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calci e pugni nella caserma degli orrori
ha raccontato violenze inesplicabili Luca A., 25 anni, savonese, testimone dell'accusa al processo per i fatti avvenuti nella caserma di Bolzaneto nei giorni del G8 2001.
Il giovane, assistito dall'avvocato Stefano Bigliazzi, ieri mattina, rispondendo alle domande dei pubblici ministeri Vittorio Ranieri Miniati, Patrizia Petruzziello ha spiegato di essere stato colpito violentemente con un calcio al fondo schiena da un poliziotto.
Un calcio cosi' forte che gli lesiono' il coccige.
"Camminavo con ler mani sulla nuca - ha deto ai giudici - con la testa bassa e ho ricevuto un violento calcio nel sedere che mi ha colpito proprio nel coccige. Stavo per cadre ma l'agente che mi ha colpito mi ha preso e mi ha dato altri pugni.".
Ha quindi deposto Mauro A., 28 anni, di Modena che ha parlato del clima intimidatorio e violento che regnava nella caserma. La sua sfortuna fu quella di avere con se' la tessera di rifondazione comunista e i capelli alla Manu Chao.
"Mentre ero in cella - ha afermato - con la faccia contro il muro e le gambe divaricate, braccia alte e mani appoggiate al muro, agenti mi colpivano senza ragione con calci nelle gambe e schiaffi in testa. Quindi mi insultavano dicendo "zecca, come fai a lavarti i capelli, figlio di p..."
Un altro teste, Alberto A. 25 anni, venezuelano, ma residente a genvoa, ha ricordato che, arrivato a Bolzaneto, venne messo in ginocchio vicino all'edificio dove venivano identificati gli arrestati.
"A un certo punto - ha raccontat qualcuno ha dett ocon voce concitata: "Sta arrivando il ministro teneteli su", allora ci hanno fatt oalzare in piedi."
"Portato poi in infermeria - ha aggiunto - un agente mi sferro' un pugno nello stomaco, senza che medico e infermieri intervenissero in mia difesa."
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