[DePILazione] Come procede con la Coca-Cola

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Autor: Silvia
Datum:  
To: depilazione
Betreff: [DePILazione] Come procede con la Coca-Cola
Cari boicottatori,
come sospettavamo, Coca-Cola prova a rimangiarsi
la Commissione d'inchiesta indipendente. Le
prossime ore saranno decisive per capire se ci
riuscirà...

Qui sotto trovate l'articolo uscito oggi su
Liberazione.
Sul sito www.nococacola.info trovate anche info e
commenti sulla richiesta del Sindacato
Internazionale di affidare all' Organizzazione
Internazionale del Lavoro un'ulteriore inchiesta
indipendente.

Nel frattempo continuate a firmare e a far
firmare per aderire alla campagna.
Siamo vicinissimi a 20.000 adesioni.

Buona lettura.

REBOC

COCA-COLA SI "BEVE" IL PATTO: MAI PARLATO DI
INCHIESTA NEGLI STABILIMENTI IN COLOMBIA
La Company: "L'accordo con Veltroni era per la
visita di una delegazione interistituzionale"

Testata: LIBERAZIONE
Autore: Checchino Antonini
Data: 7 Marzo 2006
Articoli e materiali correlati:
http://www.tmcrew.org/killamulti/cocacola/iniziative/inchiesta.html

Il testo dell'accordo del 7 Novembre:
http://www.tmcrew.org/killamulti/cocacola/comunicati/veltroni_cocacola071105.htm


“Mai parlato di inchiesta, ispezione o di
commissione. L’accordo firmato a Novembre era
esplicito: Coca Cola acconsentiva alla visita di
una delegazione interistituzionale negli
stabilimenti dell’imbottigliatore colombiano.
Come e quando lo decideremo con Veltroni, è con
lui che abbiamo firmato l’accordo”. Tre mesi
dopo, Nicola Raffa, responsabile pubbliche
relazioni per il Mediterraneo della company di
Atlanta, gela le speranze su un’inchiesta
indipendente negli stabilimenti colombiani al
centro di ripetute denunce, di violazione dei
diritti umani e sindacali, da parte del sindacato
Sinaltrainal che ha promosso una campagna
internazionale di boicottaggio della nota bibita
gassata.

Con una lettera a Luigi Nieri, assessore al
Bilancio della Regione Lazio e Massimiliano
Smeriglio, Presidente del Municipio Roma XI, la
multinazionale di Atlanta ha respinto al mittente
la proposta di composizione della commissione,
elaborata con la Reboc (Rete boicottaggio Coca
Cola) che, secondo gli accordi, avrebbe dovuto
effettuare la visita entro il mese di Marzo.
“Discuteremo nelle prossime settimane solo con
Veltroni”, era stato l’annuncio dell’azienda a
cui anche l’Ilo, International Labour Office
delle Nazioni Unite, ha ufficialmente richiesto
un assessment, una valutazione della situazione
negli stabilimenti colombiani. “Un fatto
importante”, lo definisce Raffa che considera
“autorevole e imparziale” la valutazione
dell’Ilo, a sua volta interpellato dall’unione
internazionale dei sindacati del comparto
alimentare.

Le ultime mosse dell’azienda, che sembra aver
atteso la fine delle olimpiadi per precisare la
differenza tra inchiesta e visita, hanno
ridestato i timori della Reboc di un’esclusione
degli osservatori della società civile: “Non
vorremmo che si voglia una commissione
compiacente, speriamo che le istituzioni non
cadano in questo tranello”.

“Abbiamo imparato dagli indios come si tratta con
l’uomo bianco, non vogliamo fare da spettatori.
Continueremo a denunciare i temi di fondo della
campagna e un’eventuale mancanza di serietà della
Coca”, avverte Massimiliano Smeriglio, presidente
di uno dei due municipi (l’altro e Roma X,
presieduto da Sandro Medici), che a novembre
avevano intimato l’alt allo sponsor principale
della fiaccola olimpica in marcia verso Torino.

“Anche Smeriglio, Medici e io abbiamo
sottoscritto quell’accordo. Il punto vero,
adesso, è fare questa visita – spiega a
Liberazione Luigi Nieri, assessore della Giunta
Marrazzo – per ottenere una verifica attenta
delle denunce ripetutamente fatte dal
Sinaltrainal. Abbiamo consegnato una proposta di
delegazione ed è evidente che non può partire
alcuna visita senza le associazioni che hanno
dato vita al confronto e alla battaglia. Se si
pensa di partire senza la Reboc, per quanto mi
concerne, è un accordo non rispettato”.

Per “blindare” in qualche modo la propria
indipendenza, le associazioni hanno anche deciso
di pagarsi il viaggio rinunciando all’ospitalità
della multinazionale e delle istituzioni. Con una
lettera aperta a Campidoglio, municipi, regione e
Company, la Rete boicottaggio Coca cola, solo un
paio di settimane fa, aveva lamentato i ritardi
nelle trattative chiedendo alle parti se avessero
intenzione di rispettare gli accordi presi.

Il nodo, al centro di un vivace scambio
epistolare tra Fausto Bertinotti e Nicola Raffa
alla vigilia delle olimpiadi, è la denuncia del
Sinaltrainal che, dal 1989, accusa la
multinazionale di Atlanta di connivenza con gli
squadroni della morte nelle decine di sequestri,
torture, minacce e nell’omicidio di otto leader
sindacali.

Per 61 volte, gli attivisti della campagna di
appoggio al Sinaltrainal hanno bloccato,
rallentato o disturbato l’incedere dei tedofori e
della carovana sponsorizzata dalla Coca cola. La
protesta s’è poi saldata con la lotta contro
l’Alta velocità in Val di Susa e, a Roma, aveva
incontrato i divieti ai colori della
multinazionale, opposti dai due municipi
“ribelli”. Ci volle l’intervento di Veltroni e la
firma dell’accordo per sbloccare il passo alla
fiaccola.

La nota multinazionale, pur respingendo ogni
responsabilità nei fatti denunciati e dichiarando
di possedere solo una quota di minoranza del
maggiore imbottigliatore colombiano, sembrava
intenzionata a garantire la visita o inchiesta
che dir si voglia. Raffa ci tiene a sottolineare
che, un mese fa, mille lavoratori hanno
manifestato a Bogotà contro la campagna di
boicottaggio e sospetta una sorta di presunzione
di colpevolezza contro l’azienda che rappresenta.
Ma il Sinaltrainal, proprio il 4 febbraio, ha
denunciato le minacce contro Plutarco Vargas
Roldan, dirigente del sindacato impiegato in uno
degli imbottigliamenti della bevanda frizzante.
Le imprese farebbero pressioni sui lavoratori
perché firmino contro le calunnie all’azienda di
Atlanta. Il 31 gennaio soggetti travisati da
berretti con la scritta Coca Cola avrebbero
aggredito verbalmente e fotografato lavoratori di
una ditta di Bogotà che manifestavano dove veniva
esibita la Coppa del mondo di calcio, prossima
vetrina della multinazionale.

Intanto la Corte di Miami, Florida, sta decidendo
sulla sussistenza della giurisdizione per
giudicare gli imbottigliatori colombiani della
Coca cola.



SALVA LA VITA AI SINDACALISTI COLOMBIANI
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