[Lecce-sf] il 18 marzo

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Auteur: Silverio Tomeo
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À: social forum
Sujet: [Lecce-sf] il 18 marzo
Guardare la luna
                              RAFFAELLA BOLINI * ALESSANDRA MECOZZI **
                              Il 18 marzo ricorderemo Tom Fox, Rachel Corrie e 
                              Nicola Calipari. Chiederemo giustizia, e libertà 
                              per tutti gli ostaggi. Non ci rassegniamo a vivere 
                              nell'orrore. La legge del più forte applicata 
                              dalle potenze occidentali ha scatenato una 
                              concorrenza spietata sullo stesso terreno. Non c'è 
                              condanna del terrorismo che possa essere distinta 
                              da quella della guerra: è una sola la lotta contro 
                              il sistema globale del terrore. Anche il diritto 
                              alla resistenza, per il diritto internazionale, è 
                              vincolato alla salvaguardia dei civili. Ma 
                              un'occupazione che viola tutte le regole del 
                              diritto umanitario fa affondare la «resistenza 
                              onesta» nel mare della barbarie. In Iraq c'è 
                              bisogno di un lungo cammino per la riconciliazione 
                              nazionale, possibile solo se il paese viene subito 
                              liberato da tutte le truppe di occupazione. Noi 
                              siamo con chi resiste affermando l'alterità 
                              rispetto alla disumanizzazione, con chi pratica il 
                              conflitto in modi che possano essere agiti da 
                              tutte e da tutti. La comunità internazionale, pena 
                              la sconfitta, ha il dovere di sostenere queste 
                              forze, di riconoscerle come interlocutori 
                              privilegiati.


                              Dopo anni in cui la politica internazionale non ha 
                              voluto imporre il diritto contro l'occupazione, la 
                              società palestinese, laica e colta, ha finito per 
                              dare la maggioranza a un movimento di ispirazione 
                              religiosa integralista. Insistendo negli errori, 
                              oggi in molti vogliono punire i palestinesi per 
                              questa scelta, invece che cambiare rotta.


                              Il 18 marzo deve aprirsi una nuova fase per il 
                              movimento contro la guerra, che deve diventare 
                              anche un movimento per la pace e la giustizia, 
                              guardare alla politica estera, alle sfide che 
                              riguardano il nostro paese. Dobbiamo riprendere a 
                              batterci per una politica di disarmo mentre 
                              produzione, commercio e spese militari crescono 
                              per le scelte di governi e mafie globali. Con 
                              quale autorità le grandi potenze nucleari 
                              pretendono di fermare il nucleare in altri paesi? 
                              Il disarmo nucleare globale è una priorità. Non ci 
                              sarà consenso a un attacco all'Iran -la 
                              maggioranza del paese ha capito la verità, grazie 
                              all'informazione indipendente, all'azione dei 
                              movimenti. La politica sia all'altezza di questa 
                              coscienza.


                              Vivere nel Mediterraneo ci chiede un di più di 
                              responsabilità e impegno. Siamo sulla frontiera 
                              principale dello «scontro di civiltà» che tanti 
                              cercano per trovare consenso alle politiche di 
                              potenza con razzismo e xenofobia.


                              L'Italia ha il più forte movimento per la pace 
                              diffuso che fa politica e cultura tutti i giorni, 
                              non solo con le manifestazioni. E' degradante il 
                              tentativo di sminuire questo lavoro di civiltà, 
                              usando i temi della pace come fango buttato 
                              sull'arena di competizioni partitiche. La politica 
                              discuta di politica, non degli esibizionismi 
                              provocatori di gruppetti minoritari, per nulla 
                              interni a un movimento che il 18 marzo parlerà 
                              anche con voci statunitensi e israeliane,con 
                              quelle irachene e palestinesi. Guardare al dito e 
                              non alla luna è un modo per disconoscere politica 
                              e cultura del movimento per la pace, per eludere 
                              l'obbligo di politiche adeguate.


                              * presidenza dell'Arci** resp. internazionale 
                              della Fiom