[Lecce-sf] Fw: CI VUOLE FEGATO!

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Autore: Rosario Gallipoli
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Oggetto: [Lecce-sf] Fw: CI VUOLE FEGATO!
CI VUOLE FEGATO!
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From: CAMPO
To: CAMPO
Sent: Thursday, March 16, 2006 12:45 AM
Subject: CI VUOLE FEGATO!


Notiziario del Campo Antimperialista ... 15 marzo 2006 ... http://www.antiimperialista.org

Germania: il governo vieta gli incontri con la resisteza irachena, arresta e rilascia Awni al-Kalemji
http://www.antiimperialista.org/index.php?option=com_content&task=view&id=4251&Itemid=68


  NOI VOTIAMO IL 18 MARZO!
  Nel terzo anniversario dell'aggressione all'IRAQ, i movimenti contro la guerra hanno indetto per il 18/3 una giornata mondiale di protesta. IMPEGNAMOCI TUTTI affinche' la manifestazione di ROMA sia GRANDE, unitaria e combattiva. ALLA FINE DEL CORTEO prendera' la parola Jabbar al-Kubaysi,  esponente della RESISTENZA IRACHENA, scarcerato dopo un anno di prigionia a Bagdad.
  L A      R E S I S T E N Z A      A L      P R I M O      P O S T O !




Ahmad Sadat, Segretario del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e' stato sequestrato dalle forze speciali israeliane e illegalmente sottratto alla tutela della sicurezza palestinese. Questo gravissimo gesto di pirateria e' stato reso possibile dalla decisione di americani ed inglesi di ritirare, come da accordi, i loro poliziotti che dovevano appunto vigilare affinche' Ahmad non cadesse in mani sioniste. Solo venti minuti dopo gli siareliani hanno scatenato l'inferno. Esprimiamo incondizionata solidarieta' alla resistenza palestinese, alle legittime autorita' di Ramallah e al Fronte popolare, e la piu' ferma condanna di questo sequestro il quale indica meglio di ogni altro gesto quali siano le reali intenzioni del governo sionista. Una ragione in piu' per manifestare sabato a Roma.



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Questo Notiziario contiene:

1. WILLI FREDIANI E' LIBERO!
2. LIBERTA' PER GLI ARRESTATI DI MILANO
3. MILOSEVIC E' MORTO. INGIUSTIZIA E' FATTA
4. CI VUOLE FEGATO (a votarli)
5. IL FORUM PALESTINA (il PdCI) E NOI

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1. WILLI FREDIANI E' LIBERO!

Dopo quasi due anni di incredibile carcerazione preventiva Willi Frediani torna a piede libero. QUESTA MATTINA e' stata infatti disposta la fine degli arresti domiciliari per il militante del CAMPO ANTIMPERIALISTA, indagato nell'inchiesta pisana sulle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria. A questo punto l'unico imputato ancora agli arresti è Francesco Gioia, recentemente estradato dal carcere di Madrid. Benvenuto tra noi Willi!
Ricordiamo anche che da lunedì 20 marzo riprenderà il relativo processo.

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3. LIBERTA' PER GLI ARRESTATI DI MILANO

BERTINOTTI: «ALLARMANTE» - Parole di condanna anche dal leader di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti. «Naturalmente penso molto male di quanto successo. È un elemento allarmante - ha detto Bertinotti, che nel pomeriggio partecipa a Brescia a una manifestazione promossa dall'Associazione nazionale partigiani -. Alla manifestazione di oggi, unitaria, partecipiamo noi, i centri sociali come il Leoncavallo, i Ds, una vasta presenza di forze di sinistra, democratiche, che testimonieranno il rifiuto di ogni forma di violenza e la scelta, netta, a favore della libertà di tutti di esprimersi in campagna elettorale». Bertinotti ha aggiunto: «invece di chiamare no global i responsabili degli incidenti bisognerà individuarli con precisione, queste azioni devono essere severamente censurate».

