16.03.2006
Pisanu indagato per Lampedusa e gli immigrati deportati in Libia
Il collegio per i reati ministeriali del Tribunale di Roma ha iscritto nel registro degli indagati il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, a seguito dell'esposto presentato da Elettra Deiana (prima firmataria) assieme ad altre 29 persone, tra cui alcuni deputati del centrosinistra, sugli sbarchi di immigrati clandestini a Lampedusa del settembre-ottobre 2004 e del marzo 2005.
Il ministro replica assumendosi «tutta la responsabilità politica e delle attività» contro l'immigrazione clandestina. E dice che andrà avanti per la sua strada senza lasciarsi influenzare da questo «sgradevole» intralcio.
L'iscrizione risale allo scorso ottobre, lo riferisce l'avvocato romano Pasquale Vilardo, nominato difensore dagli autori dell'esposto, che proprio in qualità di difensore costituito è stato convocato dal pm che si occupa del caso martedì prossimo. Il titolare del Viminale è indagato in base all'ex articolo 328 codice penale che riguarda l'omissione di atti d'ufficio. «La tizia è molto rilevante- afferma il legale- perchè nessuno ha denunciato Psanu. L denuncia è contro ignoti, vuol dire che c'è una attività autonoma di indagine della magistratura». insomma, chiude Vlardo, l'iscrizione di Psanu nel registro degli indagati «non era un atto dovuto».L’posto sostanzialmente denuncia l'irregolare respingimento in Libia di buona parte degli immigrati arrivati a Lampedusa in quei mesi, anche attraverso l'esclusione dalle attività di controllo della legalità delle associazioni che difendono i diritti dei cittadini stranieri. la gestione dell'emergenza da parte del ministero dell'interno, scrivono i denuncianti, «ha portato a un complesso di pratiche illegali e a-legali che hanno avuto come conseguenza l'effetto di determinare illecitamente la privazione della libertà personale di alcune migliaia di persone».
L'esposto da cui è scaturita l'indagine è firmato da diversi deputati e senatori dell'unione. oltre alla prima firmataria Elettra Deiana di Rifondazione, si leggono i nomi dei parlamentari diessini Maria Chiara Acciarini, Antonio Iovene, Silvana Pisa, Katia Zanotti, Antonio Rotondo, Valerio Calzolaio, Roberto Sciacca, del dl Alessandro Battisti, dei Verdi Tana de Zulueta, Stefano Boco, Laura Cima, Loredana De Petris, Paolo Cento, Mauro Bulgarelli, dei parlamentari del Prc Francesco Martone, Pietro Folena, Giovanni RussoSpena, Graziella Mascia, Tommaso Sodano, Luigi Malabarba, Titti De Simone, del Pdci Maura Cossutta, Gabriella Pistone, Gianfranco Pagliarulo.
Tra i firmatari, infine, anche il nome dell'ex segretario del Pci-pds, attualmente senatore del CantiereAchille Occhetto.
Nel testo si legge: «La gestione del ministero dell'Interno dell'emergenza degli sbarchi verificatisi, in due successive ondate, nell'isola di Lampedusa, ha portato a un complesso di pratiche illegali e a-legali che hanno avuto come conseguenza l'effetto di determinare illecitamente la privazione della libertà personale di alcune migliaia di persone, trattenute per diversi giorni, in assenza di ogni controllo giudiziario, nel centro di prima accoglienza di Lampedusa». Di queste persone, scrivono ancora Deiana e gli altri 29 firmatari, «oltre 1.300 (questo numero non tiene conto delle espulsioni attuate a maggio 2005) sono state riammesse, secondo il linguaggio ministeriale, ma in realtà deportate in Libia, attraverso una forma di espulsione sostanzialmente collettiva, in una situazione in cui non è vi è alcuna garanzia che i profughi non siano sottoposti a trattamenti inumani e/o degradanti ovvero non siano estradati verso altri stati con modalità tali da mettere a rischio la loro incolumità personale». insomma, è l'accusa «tali soggetti sono stati intenzionalmente privati della tutela giurisdizionale, pur in presenza di provvedimenti che, oltre ad incidere sulla libertà personale, sono potenzialmente idonei a pregiudicare diritti inviolabili come la vita e l'incolumità personale».
www.unita.it