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Tárgy: [NuovoLab] Teste riconosce Gratteri vedendo un filmato in aula
secolo xix

Teste riconosce Gratteri vedendo un filmato in aula

Colpo di scena ieri durante il processo per per l’irruzione della polizia nella scuola Diaz durante il
G8 genovese.
Una teste dell’accusa, Teresa Treiber, di Monaco, ha riconosciuto in aula, vedendo un filmato, Francesco Gratteri, il dirigente di polizia che durante il G8 era in servizio a Genova, come colui che impartiva ordini, dava direttive e chiedeva passaporti agli arrestati all’interno della scuola Diaz.
Gratteri, uno dei 29 poliziotti imputati nel processo, oggi questore di Bari, è imputato di falso e calunnia in merito al ritrovamento nella scuola di due bottiglie molotov.
La testimone, nella sua deposizione, ha rivelato inoltre che Gratteri dirigeva le operazioni di perquisizione.
Il difensore di Gratteri, avvocato Luigi Li Gotti, in merito alle dichiarazioni della teste, ha commentato che dalle dichiarazioni della giovane non è scaturtito nulla di nuovo, visto che il suo assistito non ha mai affermato di non essere entrato nella scuola Diaz. Il legale ha sottolineato che la deposizione della teste non apporta novità in quanto il dottor Gratteri ha dichiarato ai pm fin dal suo primo interrogatorio di essere entrato nell’istituto, specificando anche di essersi reso conto dell’enorme confusione nelle operazioni di raccolta del materiale rinvenuto e di aver dato disposizioni ad un altro funzionario, ufficiale di Pg, indicato come teste nel processo, di procedere con attenzione e ordine.

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lavoro repubblica

Una quarantenne tedesca riconosce l´ex dirigente del Servizio Centrale Operativo del Ministero
G8, una testimone accusa "Gratteri dava ordini alla Diaz"

"Era elegante come un dirigente d´azienda, ma con il casco e un manganello in mano"
"Ci chiese i passaporti, ci diceva di tenere la testa bassa, con lo sguardo rivolto al pavimento"
MASSIMO CALANDRI


«È QUESTO». Teresa Treiber, nata a Monaco di Baviera 39 anni fa, non ha dubbi. Osserva il filmato trasmesso in aula. E riconosce senza esitazioni quell´uomo alto, magro e barbuto, vestito di un completo scuro con cravatta. «Come potrei dimenticarlo?», dice ai giudici. «Così elegante, come un dirigente d´azienda. Ma con un casco della polizia in testa ed un manganello in mano». Come potrei dimenticarlo? «Era nella palestra della scuola Diaz, impartiva ordini ai poliziotti e ci ordinava di tenere la testa bassa, lo sguardo a terra». Come potrei dimenticarlo? «Era uno elegante. Uno importante. Ma con il casco, il manganello. Impartiva ordini. È questo». Quel signore elegante si chiama Francesco Gratteri. È uno dei 29 imputati per l´assalto poliziesco all´istituto di via Cesare Battisti, tragico epilogo dello sciagurato G8. Allora, nel luglio 2001, era dirigente del Servizio Centrale Operativo ed uno dei più importanti funzionari del Ministero dell´Interno presenti a Genova. L´inchiesta ministeriale e quella della Procura di Genova non ne hanno rallentato la carriera, al contrario. Prima ai vertici dell´antiterrorismo, oggi questore di Bari, Gratteri è uno degli uomini più potenti della Polizia di Stato. Cosa ci faceva, quella notte alla scuola Diaz? Agli inquirenti in sostanza raccontò di essersi prodigato nell´aiutare i no-global feriti, di essere rimasto quasi sempre nel cortile dell´istituto salvo un breve passaggio nella palestra, di non avere mai avuto un ruolo da protagonista nell´irruzione.
Di non aver comandato nessuno di quell´esercito che piombò nella scuola e con i calci, con i pugni, con i manganelli, cominciò a spaccare teste, a rompere braccia, a buttare giù i denti di 93 persone disarmate che imploravano di non essere picchiate.
Ma in considerazione della versione del super-poliziotto, è innegabile che la testimonianza di Teresa Treiber regali qualche comprensibile perplessità. La donna ha infatti spiegato che quando fu portata in palestra dai poliziotti - in una palestra dove erano evidenti le tracce del pestaggio selvaggio, tra macchie di sangue, vetri rotti, zaini rivoltati, ragazzi esanimi che si lamentavano - notò quel funzionario elegante. «Mi sembrò una cosa strana, vedere un uomo così ben vestito portare il casco e tenere un manganello in pugno». A Teresa non ci volle molto per capire di avere di fronte un funzionario. Un capo. «Ci chiese i passaporti. Ci diceva di tenere la testa bassa, gli sguardi rivolti al pavimento». E poi, aggiunge la donna: «Impartiva ordini ai poliziotti». Per dare un nome e cognome all´elegante capo, è stato sufficiente attendere il minuto numero 11 del video numero 174: Francesco Gratteri. «E´ questo». Vale forse la pena di ricordare che nei ricordi di Teresa Treiber è comparso un altro funzionario della polizia, vestito con un giubbotto di colore chiaro. «Aveva un manganello in mano e menava colpi a tutti quelli che gli arrivavano a tiro».
Black Bloc, il lungo stop. Il Consiglio Superiore della Magistratura ha accolto le dimissioni di tre dei suoi membri: uno, non di nomina parlamentare, è Lanfranco Tenaglia, che si candida per la Margherita nel collegio abruzzese. Verrà sostituito dal primo dei non eletti: Dario Devoto, che attualmente presiede il collegio giudicante di uno dei processi-cardine del G8, quello per la devastazione e il saccheggio di Genova. Devoto non ha ancora comunicato la sua decisione. In teoria potrebbe scegliere di tenere fede al suo ruolo istituzionale. Secondo indiscrezioni, però, saluterà nel corso della prossima udienza e sederà per circa quattro mesi su di una delle prestigiose poltrone del Csm. Il processo a questo punto potrebbe riprendere in autunno.
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