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Roma 26 marzo
Report - Laboratorio delle reti sociali
Quest'oggi, 26 marzo, si è svolto a Roma il primo appuntamento del "Laboratorio delle reti sociali". Un appuntamento che ci sembra riuscito per la qualità della partecipazione e del dibattito. Sono intervenuti, infatti, soggetti collettivi e reti sociali attivi a Roma, Napoli, nel Nord Est, a Milano, Genova, a Bologna e in Emilia Romagna, a Torino e ad Alessandria, nelle Marche, in Toscana.
Nonostante tonalità e sfumature differenti, un nodo comune è emerso con decisione: l a necessità di aprire e mantenere aperto uno spazio pubblico di movimento, autonomo e nello stesso tempo non minoritario, in grado di coniugare sperimentazione politica e radicamento sociale. Tutto ciò nella consapevolezza che un ciclo di movimento si è esaurito e che una nuova fase - segnata anche dall'imminente scadenza elettorale e dalla probabile vittoria del centro-sinistra - si sta determinando. Una fase dove massima rilevanza viene assunta dalle lotte sociali, difficilmente riducibili, per la maggior parte, alle forme organizzative che i movimenti, da noi tutti e in modi diversi attraversati in questi anni, si sono dati.
L'esperienza del "marzo francese", il conflitto straordinario aperto dagli studenti sul tema della precarietà, ha alimentato una riflessione feconda su un nodo programmatico decisivo e sulla nuova ricerca organizzativa da intraprendere. L'orizzon te del "sindacalismo metropolitano" (come in parte praticato dalla Rete per il reddito o dai comitati della "quarta settimana", dalle mobilitazioni studentesche così come dai conflitti di settori del lavoro dipendente messi in campo dal sindacalismo di base) o più in generale di nuove forme ricompositive attorno alla questione della precarietà, del reddito, dei beni comuni (dalla casa all'acqua, dai saperi ai territori), ha costituito il punto di ricerca comune, la sfida attorno alla quale far crescere dibattito e sperimentazione. Parigi e la dislocazione delle lotte francesi segnalano con forza, infatti, che la May Day non è e non può più essere un'occasione rituale o un episodio isolato, ma piuttosto una dimensione diffusa, radicale, generalizzata del conflitto sociale.
Altro nodo programmatico, in più interventi sottolineato, è stato la questione della guerra e del "diritto di resistenza". La guerra, per un verso punto di verifica acuminato del probabile governo di centro sinistra, costituisce un dispositivo complesso e articolato, tanto sul piano della qualità del comando che su quello della produzione di soggettività: dalle nuove forme del controllo ai Cpt, dalla cooptazione alla logica della guerra di civiltà al sistema di basi militari e fabbiche d'armi che producono la militarizzazione del territorio, dai limiti del movimento no-war alla ricerca di nuove forme di conflitto in grado di assumere il "diritto di resistenza" come paradigma culturale e politico non-ideologico.
Dalla discussione, inoltre, sono emerse alcune indicazione di iniziativa e di agenda:
- dare continuità e sviluppo ulteriore all'esperimento del Laboratorio. In questo senso la proposta di dislocare entro l'estate, in tutti i territori dove ciò sarà possibile, incontri di valutazione e di focalizzazione dei nodi programmatici in ra pporto ai contesti locali. In più un nuovo appuntamento europeo nel mese di settembre a Venezia.
- avviare un percorso di costruzione dello sciopero generalizzato degli studenti e dei precari. In questo quadro è stata avanzata la proposta di una "carovana sociale" che attraversi tutto il paese e che pratichi iniziativa contro la precarietà e per il reddito.
- attraversare il Forum sociale europeo che si terrà ad Atene nella prima settimana di maggio.
- dare vita ad una Parade anti-militarista in occasione della giornata del 2 giugno.
- una giornata di mobilitazione sull'amnistia e sulla depenalizzazione de i reati sociali.
- tra le scadenze imminenti, la partecipazione alla giornata (2 aprile) che si terrà a Reggio Emilia per contestare la manifestazione della Lega nord in "difesa della cristianità". In proposito è stata sottolineata la necessità di individuare modalità di conflitto in grado di decostruire e rovesciare il piano dello "scontro di civiltà".
Una prima discussione dunque, parziale ma ricca, un primo passo, senza alcuna pretesa di sintesi organizzativa, nella costituzione di un nuovo spazio pubblico dei movimenti e delle reti sociali.
1° Laboratorio delle reti sociali - Roma 26 marzo 2006