Esprimiamo la nostra solidarieta' agli antagonisti pestati e arrestati a Milano sabato scorso. Lo facciamo convinti, malgrado i gruppi e realta' associative che hanno indetto la manifestazione siano non solo distanti dal Campo, ma addirittura ostili. Si tratta in alcuni casi di chi, nel 2003 ma anche dopo, chiese che il Campo fosse «cacciato dal movimento» in base all'accusa che avremmo costituio una «alleanza coi fascisti». Chiediamo la scarcerazione degli arrestati nonostante alcuni di loro non abbiano mai mosso un dito quando furono arrestati Grazia, Alessia e Moreno. Malgrado non abbiano speso una parola di fratellanza a Willi Frediani, che solo oggi, dopo due anni di carcere, e' tornato libero. Ma che c'entra, vi chiederete, ricordare questi fatti? C'entra perche' alla base dei fatti di Milano e degli attacchi spesso sbirreschi al Campo c'e' la medesima radice: una concezione distorta e paranoica dell'antifascismo per cui la lotta contro certi rottami viene concepita non solo come prioritaria ma come l'alfa e l'omega della pratica anticapitalista. Se l'accusa per cui non ci saremmo alleati coi fascisti era falsa, vera invece era l'alleanza che certi settori dell'estrema sinistra fecero con la sinistra di sistema contro di noi. Un'alleanza in nome dell'antifascismo. Ora questa stessa sinistra di stato, PRC compreso, non solo non solidarizza con coloro che hanno preso sul serio il cosiddetto «antifascismo militante» e che pagano di persona la loro sballata pratica politica. Questa sinistra imborghesita esecra le violenzee, addita questi compagni alla repressione, chiede che la magistratura faccia il suo dovere, ovvero chiuda in galera i «provocatori». Chissa' se questa lezione servira' ad aprire gli occhi ai compagni arrestati. Chissa' se essi capiranno da chi guardarsi le spalle, che ci sono bel altre e piu' importanti cose da fare, oggi, che fare casino per impedire una sfilata di quattro gatti al servizio del governo Berlusconi, alias Fiamma Tricolore, Forza Nuova e compagnia cantando. Speriamo che questa lezione serva da monito. Ma ci crediamo poco. C'e' chi pensa che menar le mani ai sbitti e fascisti sia il criterio per considerarsi antagonisti. Errore! Se in generale l'uso della testa prima delle mani distingue i rivoluzionari dai casinari estremisti, in questo frangente gli antagonisti si riconoscono per essere coloro che invece di cnfondere le idee a tutti coloro che non amano questo mondo indicano loro chi sono i nemici piu' veri e piu' insidiosi. Essi non si annidano negli ambienti funerei dei mentecatti dalla testa rasata. Essi sono accanto a noi, sono coloro che in nome dei valori della democrazia e spesso delle tradizioni di sinistra usano il consenso dei cittadini per meglio servire gli interessi di un imperialismo genocida e di un turbo-capitalismo che spinge l'umanita' sull'orlo del baratro. Chi cerca scorciatoie si rompera' la testa. Invece e' della testa anzitutto che per resistere abbiamo oggi bisogno.
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3. MILOSEVIC E' MORTO. INGIUSTIZIA E' FATTA

Riceviamo e pubblichiamo:

