著者: Alvin&Tiziana 日付: To: lista studentesca, Collettivo SPA 題目: [autorgstudbo] Fw: [ReteUniversitaria] studenti e precari - nuove da
parigi
Inoltro nuova mail di Giacomo sul movimento parigino
<< Ciao a tutt*
Come promesso, sebbene con un po' di ritardo riporto
qualche osservazione sul movimento studentesco
francese, per quello che può valere. Scusate il
disordine e gli errori ma sono le due di notte.
Comunque credo sia meglio del nulla dell'informazione
italiana.
Prima di tutto vorrei avvertirvi che le modalità
d'azione e di organizzazione sono del tutto differenti
da quelle cui siamo abituati. Va tenuto conto di
questo elemento, se no si rischia di prenderli nella
migliore delle ipotesi per dei marziani.
Il movimento è partito all'inizio di marzo con i primi
"blocchi" delle facoltà, estesi in seguito alla
maggior parte delle 13 (!) università parigine ed a
quasi la metà delle università francesi. Attualmente
sono chiuse dai rettori, bloccate o occupate circa
quaranta università su 82. Il blocco delle facoltà (
blocage in francese) è una pratica di lunga
tradizione qui in Francia, che può forse essere
assimilata ai picchetti di sciopero: in pratica si
tratta di impedire l'accesso alla facoltà a studenti e
docenti sin dalle prime ore della mattina, sbarrando
poi l'accesso alle aule e/o alla stessa facoltà con
barricate di sedie e banchi. A differenza
dell'occupazione, l'università è abbandonata al calare
della sera. Lo scopo di questo tipo di azione, la
prima in ordine di tempo e la più diffusa, è quello di
garantire la riuscita dello sciopero studentesco e
soprattutto di assicurare una partecipazione di massa
alle assemblee generali che si tengono in genere in
tarda mattinata.
L'assemblea generale (AG) è in effetti il cuore della
mobilitazione: le decisioni sulle forme di lotta, la
scelta di modi e tempi delle azioni, di rivendicazioni
ed obiettivi, emergono dall'assemblea generale, che
si considera legittima rappresentante della totalità
del corpo studentesco indipendentemente dal numero dei
partecipanti. Della serie: se non ci siete cazzi
vostri.
Quello che più mi ha colpito però, non è tanto la
centralità assoluta dell'assemblea, quanto il suo
funzionamento. Tutte le proposte, anche le più
assurde, anche quelle fatte dai personaggi più
improponibili, sono rigorosamente discusse e VOTATE
per alzata di mano. Ho parlato con alcuni compagni di
questa pratica assembleare, così diversa dalla nostra,
ed è considerata come assodata anche dai più
"radicali". Il contenuto della decisione può essere
oggetto di accaniti dibattiti con esiti niente affatto
scontati e spesso non diversi dai nostri, ma la forma
della decisione è
indiscutibilmente "una testa un voto". Non è scontato
neanche l'esito di questa modalità: se di fatto può e
spesso impoverisce il dibattito, d'altra parte
permette un'enorme estensione della partecipazione
alla lotta. Nessuno è escluso dalla decisione, anche
se non è capace di parlare in pubblico o non ha gli
stessi strumenti dei "militanti". Non so dire se sia
necessariamente migliore o peggiore, ma va tenuto
conto che l'estensione della lotta (con cognizione di
causa) tra i non militanti ha raggiunto livelli
impressionanti. E questo l'ho visto con i miei occhi.
Capire come funziona una AG è importante perché, come
proverò a far capire, ha delle conseguenze notevoli
sul movimento nel suo complesso.
Che cos'è il CPE/CNE? Si tratta di due tipologie
contrattuali differenti : il CPE riguarda i nuovi
assunti con meno di 26 anni, in tutti i tipi di
impresa, e rende possibili i licenziamenti "senza
giusta causa" per due anni dall'assunzione con
preavviso di una settimana. Il CNE introduce la stessa
"flessibilità all'uscita" per tutte le aziende con
meno di 20 dipendenti e per i lavoratori di tutte le
età. Il testo della legge parla anche di apprendistato
per i 14enni ed altre simpatiche cosette. Niente a che
vedere con la legge trenta, ma sono sulla buona
strada.
