[NuovoLab] Manifesto in difesa delel civlta'

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Autore: antonio bruno
Data:  
To: lilliput-ge
CC: fori-sociali, forumgenova, forumsociale-ponge, debate, forumambientalista, veritagiustiziagenova
Oggetto: [NuovoLab] Manifesto in difesa delel civlta'
Manifesto in difesa delle civiltà. Dieci idee contro il razzismo (non solo
di Pera)
L’Occidente vive una crisi profonda. Dei suoi modelli economici e sociali,
ma anche dei suoi modi di produrre e di consumare: della sua civiltà. La
“favola bella” della globalizzazione, che prometteva una nuova
straordinaria stagione di progresso per tutti, l’età dell’oro, è finita. Il
dominio del mercato - mondiale e unico - ha generato disuguaglianza,
insicurezza, instabilità, nuova concentrazione delle ricchezze nei paesi
ricchi. E come consulenza di tutto ciò ha generato guerra. La guerra non è
un accidente, una eventualità: è la conseguenza di questa globalizzazione
occidentale, è inevitabile, è la via di sopravvivenza per il mercato unico.
A questa crisi dell’Occidente, a questo “male oscuro”, che pervade le
nostre società, una parte delle classi dirigenti, dell’intellettualità e
della Chiesa, offrono una risposta apertamente reazionaria. Che talvolta si
mantiene nei confini del buonsenso e del conformismo, talvolta - spesso -
non riesce ad evitare accenti razzisti e xenofobi. In che consiste questa
risposta? Nell’idea che lo “scontro delle civiltà” sia inevitabile e anzi
sia già in atto, e che la chiave di volta della “Storia” - l’unica via per
salvare l’umanità in pericolo - sia la “riscossa” dell’Occidente
minacciato. Il regolamento dei conti tra le civiltà superiori - cioè più
ricche, tecnologicamente più avanzate - e il resto del mondo. Condizione
perché questa riscossa abbia successo è la sconfitta di quei pezzi del
mondo non-occidentale che sono più lontani dall’idea dell’integrazione. Per
questo la cultura islamica, i popoli arabi - e i migranti - diventano il
nuovo capro espiatorio delle nostre difficoltà e delle nostre paure.
Proprio come accadde ai tempi delle crociate contro gli “infedeli”. Questa
nuova crociata - pubblicamente dichiarata con il manifesto di Marcello Pera
(per la difesa dell’Occidente), che ha raccolto l’adesione di gran parte
del centrodestra e che ieri è stato illustrato al Papa - si riconnette
organicamente ai valori antimoderni e preilluministici, in nome della
restaurazione delle Gerarchie tradizionali, di tipo sociale, culturale,
sessuale.
Questo progetto - qui in Italia - inquina pericolosamente il clima, ben al
di là della campagna elettorale: alimenta l’odio e l’ intolleranza,
corrompe la cultura e ne impedisce lo sviluppo, semina un nuovo inquietante
integralismo, disintegra persino le basi del liberalismo, punta su un
neofondamentalismo occidentalista di segno autoritario. Noi vogliamo
contrastarlo attivamente, rilanciando una carta dei valori radicalmente
alternativa. Ve ne proponiamo uno schema e vi chiediamo di aderire.


IL MANIFESTO


L’UGUAGLIANZA
Le donne e gli uomini sono tutte e tutti uguali. Ogni essere umano nasce
con lo stesso diritto ad una vita compiutamente realizzata, senza
distinzioni di genere, casta, censo, reddito, etnia, religione. Lo scopo
fondamentale della politica è quello di affermare questo principio.
Aspirando a costruire un mondo dove le disuguaglianze siano sempre minori.
Il compito primario della politica non è quello di assicurare efficienza
allo sviluppo, ma di ridurre e cancellare le sopraffazioni e le
disuguaglianze nelle relazioni tra persone, popoli, Stati. Solo in questo
modo si può garantire il diritto fondamentale all’individualità e alla
differenza. Una società equilibrata salvaguarda le differenze e difende i
diritti individuali, una società ingiusta e gerarchizzata li cancella. Il
dovere essenziale della politica in una società moderna è quello di
contrastare tutte le discriminazioni: quelle teoriche e quelle pratiche,
quelle economiche e quelle sociali, quelle formali e quelle di sostanza. Di
queste discriminazioni il razzismo e la xenofobia sono le più odiose e
aberranti.

La LIBERTA'
Ogni essere umano nasce libero. Ogni essere umano ha diritto a vivere
libero. Non ci potrà essere libertà se non si demoliscono le basi della
schiavitù dal bisogno, dello sfruttamento del lavoro, dell’egoismo sociale,
dell’oppressione patriarcale, della superstizione, del nazionalismo. La
libertà si realizza abbattendo il dominio. L’affermazione di una società
pienamente libera avviene attraverso la critica e il ridimensionamento del
potere. La libertà degli individui e dei popoli, cioè la possibilità di
vivere la propria vita di tutti i giorni e di costruire il proprio destino
in razionalità e autonomia, resta un insopprimibile bisogno umano.

