[NuovoLab] G8: Bolzaneto identificata l'agentte "buona"

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著者: brunoa01
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To: veritagiustiziagenova, fori-sociali
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題目: [NuovoLab] G8: Bolzaneto identificata l'agentte "buona"
secolo xix

Processo g8 Bolzaneto, identificata l'agente «buona»




GenovaDopo un'interminabile carrellata di testimonianze in cui i testi descrivono le violenze messe in atto dalle forze dell'ordine all'interno della caserma di Bolzaneto, durante il G8 genovese, ieri Chiara Germanò, una giovane che si è costituita parte lesa nel processo, ha raccontato di un'agente carceraria che assistendo al comportamento violento messo in atto da suoi colleghi, scuoteva la testa e dava chiari sensi di disapprovazione.
L'agente «buona», come è stata definita dalla teste, è stata riconosciuta in una foto ieri mattina nell'aula bunker di palazzo di giustizia. A seguito di questo riconoscimento, i pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati hanno annunciato al tribunale che valuteranno se sentire l'agente come teste dell'accusa.
La testimone Chiara Germanò, oltre all'agente carceraria dal comportamento «gentile e umano», ha riconosciuto anche la poliziotta Daniela Cerasuolo, di Palermo, che nel processo è imputata di abuso di autorità sui giovani detenuti all'interno della caserma di Bolzaneto. La teste ha raccontato che la poliziotta mentre la accompagnava nel corridoio della struttura, avrebbe riso e non impedito le botte e gli insulti che riceveva al suo passaggio.
Nel corso dell'udienza ha deposto anche Marco Persico, un giornalista free lance di Napoli, il quale ha raccontato degli abusi che anche lui si trovò a subire. In alcune foto Persico ha riconosciuto il medico Giacomo Toccafondi e l'ispettore Biagio Gugliotta, entrambi imputati. Il teste ha raccontato di aver chiesto ai poliziotti di essere visto da un dottore perché aveva la mano molto indolenzita per le botte ricevute. «Quando il medico sentì la richiesta che avevo fatto e il problema che avevo - ha raccontato il giornalista ai giudici - mi prese la mano dolorante e la strinse molto forte. Poi, guardandomi negli occhi, mi disse: "Dove ti fa male?" Quindi lasciò la presa e se ne andò senza darmi alcuna cura».



El. V.
07/03/2006




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