secolo xix
In marcia contro tutte le mafie
L'INIZIATIVA Al corteo organizzato dalla "Casa della legalità" anche i familiari del giudice Scopelliti, assassinato a colpi di lupara
Giovani da Locri a Rivarolo per dire no alla criminalità organizzata
Trampolieri, mangiafuoco, giullari. Canti, slogan e tamburi. Una protesta colorata ma ferma. In piazza contro la mafia. I ragazzi di Locri aprono il corteo che, ieri, dalle 15,30 alle 17,30, ha paralizzato il traffico a Rivarolo spezzando in due la Valpolcevera.
"Vogliamo crescere in una terra libera"è scritto sullo striscione dei giovani calabresi. Circa centocinquanta persone hanno preso parte al "Cammino contro le mafie" organizzato dalla Casa della Legalità e della Cultura. L'iniziativa si è svolta a Rivarolo perchéè qui, in via Piombelli, la sede dell'associazione diretta da Christian Abbondanza e «fondata il 17 dicembre 2004 come luogo di promozione di attività e iniziative della Fondazione Antonino Caponnetto, del Centro Falcone e Borsellino, di LiberaMente, Libera contro le mafie, Rete del Bottone e di Riferimenti coordinamento antimafia».
Il sacrificio dei magistrati in prima linea nella lotta alla mafia ispira il lavoro della Casa della Legalità che, dopo aver istituito un Osservatorio sulle mafie, si accinge ad aprire sedi anche a Roma, Firenze e Locri. «Questa di oggi è la continuazione della marcia contro la criminalità organizzata svoltasi ieri (martedì, ndr) a Torino su impulso dell'associazione Libera di don Luigi Ciotti», spiega Abbondanza: «La Liguria è al primo posto per infiltrazioni della 'ndrangheta». A Torino erano in 40 mila, a Genova sono 150 ma la forza ideale dei manifestanti è identica. Sfilano don Andrea Gallo («Il proibizionismo arricchisce la mafia), il segretario regionale della Quercia, Mario Tullo («La mafia è anche un problema del Nord), Patrizia Poselli di Rifondazione, Andrea Agostini di Legambiente. Fanno capolino i candidati Ds Roberta Pinotti e Graziano Mazzarello. «Questo diventerà un appuntamento fisso allargato ai ragazzi delle scuole», anticipa il presidente della circoscrizione Valpolcevera, Gianni Crivello, accanto all'assessore alle Istituzioni scolastiche, Andrea Sassano.
«La mia è anche la testimonianza di una bambina di sette anni che ha perduto il padre, colpevole di fare il proprio lavoro in una terra difficile». Rosanna Scopelliti, 22 anni, studentessa di Lettere all'università La Sapienza di Roma, è in prima fila con i ragazzi di Locri. La figlia del giudice Antonino Scopelliti, assassinato dalla mafia a colpi di lupara il 9 agosto 1991 in Calabria, si riconosce con entusiasmo nel movimento dei ragazzi di Locri, alla ribalta nazionale dopo l'omicidio del vicepresidente della Regione Calabria, Francesco Fortugno, il 16 ottobre 2005.
"Assassinateci tutti"è lo slogan che ha fatto accendere i riflettori sulla ribellione dei giovani della Locride. "Assassinateci tutti" scandiva anche ieri a Rivarolo la variopinta delegazione calabrese composta da una ventina di adolescenti. Sei trampolieri (quattro calabresi e due genovesi del Teatro Scalzo) guidano il corteo, che parte alle 15,30 da via Piombelli e prosegue lungo le strade principali del quartiere: via Canepari, via Jori, via Certosa, via Fillak e ritorno. In fondo a via Certosa, il corteo si ferma. Abbondanza scandisce: «La presenza dei mafiosi va denunciata alle autorità, da oggi basta silenzi». Qualcuno si affaccia alla finestra, altri escono dai portoni. «Questa zona è ribattezzata piccola Riesi, per prendere in affitto una casa qui bisogna essere originari di quel paese», dice Abbondanza. Ma, soprattutto, «da queste parti, alcuni mesi fa, è stato visto passeggiare un boss del clan Madonia, latitante». La marcia contro le mafie fa tappa in via Fillak dove, al grido "ammazzateci tutti", i ragazzi di Locri si sdraiano sulle strisce pedonali. Il corteo devia in via Brin e, alle 17,30 circa, si scioglie in via Piombelli.
Enzo Galiano
23/03/2006
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