[Cm-roma] P.R.G. - 2

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Da VAS - Verdi Ambiente Società

Alle prime ore dell'alba di oggi il Consiglio Comunale ha finito di
approvare la complessa operazione di controdeduzioni alle osservazioni
presentate al nuovo PRG di Roma, che era stato adottato nel 2003 e che
ad un oggettivo confronto risulta ora nettamente peggiorato: si
contestano pertanto le cifre non corrette fornite ai mass media, dal
momento che i dati verificati portano ad un saldo negativo e quindi ad
un risultato su cui non ci si sente di dare lo stesso plauso che
invece qualche associazione e forza politica di stampo ambientalista
si sono affrettate a dare.

Malgrado il CRESME avesse confermato il fabbisogno stimato, così come
adottato nel 2003, su 6 delle 8 Centralità Urbane e Metropolitane sono
stati aumentati ben 1.235.438 mc. ("giustificati" da maggiori
"compensazioni" obbligate, ma in realtà senza ragione alcuna se non
quella di un autentico regalo alla speculazione edilizia), nemmeno
destinati per di più a funzioni pubbliche, facendo prevalere
l'edificazione privata che trasformerà ad esempio la Centralità di
"Torre Spaccata" in un vero e proprio polo commerciale.

Al suddetto dimensionamento dovrà aggiungersi l'aumento di tutte le
volumetrie derivanti dagli "incrementi premiali", (mediamente del 10%
in più), introdotti ex novo con l'art. 14bis delle Norme Tecniche di
Attuazione del PRG, che è relativo agli "incentivi per la
riqualificazione urbana" in tutto il sistema insediativo esistente,
con possibilità di trasferire (in compensazione) l'eventuale
maggiorazione, non consentita in situ dalle norme di componente, negli
ambiti di compensazione che vengono ora estesi anche agli "Ambiti per
i Programmi Integrati" della Città della trasformazione, introdotti ex
novo con l'art. 55 bis: a tal riguardo la maggioranza ha respinto il
subemendamento proposto da questa associazione, che avrebbe comportato
la cessione gratuita al Comune della metà delle maggiori cubature
"premiate", per poterle destinare in locazione a canone sociale. Un
aumento ulteriore (al momento non quantificabile) è dovuto
all'accoglimento non solo di diverse osservazioni che in varie parti
della Città storica, della Città Consolidata e della Città da
ristrutturare hanno chiesto la trasformazione della destinazione
urbanistica così come prevista dal nuovo PRG adottato in una nuova
destinazione, sempre edificabile e comunque di maggiore volumetria, ma
anche dell'ampliamento dei perimetri di molti dei nuclei ex abusivi da
recuperare (cosiddetti "toponimi") in danno dell'Agro Romano, di cui
l'Amministrazione Comunale si è inizialmente addirittura vantata di
avere aumentato la superficie di circa 8 ettari: si tratta in realtà
di un millantato credito, dal momento che riguarda aree destinate ad
edilizia economica e popolare ex lege 167/1962 che il Comune ha dovuto
"bocciare" non certo per sua volontà, ma per sopravvenuti vincoli
paesistici ed ambientali.

Anche l'indubbio saldo positivo è stato annullato con il voto finale
di stamattina con cui il Consiglio Comunale ha approvato, subito dopo
le controdeduzioni, la "individuazione di nuove aree da destinare a
programmi di edilizia residenziale pubblica": si tratta di 39 nuovi
piani di zona per complessivi 1.841.680 mc. (pari a 23.021 stanze) che
vanno ad interessare 263,97 ettari, dei quali 27 risultano ricadenti
in zona agricola e 21 "in adiacenza a nuclei di edilizia ex abusiva da
recuperare" (cioè sempre in Agro Romano).

Malgrado le "assicurazioni" dello stesso Assessore On. Morassut di
voler sistemare i Piani di Zona solo stimati ma non localizzati nel
2003 esclusivamente negli Ambiti di Trasformazione Ordinaria (ATO),
per evitare un ulteriore consumo di suolo, non solo sono stati erosi
48 ettari di Agro Romano, ma è stato addirittura deciso di costruire
edilizia residenziale pubblica in aree destinate (per ben 18,38
ettari) a verde pubblico e servizi pubblici di livello locale, nonché
in aree (per 9,80 ettari) destinate a servizi pubblici di livello
urbano, togliendo così in modo assurdo un servizio per darne un altro.

Anche la Rete Ecologica, tanto decantata come se venisse "scoperta"
solo ora e non fosse invece già prevista nel Piano adottato nel 2003,
è stata peggiorata declassificando a componenti secondarie le aree
escluse dalla perimetrazione definitiva delle aree naturali protette
rispettivamente libere o edificate e comunque compromesse, che prima
erano assimilate a componenti primarie.

In positivo rispetto al 2003 le controdeduzioni hanno eliminato la
compensazione edificatoria del contenzioso relativo al "Pineto", gli
Ambiti di Trasformazione Ordinaria di Capannelle, Pontina e Tor de
Cenci e le maggiori cubature dell'Ambito di Valorizzazione di Piazza
Mancini: di nuovo (sempre rispetto al 2003) le controdeduzioni hanno
introdotto anche la trasformazione a verde pubblico del cosiddetto
"parco delle Betulle", stralciandolo come intervento dal Programma di
Recupero Urbano "Fidene Val Melaina" (in quanto "bocciato" dalla
Regione Lazio) e la istituzione del "parco agricolo" di Rocca Cencia",
che i cittadini del Comitato di Quartiere "Casilino 18" chiedevano di
avere invece come "parco pubblico".

L'azione promossa da questa associazione congiuntamente ad Italia
Nostra, WWF e Comitati di Quartiere aderenti al Coordinamento
"Romambiente" ha portato a far ripristinare le prescrizioni del 2003
per quanto riguarda i frazionamenti in miniappartamenti (che la Giunta
avrebbe voluto anche di 40 mq., oltre che di 45), comunque vietati
negli edifici di epoca medievale e rinascimentale (che invece sempre
la Giunta avrebbe voluto consentire), nonché gli ambiti di riserva a
trasformabilità vincolata (su cui la Giunta aveva inizialmente
aumentato un indice di fabbricabilità che avrebbe comportato 3.328.000
metri cubi in più): mediante una serie di mozioni ed ordini del
giorno, che sono stati approvati lo scorso 17 marzo, è stata impegnata
la Giunta a trovare una soluzione alla compensazione di "Monte
Arsiccio" nel cosiddetto "Parco delle Acacie" e nell'area della
collina Fleming, all'intervento del programma di Recupero Urbano
"Primavalle" ed all'Accordo di Programma Roma-Frascati. Si tratta di
una serie di piccole "vittorie" tampone che complessivamente non
riescono a "compensare" le sconfitte sugli altri fronti e quindi a
trasformare in positivo il saldo di una mediazione che si sapeva fin
dall'inizio che sarebbe stata il frutto di un compromesso, come nel
2003, ma che non si riesce ad accettare con toni trionfalistici:
rimane come unica vera "conquista" democratica soltanto il
"Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione
urbana", che con deliberazione n. 57 del 2.3.2006 il Consiglio
Comunale ha approvato e di cui ci si servirà d'ora in poi per cercare
di migliorare nelle forme e nei modi consentiti un Piano che al
momento non sembra rispondere appieno alle esigenze della città e
delle persone che vi abitano.