Autore: ugo Data: To: forum sociale di genova Oggetto: [NuovoLab] E' vero,irregolarità nel voto estero
Il governo ammette. dopo la denuncia del manifesto indagini a Roma
ELEONORA MARTINI
Schede elettorali in busta sigillata, spedite per posta espressa con ricevuta
di ritorno, con tanto di firma e impronta del pollice del ricevente. Un sistema
a prova di bomba, sembrerebbe. E invece no. «Il consolato generale di Caracas
ha inoltrato un esposto alla procura della Repubblica di Roma» dopo che nei
giorni scorsi aveva informato la Farnesina di «alcuni plichi elettorali pervenuti
agli elettori in Venezuela con spillato materiale propagandistico appartenente
a due diverse liste». Questa la comunicazione arrivata dal ministero degli
esteri dopo che il manifesto lo aveva denunciato il 28 marzo raccogliendo
la segnalazione dell'associazione venezuelana «Simpatizzanti dell'Unione».
Si tratta del volantino elettorale del candidato della Lega Nord - Movimento
per le autonomie, Vittorio De Stefano. La seconda lista di cui da notizia
la Farnesina apparterrebbe anche questa alla coalizione di centrodestra.
A «urne» ancora aperte per gli italiani all'estero, la procura di Roma deve
quindi aprire un'indagine sulle irregolarità nelle operazioni di voto. E
cercare di capire chi e come è riuscito ad allegare materiale elettorale
direttamente ai plichi ufficiali del ministero. Ma non basta. «Elettori residenti
negli Stati uniti e in Canada, che al momento non vogliono esporsi, segnalano
addirittura di aver ricevuto dentro il plico il messaggio elettorale di Berlusconi»,
denuncia Noberto Lombardi, coordinatore Ds dei Forum per gli italiani nel
mondo. Che solleva anche dubbi sul funzionamento strutturale delle operazioni
di voto cominciate, nella circoscrizione estero, il 22 marzo e che si protrarranno
fino alle ore 16 del 6 aprile, termine ultimo per consegnare i plichi, anche
a mano, ai rispettivi consolati. Dal minuto successivo, tutti i plichi che
arriveranno dovranno essere «immediatamente inceneriti» dallo stesso console
generale e alla presenza delle forze dell'ordine. Divisi in quattro ripartizioni
(Europa; Sud America; Nord e Centro America; Asia, Africa, Oceania e Antartide),
gli elettori italiani sono circa 2.890.000, la maggior parte dei quali (due
milioni circa) risiede in Europa, ma sono moltissimi anche in Sudamerica
(890 mila) e in Nord America (400 mila). Le schede di voto che, a differenza
con l'Italia, prevedono anche la preferenza sul candidato, partiranno il
7 aprile con voli scortati da polizia e carabinieri e dal personale consolare
fino a Fiumicino, per poi essere scrutinati, assieme a tutti gli altri, dalle
ore 15 del 10 aprile. «Ma quali garanzie si hanno sulla sicurezza della diffusione
o sulle operazioni di distruzione? - sono gli interrogativi sollevati ancora
da Lombardi - Quale controllo sul conteggio e chi risponde dell'esclusione
al voto di colore che non hanno ricevuto ancora la scheda (20-30%, ndr),
o hanno trovato il plico vuoto?». La Farnesina, che parla di «errori nell'imbustamento
automatizzato», assicura che tutto è sotto controllo e precisa che alcune
irregolarità denunciate alla procura si sarebbero verificate anche in Australia
-con una pubblicità ingannevole dell'Unione che recitava: «Materiale elettorale
in arrivo dal consolato» - e in Argentina, dove ci sarebbe stato un tentativo
di corruzione del postino che consegnava i plichi.