Contatti sonori
L'associazione politico-culturale "Biblioteca di Sarajevo" è lieta di invitarti alla propria festa di tesseramento "Contatti sonori". Nel corso della serata verrà proiettato il film "Quando c'era Silvio" di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio distribuito dalla rivista Diario. A seguire la presentazione di Triciu il nuovo disco dei Mascarimirì e lo showcase.L'appuntamento è:
Domenica 2 Aprile ore 21.00
Ex cinema Oriente
via Roma - Maglie (LE)
Ingresso libero. In allegato locandina e recensione disco.
TRICIU recensione
Lu TRÍCIU è il quartiere di Muro Leccese (LE) dove nel 1994 nasceva un movimento spontaneo legato alla musica tradizionale salentina che, guidato dal fotografo e videoclipper Fernando Bevilacqua, raccoglieva una decina di ragazzacci pronti a "occupare" le feste tradizionali, le associazioni culturali e qualsiasi altro luogo in cui si sentiva battere un tamburello. Erano gli anni delle prime feste nelle curti, luoghi-simbolo della cultura contadina del Sud Italia. Mitici ed indimenticabili gli incontri nella Curte te lu Dunatu ("Curte Farricci"), dove la maggior parte dei cantori tradizionali salentini e i "nuovi arrivati" si davano appuntamento, dando vita a vere feste tradizionali in cui la spontaneità regnava e vivo era il rapporto tra vecchio e nuovo, tra sacro e profano. Tanti, anche, i personaggi della nascente scena reggae salentina presenti: ricordo, infatti, le improvvisazioni dei Sud Sound System sui tamburelli di "TERRA DE MENZU". Era questo il nome del gruppo che in quegli anni si formò e che accolse tanti "personaggi" che da quel magico periodo hanno attinto il loro essere salentini. Alcuni come me hanno fatto di questa esperienza il lavoro e la propria scelta di vita, altri si dividono, tutt'oggi, tra un lavoro e alcune performance musicali: Carlo "Canaglia" De Pascali, Cosimo Giagnotti, Carlo "Calabrese" De Pascali e tanti altri che ogni tanto amano ancora lasciarsi andare con qualche sporadica esibizione: Stefano "Puccia" Corrado, Tommaso Cancelli, Maurizio Circhetta, Dario Patera .
TRÍCIU è Luogo di tradizione, non solo musicale ma, soprattutto, storico-artistica. In questo quartiere, infatti, "resistono" ancora oggi i segni della Storia millenaria. Il Menhir Trice che affonda le sue radici nei tempi più remoti e la "Chiesetta" di Santa Marina (IX-XI sec.), una delle più antiche in Terra d'Otranto e una delle più importanti del Mediterraneo, perché conserva il più antico ciclo di affreschi sulla vita di S. Nicola, vescovo di Mira (Licia, Asia Minore, Turchia). Le stesse pietre con la quale parte della Chiesa è stata realizzata sono dei "monumenti", che affondano nella storia ancor più antica, perché sono dei blocchi presi dalla vicina cinta muraria messapica che proteggeva Muro. Molte delle case contadine, delle masserie, dei luoghi della cultura popolare, però, con gli anni, sono andati distrutti o "adattati" al nuovo Tempo: basti pensare al Menhir Trice, spostato dopo secoli, per dare spazio alla nuova strada asfaltata. Un esempio di violenza verso l'Arte, degradata a corollario della Modernità. Per fortuna certe cose ritornano e quei "ragazzacci", figli della scena rock italiana più estrema (erano gli anni dei Litfiba e dei Cccp, per citarne alcuni), risvegliano, in qualche modo, una "coscienza tradizionalista" (se si può definire così), che li fa "scavare" nel luogo dove il Menhir era stato sotterrato per riaffiorare il proprio spazio e il proprio tempo: scavare nella nostra identità salentina e svelare le radici musicali della nostra cultura. La scena rock italiana dava spazio alla musica tradizionale salentina, alla nostra musica.