Slobodan Miloshevich ucciso a tradimento dall'imperialismo sinarchista

Dopo l'omicidio di Milan Babic, vicepresidente della Jugoslavia, suicidato nel 'democratico e umanitario' lager del TPIY, all'Aja, un'altra sentenza di morte è
stata eseguita dai sicari al soldo della banda sinarchista-imperialista.
Slobodan Miloshevich, dopo aver sconfitto il tribunale speciale imperialista, nel processo-farsa montato dall'ala sinistra della sinarchia, e aver smontato il castello di carte truccate e di false accuse, ne aveva messo a nudo i veri scopi e alle strette i sicari e I pennivendoli di servizio*. Perciò l'Ulivo imperialista mondiale ha fatto ricorso all'unica arma che gli era rimasta: l'omicidio. Eseguito di notte, al buio. Come si conviene ai sicari a modo.
L'imperialismo, ricorrendo all'assassinio di Slobodan Miloshevich, ha solo svelato la sua feroce ed efferata debolezza. Non potendo portare avanti la pagliacciata dell'Aja; i magistrati da operetta (stile Carla del Ponte, Antonio Cassese, ecc. ecc.) non hanno potuto condannare al ludibrio mondiale il Presidente Slobodan Miloshevich. Anzi il suo esempio, con la sua risoluta dignità, ha spronato altri nemici dell'impero a sfidarne le mire; anche se di fronte hanno teatrali processi farsa e relativi pupazzi travestiti da giudici e procuratori. Oggi la crema dirigenziale dell'imperialismo sinarchista di sinistra ha motivo di festeggiare. Un nemico irriducibile è stato abbattuto! Gli esponenti principali dell'Ulivo democratico-bombardatore e umanitario-leucemico, e cioè Soros, Clinton, Blair, Fischer, Jospin e, a un
livello miserrimo, Dalema, Diliberto-Cossutta, Water Veltroni, Pecoraro-Scanio e altra fanghiglia umana, possono tirare un sospiro di sollievo: non hanno più da temere un eventuale, anche se improbabile, capovolgimento di posizione al tribunale-farsa dell'Aja. La voce del loro accusatore è stata messa a tacere per sempre. I crimini di questi macellai 'umanitari' saranno lasciati impuniti dai servi togati della Nato. Ed anche gente come Rospo, Mortadella e Cicogna non verranno più bollati con la nobilitante qualifica di mafiosi, né dovranno più temere di dover rispondere a eventuali testimonianze del Presidente Slobodan Miloshevich.
È chiaro l'andazzo che ha preso la situazione mondiale. A noi, plebe da voto, viene imposta la pretesa di fornire legittimità a tale canaglia sanguinaria. L'unica azione che posso svolgere, per contrastare le pretese di simili maniaci, è quella di invitare tutti coloro che leggono queste parole, a non darsi la briga di andare a votare il 9/10 Aprile prossimo.
Non un solo voto a gentaglia come Prodi, Dalema, Berlusconi, Fini, et similia. Per non parlare di omuncoli spregevoli e ripugnanti come Bertinotti, Cossutta, Diliberto, Pecoraro-Scanio, in prima linea nel sostenere lo squartamento e il bombardamento della Jugoslavia. Di certo, io non sprecherò un solo secondo del mio tempo per legittimare queste canaglie.

Onore al Presidente della Jugoslavia Slobodan Miloshevich!

Alessandro Lattanzio - 11/3/2006 <alexlattanzio@???>

* Valgano, su tutte, come esempi, i sinistri figuri di
sinistra Ennio Remondino e Giovanna Botteri, due
killer del TG3.

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4. CI VUOLE FEGATO (a votarli)

Prodi: sull'Iran sono daccordo con Berlusconi

Prodi: «Quanto all'Iran, e' inammissibile che si doti di armi nucleari. Sanzioni come pure un eventuale intervento armato si possono fare, ma in ambito Onu».

