semi contadini potessero firmare avremmo gia'
tante adesioni. Usate voi, al posto loro, la tastiera o la penna.
Tanti saluti a tutti
Alberto Olivucci (presidente di Civilta' Contadina)
VAI ALLA PETIZIONE
http://www.biodiversita.info/modules/xfguestbook/richiesta.php
Petizione per la salvaguardia della biodiversita' rurale
Salviamo i Semi Contadini
Primo anello della catena alimentare
Perche' non ci puo' essere diritto di scambio di semi e piante fra
contadini? Perche' i contadini devono scambiarsi tra di loro
illegalmente le varieta' del loro territorio o della loro tradizione,
quelle che loro stessi si tramandano e sanno autoriprodursi, quelle
che a volte fanno a meno dei pesticidi e resistono meglio alle avverse
condizioni ambientali a causa della legislazione che lo proibisce?
La regolamentazione del movimento dei semi che si applica in Italia,
la stessa per tutte le nazioni europee, mette praticamente fuorilegge
ogni seme non iscritto ai registri delle varieta' ammesse alla vendita
istituiti fin dal 1970. Ma con il passare degli anni dalla istituzione
di questi registri, le leggi sono gradualmente diventate piu'
restrittive al punto da non permettere nemmeno lo scambio gratuito di
semi fra produttori.
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 9 maggio 2001
rende in effetti impossibile ogni cessione o movimento di semi non
registrati; mentre il trattato UPOV91 intacca il diritto di risemina
dell'agricoltore, ovvero il privilegio che l'azienda agricola ha di
riseminare traendo seme da una parte dei propri raccolti. D'altra
parte, con l'introduzione in coltivazione delle varieta' OGM si apre
il rischio della impollinazione spontanea da parte di queste sulle
varieta' contadine che a quel punto, ibridandosi con le varieta' ogm
che sono brevettate, diventerebbero automaticamente di proprieta'
della ditta sementiera che detiene il brevetto e quindi i loro semi
non potrebbero essere piu' riseminati. Intanto, le varieta' di
pubblico dominio, ovvero quelle che sono frutto di selezioni fatte
piu' di trentacinque anni fa e che non pagano royalties a nessuno
perche' sono patrimonio collettivo in quanto antiche varieta', vanno
gradualmente a perdersi, cancellate dai registri europe e sono
destinate alla probabile estinzione e a essere completamente
sostituite da ibridi F1, i cui semi non si possono riseminare se non
penalizzando fortemente la possibilita' di raccolto. Oggi, oltre il
90% delle sementi delle varieta' commerciali di cetrioli, cocomeri,
pomodori, melanzane, zucchine, meloni e peperoni sono ibridi e meno
del 3% sono le varieta' piu' vecchie di trentacinque anni.
In alcune nazioni europee si e' riconosciuta l'esistenza e la
possibilita' di vendita di alcune varieta' storiche, recependo una
parte della direttiva CEE su cui si fonda il gia' citato DPR 322/2001,
tuttavia e' stata proibita la vendita dei prodotti di quelle varieta'
e sono state destinate al solo uso personale. Inoltre si e' chiesto
una tassa annuale di registrazione che penalizza i piccoli produttori
e distributori di sementi. In Italia non e' stata fatta neppure questa
applicazione, esponendo il nostro ricco patrimonio storico varietale
di semi alla biopirateria e alla copiatura.
Inoltre le varieta' moderne, sia ortive sia agrarie, sono
commercializzate con l'unico scopo di favorire una agricoltura
industriale e la grande distribuzione organizzata. Gli ortaggi devono
essere capaci di superare raccolte meccaniche, imballaggi
meccanizzati, lunghi viaggi refrigerati. Devono avere una maturazione
uniforme per favorire la raccolta simultanea, dipendono dalla chimica
sia per le concimazioni sia per i trattamenti fitosantari. Devono
avere un bell'aspetto ma spesso mancano di un buon sapore. Non sono
certo adatti per gli orti familiari e per la vendita diretta di
prodotti in fattoria.
Purtroppo questo avanzare di varieta' sempre piu' tecnologiche sembra
inarrestabile, ma cio' non ha nulla a che vedere con la possibilita'
di far circolare ancora, e con una certa liberta', le varieta' locali
e tradizionali. Perche' autorizzare OGM e ibridi e allo stesso tempo
ostacolare in tutti i modi la libera circolazione di semi non
registrati? Dobbiamo intuire che la volonta' del legislatore sia
quella di eliminare ogni possibile alternativa all'industria della
genetica alimentare e alle sue sementi?
Un ritorno alla biodiversita' rurale nei campi invece e' auspicabile,
non solo per un recupero di sapori e aromi di cui le modernita' sono
povere, ma anche di colori e forme che rendono piacevole mangiare e
per favorire il movimento del cibo locale, ovvero della vendita
diretta di prodotti di fattoria. L'assurdo e' invece che anche un
semplice seme di pomodoro, come anche di insalata o di qualsiasi altro
ortaggio comune, tradizionale e contadino, solo perche' non
registrato, diventa un seme proibito. La iscrizione nei registri di
una varieta' e' una pratica amministrativa lunga e costosa,
inaccessibile agli agricoltori, una via impraticabile per le varieta'
contadine. e' quindi urgente togliere queste regolamentazioni e
lasciare piena liberta' di scambio e diffusione gratuita delle
varieta' storiche italiane:
- per preservare la biodiversita' rurale
- per una agricoltura ricca e variegata
- per il diritto alla alimentazione libera e sana
- per riconoscere il valore della nostra civilta' contadina
Noi chiediamo:
1) l'applicazione della direttiva CEE (98/95) finora disattesa dai
governi e la creazione di una lista nazionale che raccolga le varieta'
locali o dei territori o contadine;
2) l'iscrizione libera e gratuita su questa lista per le varieta' di
coloro che conservano, selezionano e diffondono questa biodiversita'
3) che i criteri di iscrizione siano adattati alle particolarita' di
queste varieta' locali, spesso non uniformi o stabili come quelle
selezionate
4) uno spazio di liberta' totale per scambi liberi di piante e sementi
contadine (in quantita' corrispondenti ai bisogni di una piccola
fattoria), nel rispetto delle precauzioni fitosanitarie essenziali.
Partecipa alla petizione lasciando la tua firma
Questa petizione e' organizzata da Civilta' Contadina ed e' sostenuta
anche da:
GRTA onlus (Cesena)
Consorzio della Quarantina (Genova)
VAI ALLA PETIZIONE
http://www.biodiversita.info/modules/xfguestbook/richiesta.php
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