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PMLI Provocatoria manifestazione a Milano degli squadristi alleati del neoduce Berlusconi
Grave offesa alla città Medaglia d'Oro della Resistenza
Provocatoria manifestazione a Milano degli squadristi alleati del neoduce Berlusconi
L'Unione non mobilita le masse per impedire il corteo degli squadristi. Le "forze dell'ordine" intrappolano un gruppo di giovani che volevano da soli fermare i fascisti
Il PMLI che ha partecipato al presidio antifascista chiede la messa fuorilegge delle organizzazioni fasciste
Redazione di Milano
Sabato 11 marzo è stata perpetrata dal regime neofascista una gravissima offesa alla città di Milano Medaglia d'Oro della Resistenza. Con l'autorizzazione concessa, in sfregio alla già mutilata Costituzione antifascista del '48, dal compiacente questore Paolo Scarpis, sicuramente su indicazione del ministro dell'Interno Pisanu, col nulla osta politico bipartisan della Casa del fascio e dell'Unione della "sinistra" di regime, e sotto la protezione di un imponente schieramento di uomini e mezzi di polizia e carabinieri, si è ignominiosamente svolto nel pomeriggio, da Porta Venezia a Piazza San Babila, il corteo nazifascista organizzato dal Movimento Sociale-Fiamma Tricolore.
Quella che il neoduce Berlusconi (durante un comizio ai suoi "legionari azzurri" nel palasport di Palermo) ha definito una "civile riunione" non è stata altro che una lugubre adunata di squadristi di professione, di capi manipolo dei provocatori fascisti da stadio, di indagati per strage, di negazionisti delle camere a gas e dei lager nazisti e di epigoni della criminale cosiddetta "repubblica sociale italiana" che impunemente hanno sfilato per le vie del centro con svastiche, croci celtiche, tricolori repubblichini e saluti a braccio teso scandendo slogan razzisti e xenofobi e cantando le fetide canzonette del ventennio e del "boia chi molla".
L'autorizzazione a questa nera manifestazione era stata annullata lo scorso 21 gennaio innanzitutto per le proteste di tutta la Milano antifascista anche se le motivazioni avanzate dai partiti dell'Unione per quell'annullamento, approvate anche da gran parte della Casa del fascio, condannavano esclusivamente il carattere antisemita di tale manifestazione considerata inaccettabile solo perché in concomitanza con la settimana dedicata al Giorno della Memoria della Shoah. L'Unione, appoggiata da parte del "centro-destra", aveva perciò chiesto - con una mozione in Consiglio comunale - non il divieto di quel corteo per manifesta apologia di fascismo, bensì di spostarlo "ad altra data o altro luogo".
Si è arrivati all'11 marzo non senza una serie di criminali provocazioni nazifasciste consistenti in scritte sui muri razziste e minatorie, in aggressioni squadristiche in metropolitana e davanti alle scuole e in un presidio di Forza Nuova che vuole maggiore revisionismo storico sulle foibe (vedi Il Bolscevico n. 8/06). Inoltre, si è arrivati all'11 marzo nell'assordante silenzio dell'Unione che, solo perché incalzata dallo sdegno della base antifascista dei suoi partiti, ha indetto con l'Anpi all'ultimo momento per quel giorno, alla chetichella e con scarsissima propaganda, un pomeridiano presidio di protesta in Piazza Mercanti, quando occorreva invece una grande manifestazione di popolo proprio in Porta Venezia tale da far desistere con la forza delle larghe masse la teppaglia nazifascista dal marciare in pieno centro di Milano.
Sempre sulla data va detto che i nazifascisti missini non l'hanno scelta a caso. In quello stesso giorno buona parte degli studenti antifascisti milanesi erano a Roma a manifestare contro la fascistissima legge Fini sulla droga. Ma soprattutto la scelta di quella data si rivela essere una studiata provocazione contro i centri sociali (CS) - i più bersagliati dai criminali squadristici - perché vicina agli anniversari delle morti di Davide "Dax" Cesari (16/03/03) del CS "O.R.So." e di Fausto Tinelli e Lorenzo "Iaio" Iannucci (18/03/78) del CS "Leoncavallo", impunemente assassinati dai nazifascisti.
Rimasti soli, per colpa della latitanza dall'antifascismo conseguente dei partiti della "sinistra" borghese, una parte dei centri sociali più "antagonisti" ha voluto comunque occupare Porta Venezia alle ore 12 per impedire il corteo nazifascista ad ogni costo, nonostante i più che sfavorevoli rapporti di forza e di fronte a un massiccio schieramento di poliziotti e carabinieri già pronti con manganelli, scudi e lacrimogeni a sgomberare la "manifestazione non autorizzata". All'entrata di piazza Oberdan da Corso Buenos Aires la trappola repressiva non si è fatta attendere: dopo una prima carica, è iniziata una sconsiderata guerriglia urbana che ha finito per isolare ancor di più i giovani dei Centri sociali e che ha fornito un pretesto e una giustificazione alla repressione poliziesca. Essa ha doppiamente danneggiato la sacrosanta protesta antifascista, poiché l'ha esposta al linciaggio dei mass media di regime portandola dalla ragione al torto e ha spostato l'attenzione mediatica sugli scontri piuttosto che sulla denuncia della provocatoria adunata degli squadristi alleati del neoduce Berlusconi. Non si esclude che a confondere le acque possano aver contribuito provocatori infiltrati come a Genova nel 2001. Dopo la seconda carica, con lacrimogeni sparati ad altezza uomo e feroci manganellate, è seguita una indiscriminata caccia all'uomo in tutta la zona conclusasi con 45 arrestati. Tutto ciò non sarebbe accaduto se il corteo nazifascista non fosse stato incostituzionalmente autorizzato e se l'Unione, l'unica che attualmente ha la forza, avesse mobilitato l'intera Milano antifascista! Vergognosa la visita di solidarietà del segretario nazionale dei DS, Fassino, alla questura di Milano. Comunque siano andate le cose noi chiediamo l'immediata scarcerazione degli arrestati.
Al presidio del pomeriggio in Piazza Mercanti militanti e simpatizzanti della Cellula "Mao" di Milano del PMLI, presenti con la rossa bandiera del Partito, hanno diffuso copie di un volantino riportante il comunicato stampa della stessa Cellula intitolato "Mettere fuori legge i gruppi nazifascisti" (pubblicato a parte). Il comunicato si conclude denunciando la complicità del neoduce Berlusconi col già operativo terrorismo squadrista nazifascista.
È stata fatta anche una buona diffusione de Il Bolscevico nn. 8 e 10. Alcuni manifestanti si sono sinceramente complimentati coi nostri compagni per le coerenti posizioni antifasciste del PMLI.
(Articolo de "Il Bolscevico", organo del PMLI, n. 11/2006)