E per chi avesse dimenticato:

Il presidente dei Ds D'Alema: "Sicurezza e ordine devono basarsi sul diritto internazionale... Giusto espandere la democrazia, anche con la forza"
di GOFFREDO DE MARCHIS
Si può esportare la democrazia? E se sì, con quali mezzi? Massimo D'Alema indica la sua strada sapendo che quando arriverà sul tavolo di tutta l'Unione sarà un problema. "Esportare la democrazia con successo vuol dire non escludere a priori il tema dell'uso della forza", dice il presidente dei Ds al seminario della fondazione Italianeuropei che ruota intorno al progetto riformista.
Il suo è un discorso tutto incentrato sulla politica estera e oggi politica estera significa anche come stare nel dibattito guerra-pace. Il punto di partenza di D'Alema è: "L'idea neocon di esportare la democrazia è giusta, è un grande obbiettivo", "la sicurezza è nell'espansione della democrazia" e la questione dovrà essere assunta dal centrosinistra. Ma oggi bisogna guardare oltre. "Il multilateralismo - spiega D'Alema - non deve essere interpretato come condivisione di impotenze o accettazione dello status quo, ma come un sistema in grado di intervenire efficacemente, superando la visione ottocentesca della sovranità nazionale". È evidente che il presidente della Quercia ha già lo sguardo rivolto agli impegni di governo del centrosinistra, parla di "un terreno di confronto con la destra americana". E che il tema sia all'ordine del giorno, non solo guerra e pace ma anche Italia e Stati uniti e Europa-Usa, lo testimoniano tutti gli altri interventi. Sull'uso della forza Piero Fassino ha fatto da apripista e oggi dice a D'Alema: "È un tema impopolare ma giusto". Sulla democrazia da espandere Francesco Rutelli osserva: "Qualcuno dice che gli Usa di Cheney, il Cheney che considera giusta la prigione per Nelson Mandela, non possono essere paladini della democrazia. Ma loro una politica ce l'hanno...".
4 maggio 2005

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5. IL FORUM PALESTINA (il PdCI) E NOI

Il 7 marzo scorso abbiamo ricevuto questa nota:

«E' noto a tutti che il Forum Palestina non fa parte del comitato organizzatore della manifestazione del 18 marzo. Si prega di correggere la vostra comunicazione sbagliata. Avete fatto confusione con la manifestazione del 18 febbraio. Su quello che faremo il 18 marzo sono ancora affari nostri.
Cordiali saluti
Forum Palestina»

Ci scusiamo con i compagni del Forum Palestina per averli considerati facenti parte del comitato promotore della manifestazione del 18 marzo

Due lettere al Campo:

«Cari compagni
vi leggo e ogni tanto vi scrivo, sono andata in Palestina nel 2002 e in Iraq ripetutamente prima e dopo l'ultimo conflitto. Conosco bene i compagni di Forum Palestina per immaginare solo che si possano essere accordati su quella frasetta. Abituata a marciare e manifestare , ero il 18 a quella per la Palestina e sono riuscita pure a farmi pubblicare una lettera su Il Manifesto perchè indignata di come la giovane giornalista aveva riferito rispetto a quell'evento. Ho risposto pure alla Rossanda che è scesa in prima persona a difendere una giovane della sua squadra. Se le cose prendono questa piega posso pure rimanermene a casa con mia figlia. Però voglio dirvi, e non solo perchè sono candidata alla camera con i Comunisti Italiani, che in questo momento non alziamo troppe barricate interne perchè non solo è necessario battere Berlusconi e la destra ma è soprattutto necessario battere il berlusconismo a sinistra che come avete illustrato molto bene sta prendendo piede nei circoli sionisti di sinistra. Una in più o una in meno ai miei piedi non fa differenza: i palestinesi hanno Hamas e gli iracheni i loro rappresentanti più o meno di sinistra e più o meno contro l'occupazione. Cosa possiamo intanto fare noi? credo solo chiarezza e informazione altre guerre le stanno preparando nei luoghi appositi. Non lasciamo cadere oggi l'unica opportunità di cambiare qualcosa e di poter contare qualcosa anche nella differenza e nella molteplicità che ci caratterizza.
Un saluto Enrica Palmieri
(Lettera inviata il 9 marzo)