Il ritiro di questo provvedimento (già approvato) è la
principale rivendicazione del movimento . Proprio a
causa delle modalità assembleari di cui scrivevo
prima, l'analisi è ancora ad un livello embrionale e
fatica ad uscire dal campo ristretto della richiesta
di abrogazione della legge. Ad ogni modo comincia a
farsi strada tra i più la percezione che si tratta di
una battaglia ben più vasta del ritiro del CPE/CNE. Si
parla di precarietà.
Questo è uno degli aspetti più interessanti di questa
mobilitazione: un movimento prettamente studentesco
che parla di lavoro. Non è difficile comprenderlo
considerando il taglio prevalentemente generazionale
che il governo francese ha voluto dare alla riforma.
Forse ancor più che in Italia è normale mantenersi gli
studi lavorando e i vincoli che pone la precarietà
lavorativa alla possibilità di aprire un conto in
banca sono sicuramente maggiori che da noi. E senza
conto in banca né reddito fisso è pressoché
IMPOSSIBILE trovare una casa.
Ovviamente questo non spiega l'ampiezza e la
determinazione che il movimento mostra nelle
università. Un compagno che vive in uno studentato per
studenti-lavoratori sabato notte mi ha detto: "La
jeunesse (gioventù) francese si è rotta il cazzo.sono
almeno 5 anni che passa una riforma peggiore
dell'altra. Adesso abbiamo la forza per opporci e la
possibilità di vincere." Io non so se sia vero.
Sicuramente la percezione che la precarietà sia
l'orizzonte di vita e di lotta del presente e del
futuro è viva dentro questo movimento.
« A ceux/ qui veulent/ précariser les jeunes/ les
jeunes / répondent / résistons! » (a quelli che
vogliono precarizzare i giovani, i giovani rispondono
: resistiamo ! ).
Ad ogni modo il movimento è preso estremamente sul
serio sia dalla classe politica sia dalla stampa: il
ritiro della legge è una possibilità presa in
considerazione persino da dichiarazioni ufficiali di
esponenti dell'UMP, il partito neogollista al governo.
Detto questo devo ricordare che gli avvenimenti di
questi ultimi giorni (dallo sgombero della Sorbona in
poi) hanno mostrato un livello di organizzazione del
movimento a dir poco ridicolo. Nonostante il peso che
sui giornali è attribuito all'UNEF ( sindacato
studentesco nato nel 1994 dalla fusione dei due
sindacati socialista e comunista) nella quotidianità
delle AG è difficile rintracciare una componente
predominante che non sia quella degli studenti non
politicizzati. Questo si traduce in una scarsissima se
non nulla capacità di coordinamento. Non esiste un
unico riferimento informativo al di fuori di Indymedia
ed il meccanismo di delega delle AG rende assai
macchinoso qualsiasi tentativo di risposta immediata.
Le azioni comuni a tutte le università infatti devono
essere votate a maggioranza da delegati eletti dalle
singole AG in assemblee inter-ateneo appositamente
convocate. Il risultato è che oggi davanti al College
de France che si trova accanto alla Sorbona
(letteralmente blindata giorno e notte dalle
camionette della celere) c'erano quasi 1000 persone,
nessuno che sapesse cosa fare e neanche un megafono.
Tutti sembrano comunque molto determinati , difficile
dire adesso che piega prenderà il movimento. Quello
che è certo è che gode di un largo sostegno popolare
ed alcune assemblee di docenti ( ad esempio quelli di
Parigi I) hanno espresso pieno appoggio alla lotta.
Neanche il discorso di Villepin pronunciato su TF1
domenica sera sembra aver modificato il quadro. Le
facoltà restano in sciopero, e cominciano a riempirsi
di iniziative: oggi ad esempio nel mio dipartimento
c'è stato un incontro-dibattito con militanti del
movimento sans-papier. Le prossime giornate di
mobilitazione nazionale - il 16 manifestazione
studentesca, il 18 sciopero generale - forse potranno
dare qualche indicazione in più.
un abbraccio
Giacomo
P.S. Appena troverò un attimo di tempo, proverò a
tradurre un paio di documenti interessanti che ho
raccolto. Uno in particolare, che entra nel dettaglio
dei dispositivi della legge dell' "égalité de chances"
(quella che contiene il CPE), credo possa esservi
utile per capire meglio di cosa si tratta.