La FRATERNITA' E LA SORELLANZA
La convivenza solidale tra le persone è alla base di ogni civiltà: solo il
vincolo amichevole della specie, solo la capacità di rapporto con l’Altro e
con l’Altra, solo la costruzione attiva di un legame di fratellanza e
sorellanza, hanno reso possibile la straordinaria storia dell’umanità.
Contro le pulsioni distruttive dell’homo homini lupus, contro il ritorno
dello spirito maschile e guerriero, contro la pratica della morte e dello
sterminio, la sorellanza e la fratellanza sono oggi dimensioni essenziali.
Le sole che possono indicarci un orizzonte di felicità.

LO SVILUPPO
Lo sviluppo non si misura con la falsa neutralità del Pil: non è la cieca
crescita quantitativa di merci. E’ un progetto di rinascita economica e
sociale rispettoso dell’ambiente, dei diritti delle generazioni che
verranno, e della necessità di un’equa distribuzione della ricchezza. La
terra è di tutti. La ricchezza economica e tecnoscientifica deve servire a
tutti. Ai viventi e ai futuri abitanti della Terra.

I DIRITTI DI NUOVA CITTADINANZA
Ogni persona è cittadina se può esercitare i diritti basici di
partecipazione alla politica. Se può difendersi dal potere. Se ha di fronte
una giustizia non discriminatoria per classe e per censo. Se può
liberamente esprimere le proprie idee e le proprie speranze. Ma una
cittadinanza piena è imprescindibile dall’estensione di diritti sostanziali
universali: allo studio, alla salute, alla mobilità, all’abitazione e alla
dignitosa sopravvivenza. La cultura, l’informazione, la sanità, i trasporti
di base, la casa, per acquisire davvero questo statuto universale, non
possono che essere sottratti al dominio delle merci e del Privato. La
scuola pubblica, laica e plurale, luogo della convivenza, dell’incontro e
della contaminazione, è la base di questa ispirazione. Lo Stato non deve
finanziare la libera istruzione privata.

LA FAMIGLIA
Le donne sono il soggetto della più straordinaria e prolungata rivoluzione
del nostro tempo, fondata sulla libertà e l’autodeterminazione femminile.
Alla base della convivenza sociale, che assume la diversità di genere e di
orientamento sessuale come tratto distintivo della libertà moderna, c’è
dunque la libera scelta delle persone - con il solo limite stabilito dal
rispetto della libertà altrui. La famiglia si articola oggi in una vasta
molteplicità di opzioni e di libere unioni, contro ed oltre il dominio
patriarcale, contro ed oltre ogni gerarchia stabilita autoritativamente,
contro ogni idea tradizionale che limiti la libertà sessuale.

IL RIFIUTO AL RAZZISMO
Oggi nessuno può credibilmente argomentare la superiorità dell’“uomo
bianco”. Esiste però una posizione, diffusa, che afferma la superiorità
culturale e civile dell’occidente sugli altri popoli del pianeta. La
chiusura delle frontiere, la categoria del “clandestino” sorreggono questo
nuovo razzismo. Noi affermiamo, al contrario, il diritto dei popoli a
emigrare, a viaggiare, a mescolarsi e ci opponiamo alle chiusure delle
frontiere

IL DIALOGO TRA CIVILTA'
Il dialogo tra le diverse civiltà è una risorsa per l’umanità. La civiltà
occidentale - quel mix complesso di cultura progressista nata
dall’illuminismo, dal liberalismo, dal cristianesimo e dal contributo del
movimento operaio, è solo una delle civiltà che abitano il pianeta. Altre
si sono espresse, anche con molta forza e splendore, in epoche passate,
altri orizzonti attraversano l'immaginario delle popolazioni mondiali. Il
dialogo tra le civiltà è la nuova frontiera dell’umanità, l’unico orizzonte
credibile per un futuro di pace e di benessere reciproco.

LA LOTTA AL TERRORISMO
Il terrorismo è una forma atroce e inaccettabile di lotta politica. Esso
annienta i corpi, moltiplica le vittime e perciò stesso rende muta la
politica. Oggi l’ipoteca del terrorismo pesa non solo sulle popolazioni
occidentali ma molto di più sullo stesso mondo arabo-musulmano schiacciato
dal fallimento delle speranze progressiste, dominato dal neocolonialismo e
reso ostaggio di formazioni integraliste e reazionarie che fanno dello
strumento terroristico un uso spregiudicato quanto lucido. Il terrorismo
non si spiega solo con la disperazione sociale in quanto vive di una sua
autonoma progettualità politica. Tuttavia l’aggressione dell’occidente
capitalistico lo alimenta e lo rafforza. Battere il terrorismo significa
innanzitutto offrire una possibilità di autoliberazione democratica ai
popoli arabo-musulmani, e questo non può avvenire se non si pone fine alle
guerre e all’oppressione nei loro confronti.

LA PACE E LA NONVIOLENZA
La guerra va respinta. Senza se e senza ma. Va espulsa dalla storia e dalla
legalità internazionale. Bisogna opporsi alle aggressioni che l’Occidente,
e gli Stati Uniti, continuano a perpetrare ai danni del Sud del mondo.
Diciamo sì alla pace, alla convivenza dei popoli, alla pari dignità delle
culture. Ci impegniamo sulla frontiera dell’interdipendenza e
dell’accoglienza. Molti di noi sono convinti che non ci potrà mai essere
pace vera, completa e duratura senza una scelta strategica di nonviolenza.

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Liberazione (sabato 4 marzo)