[Forumlucca] Allarme Onu per il Mediterraneo "Tra 20 anni ce…

Üzenet törlése

Válasz az üzenetre
Szerző: Guido Segni
Dátum:  
Címzett: forumlucca
Tárgy: [Forumlucca] Allarme Onu per il Mediterraneo "Tra 20 anni cemento su metà coste"
http://www.repubblica.it/2006/03/sezioni/cronaca/medit/medit/medit.html

Presentato a Roma il dossier del programma ambientale delle Nazioni Unite
Il nostro mare minacciato da pressione demografica e inquinamento
Allarme Onu per il Mediterraneo
"Tra 20 anni cemento su metà coste"
Dall'organizzazione appello ai 21 paesi che si affacciano sul bacino
"Danni enormi se non si sceglie la strada dello sviluppo sostenibile"
di VALERIO GUALERZI


Poros, uno dei gioielli del Mediterraneo

ROMA - Un metro di spiaggia e poi un metro di cemento, cento
centimetri di scogli e altri cento di asfalto. E' il drammatico
destino delle coste del Mediterraneo da qui ai prossimi venti anni se
i 21 paesi che si affacciano sul vecchio Mare Nostrum non cambieranno
drasticamente i loro comportamenti, imboccando in maniera decisa la
strada dello sviluppo sostenibile. A lanciare l'allarme è l'Unep, il
programma ambientale delle Nazioni Unite, che ha creato un'apposita
sezione, la Map (Mediterranean action plan), per la tutela del
Mediterraneo.

Il Blue Plan, il dossier realizzato dall'organizzazione per
fotografare lo stato di salute ambientale delle coste mediterranee e i
rischi ai quali vanno incontro, è stato presentato a Roma in occasione
dell'apertura di Park Life, il "Salone dei parchi e del vivere
naturale". Il quadro è a tinte fosche, anche se il coordinatore del
progetto, il maltese Paul Mifsud, si è premurato di precisare che
"comunque negli ultimi 15-20 anni moltissimo è stato fatto".

Le minacce per il Mediterraneo, uno dei 25 hotspots mondiali per la
biodiversità, si chiamano cemento, traffico marittimo, turismo di
massa, sovrappopolamento. "Attualmente - si legge nel dossier
dell'Unep - il cemento sottrae alla natura il 40 per cento dei
litorali dove vive il 7% di tutte le specie marine mondiali. Ma questa
cifra è destinata a crescere: entro il 2025 oltre il 50% delle coste
sarà cementificato". Si tratterebbe dell'inevitabile risultato della
pressione demografica che in riva al mare ogni anno cresce a un tasso
dell'1 per cento. "E' facile immaginare - prevede ancora il Blue Plan
- che la popolazione che abita le città costiere raggiunga la cifra di
90 milioni di abitanti entro il 2025 rispetto ai 70 milioni registrati
nel 2000".

A farne le spese non sarebbe ovviamente solo il piacere romantico di
una passeggiata a piedi nudi sul bagnasciuga. L'Unep, oltre a temere
gravissime ripercussioni ambientali, soprattutto sulle fragili e
fondamentali zone umide presenti in corrispondenza con i grandi
estuari dei fiumi, quantifica il danno in termini monetari. "Il valore
strettamente economico di questi ambienti - ricorda il dossier - è di
gran lunga superiore a quello di laghi, fiumi, foreste e praterie e
può arrivare ai 2,4 milioni di euro per chilometro quadrato".

Altro problema sarebbe poi quello legato all'erosione delle coste, da
un lato minacciate dall'innalzamento dei mari dovuto al riscaldamento
globale, dall'altro sempre meno rifornite di sedimenti di origine
fluviale. "La cementificazione del letto di fiumi e torrenti assieme
alla costruzione di dighe e la deviazione artificiale dei corsi
d'acqua - denuncia ancora il Blue Plan - ha infatti diminuito del 90
per cento la quantità di sedimento che raggiunge il mare negli ultimi
50 anni".

Il dossier, realizzato in occasione del trentennale della Convenzione
di Barcellona, primo tentativo di collaborazione internazionale per la
salvaguardia del Mediterraneo, cerca anche di proporre delle linee di
azione per invertire la rotta. La parola magica è naturalmente
"sviluppo sostenibile", con tutto il suo corollario di scelte nella
gestione del territorio, nello sfruttamento delle risorse idriche,
nella valorizzazione dell'eco-turismo, nelle scelte strategiche in
materia di trasporti.

L'Unep spera di imporlo ai 21 paesi che si affacciano sul Mediterraneo
attraverso una rete sempre più vincolante di Protocolli. Sei di questi
già esistono, ma il più importante deve ancora vedere la luce. Entro
il 2007 dovrebbe essere fissato infatti uno stringente quadro
normativo, che si spera gli Stati vogliano assumere anche come vincolo
legale, per fissare i criteri di sfruttamento del territorio costiero.

Una materia nella quale una volta tanto l'Italia (o per meglio dire
una sua regione) è all'avanguardia, visto che uno dei modelli ai quali
questo Protocollo potrebbe ispirarsi è la legge varata recentemente
dalla giunta regionale della Sardegna per tutelare le sue coste dallo
sfruttamento edilizio.

(30 marzo 2006)

--
--
Comitato No Zero Zero
http://www.nozerozero.org

"Popolo che da sempre stai sulla breccia
incazzato da diecimila anni e più
calpestato e diviso
fottuto e deriso
ma quante volte non hai tenuto più, e a testa bassa
ti sei buttato
il baraccone tutto in aria l'hai mandato
e quante volte teste bastarde
ai padroni hai tagliato."
(Dario Fo)