Re: [Cm-roma] [Fwd: [gas] Una città senza semafori]

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Author: viviciclica
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To: Prepariamoci a invadere Roma
Subject: Re: [Cm-roma] [Fwd: [gas] Una città senza semafori]
c'è stato anche un articolo su quark al riguardo...
diceva pure che si pensava di togliere il gradino dei marciapiedi, nel senso che marciapiede e strada sarebbero stati allo stesso livello...

io sinceramente non sono molto convinta..
mi piace un sacco come idea e non metto in dubbio i risultati oggettivi..
ma dico pure che stiamo parlando DELL'OLANDA....
un tipo di nostra conoscenza ha comprato una sdraio con le ruote da quelle parti...o sbaglio?
voglio dire è un altro pianeta..

oltretutto si parla anche di dimensioni diverse di centro abitato...
di numero di vetture..
di numero di vetture in rapporto alla popolazione..
di numero di vetture in rapporto alla superficie..
insomma tutte ste pippe qua
insomma ve l'immaginate A ROMA?!?

sinceramente riesco solo a pensarlo come incentivo a lasciare la macchina nel garage...nel senso che gli complica la vita...

a dopo
viviciclica

Luigi Pirelli <l.pirelli@???> ha scritto:
+o- la stessa dinamica dell'atuogestione del controllo che si attua con le
rotatorie...

Baci ginetto
***********************

Date: Thu, 30 Mar 2006 23:52:46 +0200
From: magius

Un ingegnere civile olandese ha scoperto che il modo migliore per
"regolare" il traffico urbano è togliere ogni regola! Niente semafori,
striscie pedonali, cartelli...e ci sono meno incidenti. E' la teoria
dello "spazio condiviso".


(Trad: Ilda Migliorino, da "Le Monde Libertaire").

Dei semafori ce ne fottiamo
noi lo stato non vogliamo!

La rima è incantevole. Eppure, i semafori, le linee gialle, i pannelli
blu, l'arsenale del codice della strada, non è forse un vecchio
argomento che si oppone all'anarchismo? Se questi obblighi non
esistessero, l'ecatombe, già intollerabile, non diventerebbe
inimmaginabile? Non è forse l'incremento della repressione, degli
obblighi che portano ad una diminuzione del massacro?
L'argomento ci "ingorga" e in genere ne usciamo fuori attaccando gli
altri vizi dell'automobile. Ma ecco che un olandese, probabilmente non
anarchico per un pelo, compie l'inimmaginabile. Hans Monderman,
ingegnere civile, costruiva autostrade negli anni 1970. Si contano
pochi rivoluzionari tra i costruttori di autostrade. Il governo
olandese lo incaricò di studiare il modo per far diminuire gli
incidenti in Frisia. All'inizio, ricorse ai "metodi psicologici per
ammansire la circolazione". Assottigliò la strada (gli automobilisti
rallentano quando si sentono troppo vicini gli uni agli altri), mise
degli alberi e dei fiori (è carino, rilassante, non rassomiglia ad un
circuito di Formula 1), e anche dei mattoni rossi sul suolo (i mattoni
fanno pensare ad un passaggio pedonale) e delle fontane (le fontane
fanno pensare a donne e bambini). E poi un giorno ebbe un'idea: in un
piccolo villaggio, un piccolo villaggio che aveva la sfortuna di
servire da luogo di passaggio per seimila vetture al giorno che si
ostinavano a non voler rallentare, lui levò tutto. Le linee gialle, i
semafori, i pannelli bianchi. Tutto. Panico? Si, panico dei conducenti
increduli che di colpo... rallentarono. Nel giro di due settimane, la
velocità media delle vetture in quel villaggio si dimezzò. La trovata
era così bella che gli domandarono di ripetere il miracolo in tante
altre città. E funziona! Drachten, una città olandese, possiede
incroci da 20.000 vetture al giorno. La sua tecnica vi è stata
applicata. Non solo non c'è ancora stato neppure un incidente mortale
ovunque egli abbia "passato la scopa", ma i tassi d'incidente si sono
di molto abbassati. Attualmente l'esperienza è provata in Spagna, in
Danimarca, Austria, in Svezia e in Gran Bretagna. Gli incidenti sono
diminuiti, non sono spariti. Inoltre, gli analisti della circolazione
pensano che il 15% dei conducenti, regole o non regole, repressione o
non repressione, continueranno a considerare i pedoni e gli altri
conducenti con lo stesso occhio con cui Hitler guardava gli ebrei o
Franco gli anarchici. Il che, per così dire, rafforza la tesi che
l'automobile è una tecnologia insicura che dovrebbe limitarsi a degli
usi ben precisi.
La teoria che sta dietro a questa idea si chiama "lo spazio
condiviso". Fin quando si circonderà il conducente di pannelli, gli si
invieranno parecchi messaggi: 1. L'automobile, la sua velocità, le sue
avventure sono ciò che di più importante possa esistere, il resto è
secondario. 2. Dal momento che i pannelli e le regole stanno lì, la
strada è stata resa sicura da "Quelli-Che-Sanno" e sarà dunque
sufficiente guardare i pannelli per guidare bene. 3. I gretti, i
terribili, certi essi stessi che la strada è sicura, penseranno che
loro, agili lupi, potranno intrufolarsi tra gli imbecilli montoni.
Monderman aggiunge un quarto messaggio. Portò un cittadino nel cuore
della campagna olandese dove, per chilometri si vedevano vacche
ruminare (vecchio detto: l'Olanda ha tre fiumi, il Reno, la Mosa e il
fiume di latte delle sue vacche). Nel bel mezzo, un pannello nuovo
fiammante con la figura di una vacca. Verrebbe da dire: "Che ci si
aspettava qui... dei canguri? A furia di trattare la gente da
imbecille, si comportano da imbecilli". Inoltre, la teoria dello
spazio condiviso dice che sopprimendo tutte le espressioni
dell'automobile come unico e solo criterio d'azione, si estrae il
conducente da uno spazio dove non esiste che lui solo, per portarlo in
uno spazio reale, vale a dire, lo spazio condiviso. Non si rallenta
per la nonnina se per caso la nonnina aspetta di attraversare fuori
dalle strisce pedonali. Ma se non c'è niente, si guida meno
velocemente perché non si sa cosa può succedere e si sa che non ci
sono posti privilegiati per la nonnina così, se si vede la nonnina, la
si lascia passare. Il principio nascosto è di restituire ad ognuno il
proprio senso di responsabilità e il senso della comunità, che la
comunità, o piuttosto l'autorità, gli aveva sottratto.
L'antologia umoristica ad uso degli anarchici chiamata "Il tesoro
delle cattiverie" cita questa celebre definizione: "Forze dell'ordine;
non hanno bisogno di sforzarsi per creare il disordine". Essa cita
pure Orwell: "In politica non ci sono crimini perché non ci sono
leggi". Se torniamo al dibattito tra anarchico e non-anarchico, il
non-anarchico rischia di affermare: "Monderman stesso pensa che la sua
tecnica non funzionerebbe sulle autostrade per Ferrari". La nostra
risposta rilancerebbe: "In una società davvero libera, ci sarebbero
quindicimila persone che decidono di sperperare un'enorme quantità di
risorse, tra le quali la loro vita quotidiana, per fabbricare seicento
Ferrari l'anno?"
Nestor Potkine

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