Così nascono i MASCARIMIRÌ che, dopo vari lavori, giungono a questo disco: pensarlo sui "luoghi forti" del Salento è stata, un po', la nostra nuova sfida; così come fare una nuova musica tradizionale usando il linguaggio della musica tradizionale salentina è la nostra idea musicale. Musica tradizionale a cui appartengo, grazie alla mia famiglia, depositaria della tradizione. Per questo ringrazio Carmela Rinaldi che, dopo LU PECURARU (brano contenuto nel precedente cd dei Mascarimirì, FESTA), mi ha donato un nuovo testo: FONTANA NOVA, un brano d'amore ri-arrangiato in chiave punk-tarantolata. E poi tutti gli altri brani che compongono questo lavoro: da BADISCO, o meglio, Porto Badisco, - altro luogo forte di questa terra, località marittima salentina famosa, suo malgrado, per i buonissimi ricci di mare e quasi ignorata per il suo più importante tesoro: la Grotta dei Cervi, in cui compare una delle forme più antiche di scrittura dell'era umana- a brani come SULE e TRAINANTE che raccontano due facce del Salento: il dramma dei clandestini, nel primo, e il cambiamento nel tempo dell'emigrazione salentina, nel secondo, ispirato alla diceria popolare: "Picca pane picca vino picca zappa allu martino", testimonianza di una scelta di molte famiglie meridionali di non partire per il Nord pur di dover "stringere la cinghia" per rimanere qui. Tanti nuovi brani pensati in chiave punk-dub-tarantolata (è questa, in qualche modo, l'espressione che amo utilizzare per definire il nuovo suono dei Mascarimirì, in cui la voce tradizionale di Cosimo Giagnotti s'incontra e si scontra con le sonorità contemporanee) e tante nuove pizziche: PIZZICA VANNICIATA, il cui testo è il frutto di una ricerca sul campo (ne ritroviamo testimonianza nel cd SALENTO prodotto dai Mascarimirì nel maggio 2003, dove insieme all'amico Totu "Pizzicarello" si collaborò alla ricerca di nuove canzoni e soprattutto di nuovi testi sulla tradizione musicale salentina). PIZZICA RAÏ, in cui il ritmo del tambureddhu salentino si incontra con il suono del POP RAÏ. PIZZICA D'AMORE per usare, un po', lo stesso linguaggio delle più belle pizziche tradizionali dedicate alle storie d'amore e per scrivere una nuova favola su quella che può essere una storia d'amore impossibile. PIZZICA DE BANDA, un omaggio ad un'altra grande tradizione musicale che in Puglia e, soprattutto, nel Salento è molto viva: la Banda. Basti pensare che a Muro Leccese sono attivi più di cento musicisti che suonano nelle bande regionali, alcuni dei quali molto giovani, come lo stesso Alberto Stefanizzi, batterista dei Mascarimirì che ama alternare al lavoro con il gruppo, la passione di suonare il rullante nelle processioni e nelle feste patronali: anche questa è tradizione. Per finire TRICIU, brano pensato tra il tempo della pizzica salentina e il raggamuffin, linguaggio molto diffuso tra i giovani: per parlare ai giovani stessi di questo luogo troppo importante per il Salento che, però con il passare degli anni, vedo trasformarsi nella loro mentalità, non cosciente del luogo in cui, come accade, vanno a pisciare la sera o a parlare di stupide partite di calcio (lo faccio anch'io). Vorrei -e forse è un sogno- alzarmi una mattina e vedere la chiesetta di Santa Marina finalmente libera da fili di energia elettrica e cartelli stradali di tutti i tipi. Vorrei che si ritorni a giocare e a suonare fino a sera tardi o a discutere di cose serie, più coscienti delle fortune archeologiche e culturali che ci circondano, per non giungere a dover "sotterrare" un altro Menhir per poter comprendere quanto questo luogo sia importante.
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