A Enrica rispondiamo che in effetti eravamo in torto quando abbiamo affermato che il Forum Palestina faceva parte del Comitato promotore della manifestazione del prossimo 18 marzo. Essi non hanno quindi alcuna responsabilita' per la pelosa frase surrettiziamente aggiunta all'appello di convocazione della manifestazione medesima (vedi il precedente Notiziario). Detto questo non si tratta di alzare barricate tra compagni, ma di sollecitare tutti ad una pratica piu' coerente e meno tatticistica. Differenze di vedute ci sono e ci saranno. Non sono queste che pregiudicano l'unita' che auspichiamo, ma l'opportunismo, ovvero quella pratica che subordina una politica chiara a vantaggi tattici o a rapporti cordiali con certa sinistra istituzionale proprio a spese della chiarezza. Non siamo noi che poniamo steccati ad una piena collaborazione delle forze antimperialiste, ma chi si ostina ad assumere atteggiamenti settari fondati non su basi politiche ma su meschini interessi di parrocchia. Per cui: che possiamo fare oggi? Da tempo lo diciamo unire tutti gli antimperialisti in Italia guardando, come ha suggerito Chavez all'unita' su scala mondiale, quello che ha chiamato Fronte internazionale antimperialista. Speriamo che altri siano disposti a raccogliere la sfida lanciata da Caracas.


Cari compagni,
accolgo il vostro invito a discutere con voi sulle opinioni e posizioni sostenute nella vostra preziosa rubrica, che provvedo come sempre a far girare nella nostra rete di contatti. Non vorrei che quanto sto per dire sia frainteso, come facilmente può avvenire, per una difesa di orticelli e purezze che non esistono e che non meritano la vostra attenzione al mio contributo. Mi preoccupa, però, che voi continuiate a parlare genericamente e soltanto della sinistra che, di volta in volta, è reticente o apertamente ostile rispetto alle questioni relative alla lotta di alcuni popoli per la loro autodeterminazione. Questo, è vero, vi consente di emergere rispetto al panorama squallido ed opportunista della sinistra sedicente radicale come forza schiettamente e coerentemente antimperialista, ma credo che di questo non abbiate alcun bisogno, dato che non mi pare sia messo in discussione da alcuno, anzi vi viene "addebitato" con estrema forza. Tuttavia, dalle vostre descrizioni, apparirebbe un quadro omogeneo e granitico di opportunisti votati alla semplice ricerca di compatibilità elettorali con un ceto politico di riferimento borghese, e quindi tranquillamente capitalistico e guerrafondaio. Che questo sia vero per la parte che citate, non vi è dubbio, e sostengo da tempo le stesse vostre stesse posizioni. Tuttavia non sarei cos' categorico, per non rischiare di essere superficiale, dimenticando che ad esempio il PdCI, per quel poco che vale e che rappresenta, ha rotto il tavolo programmatico dell'Unione proprio sul tema Iraq, intrattiene rapporti con forze e paesi mediorientali al cui solo citare il nome ai benpensanti che voi stessi nominate viene l'orticaria (vogliamo parlare di Hezbollah, ad esempio?). Inoltre, lo stesso partito ha rifiutato di firmare il programma dell'Unione considerandolo non rispondente ad esigenze per quanto minime di rottura con l'attuale indirizzo governativo, per molti aspetti fra cui di primario rilievo quello della guerra e dell'Iraq in particolare.
Si sprecano le dichiarazioni e le prese di posizione dei nostri dirigenti sulla resistenza irakena come resistenza popolare e di massa, distinta dal terrorismo che come sempre accade si inserisce molto agevolmente nel processo della guerra come tutte le altre attività criminali, che tuttavia nulla hanno a che fare con la difesa dell'autonomia della libertà attraverso le armi che si hanno a disposizione.
Così come abbiamo criticato e preso le distanze dalle elezioni e dai referendum farsa, e non solo per l'Iraq, e consideriamo il sedicente governo irakeno per quello che è, scansando il gioco meschino e puerile di trincerarsi dietro il suo riconoscimento per poi giustificare mediazioni e sottomissioni agli Usa le più ignobili, come invece sta già facendo al leadership unionista maggioritaria.
Siamo stati l'unico partito a rifiutare ufficialmente e nei fatti di partecipare all'adunata di Ferrara, pur considerando Ahmadinejehad il prodotto della pressione imperialista che ha alimentato le pulsioni ultranazionaliste e integraliste degli Iraniani. C'è andato solo Alessio D'amato a titolo personale, ed oggi è fuori dal partito.
Con questo, ripeto, non voglio che pensiate che, discutendo con voi, mi passi per la testa di vantare candori o primazie. Solo penso sarebbe più utile dire che l'Unione ha al suo interno contraddizioni importanti, forze critiche che potrebbero determinare, se sostenute, qualcosa di visibile nell'interesse degli obiettivi che ci poniamo. Altrimenti contribuite anche voi a descrivere una situazione di normalizzazione che nei fatti non c'è. Comprendo che i nostri numeri (frutto anche senza dubbio di scelte discutibili, errate o inopportune) non ci portano sotto i riflettori della politica show, ma almeno l'attenzione di quella impegnata e riflessiva ce lo aspetteremmo. Ripeto ancora, non per farci fare i complimenti, ma per utilizzare le nostre modeste battaglie al fine di rafforzare il fronte antimperialista anche all'interno della politica "istituzionale".
Detto questo, condivido a pieno il pezzo su Quattrocchi, sul quale la nostra Sezione aveva già espresso le medesime valutazioni.
Se vi va, potete farvi un giro su www.rossorosso.it <http://www.rossorosso.it> e spulciare fra i Documenti o nel Forum i nostri contributi alla riflessione politica. Sappiate comunque che i vostri comunicati sono per noi una fondamentale fonte di informazione, e spesso una importante occasione per confrontare posizioni ed analisi politiche.
A presto, fraternamente.

Giovanni Morsillo
Partito dei Comunisti Italiani - Sezione "T. Filancia" - Roccasecca - www.rossorosso.it

Caro Giovanni,

Grazie anzitutto per il tuo apprezzamento.
Non siamo ciechi, siamo in grado di vedere le differenze esistenti all'interno dell'Unione. Il problema e' che accanto alle differenze ci sono non meno cruciali convergenze. Non siete solo in una alleanza elettorale con le forze preferite dal capitalismo (non solo italiano): il PdCI ha firmato un organico patto di governo. Mentre il vostro segretario non si stanca di ripetere che, anche ove il PdCI non entrasse nel governo, mai e poi mai lo farebbe cadere facendo venire meno il suo voto di fiducia. Nessuno puo' dimenticare che Cossutta pur di non togliere la fiducia a Prodi, accetto' di spaccare Rifondazione, rifiutandosi di rispettare le legittime decisioni della allora maggioranza del PRC. Nessuno puo' dimenticare che il PdCI non abbandono' D'Alema quando il vostro governo partecipo' allo squartamento della Iugoslavia in stretta alleanza con I criminali di guerra imperialiisti euro-americani. E su questo come PdCi doveste rompere solide relazioni con la gran parte dei partiti comunisti di mezzo mondo i quali tutti, assieme a noi, si schierarono con la Iugoslavia.
Detto questo non sara' per sbaglio se in diverse circostanze noi abbiamo avuto modo di collaborare con il PdCI (mentre Ds e PRC non perdono occasione per attaccarci). Non solo a livelli locali, ma anche in occasione della scandalosa decisione del governo Berlusconi-Fini di impedire la Conferenza di Chianciano per la pace giusta in Iraq. Siamo davvero riconoscenti ai vostri deputati e senatori per il coraggio che hanno avuto nell'unirsi alle proteste.

Quindi, se son rose, fioriranno. Speriamo cioe' che non si tratti solo di mosse tattiche per scopi elettorali.