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Il gip: "Bisogna controllare le tracce del telefonino per capire quando il giudice si recò a Bolzaneto e per quanto tempo vi rimase"
G8, niente archiviazione per Sabella
Nuove indagini sul magistrato che coordinava il carcere-lager
Il ricordo del generale Oronzo Doria: "Lo vidi nella struttura almeno quattro volte"
Udienza Diaz, gli avvocati dei poliziotti all´attacco della radio dei no global
MASSIMO CALANDRI
«SUPPLEMENTO d´indagine» nei confronti del magistrato Alfonso Sabella, che durante il G8 genovese era il coordinatore dell´amministrazione penitenziaria. Il giudice per le indagini preliminari, Lucia Vignale, ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dai pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati, cui si erano opposti anche 63 no-global transitati per il "centro di prima detenzione" di Bolzaneto. «Occorre accertare - scrive il gip - , individuando le utenze telefoniche cellulari che furono in uso al Sabella tra il 20 e il 23 luglio 2001 ed acquisendo i relativi tabulati con la localizzazione delle celle attivate, quante volte Sabella si recò a Bolzaneto e quanto tempo, ogni volta, vi rimase». A distanza di quasi cinque anni, ci sono ancora alcune cose che non convincono il tribunale: l´allora coordinatore dell´amministrazione penitenziaria, già indagato, ha sempre infatti sostenuto di non aver notato nella caserma nessun comportamento violento, vessatorio o comunque illegittimo, spiegando di aver visto detenuti in piedi e con le mani al muro, ma ritenendo che si trattasse di un ordine impartito dai suoi uomini per un tempo strettamente necessario. E´ credibile? Secondo la Vignale, solo «a condizione che la sua presenza nel sito sia stata non soltanto intermittente, ma anche, complessivamente di breve durata». Sabella - già pm a Firenze ed oggi giudice presso il tribunale di Roma - sostiene appunto di essersi fermato a Bolzaneto per pochissimo tempo: come avrebbe potuto altrimenti non accorgersi di quanto stava accadendo là dentro? E´ giusto questo il motivo per cui il gip chiede di scoprire - attraverso i telefonini - per quanto tempo Sabella sia rimasto in caserma. Anche perché ci sono dipendenti dell´amministrazione penitenziaria, e lo stesso generale Oronzo Doria, che ricordano: «Veniva tutti i giorni all´ufficio matricola», «Lo vidi nella struttura almeno quattro volte», «Era presente soprattutto a San Giuliano, ma nell´arco della giornata visitava spesso anche Bolzaneto», «Non stava in un punto fisso, girava per la struttura, comprese anche, a volte, le celle». Nelle 43 pagine di ordinanza, il gip Vignale ha bocciato due delle oltre cento richieste di archiviazione.
Bye bye, Berlusconi. Nel corso dell´udienza per il sanguinario assalto della polizia alla scuola Diaz, uno degli avvocati della difesa (Piero Porciani) ha chiesto che fosse messo a verbale il fatto che uno dei testimoni interrogati - un giornalista tedesco - si è presentato indossando con cappellino con la scritta «Bye bye, Berlusconi»: la scritta riporta in realtà il titolo di un film, girato a Genova e in Liguria nei mesi scorsi, presentato alla recente Festival di Berlino e che sta spopolando in Europa. «Siamo arrivati al «non nominare il nome di Silvio invano"?», ha commentato, abbastanza sconsolato, l´avvocato Stefano Bigliazzi. Nel corso del processo è stata ascoltata a lungo anche Anna Curcio, che come il giornalista tedesco era tra i 93 massacrati di botte ed arrestati illegalmente dalla polizia al termine dello sciagurato blitz del 21 luglio 2001. La Curcio, imputata per associazione sovversiva in un procedimento aperto a Cosenza contro i no-global, durante il G8 genovese lavorava per conto di Radio Gap, un network che forniva servizi ed informazioni. Secondo i gli avvocati dei 29 poliziotti sotto accusa, che volevano utilizzare atti del procedimento cosentino, Radio Gap e la Curcio in particolare erano in qualche modo conniventi con le Tute Nere, cui avrebbero fornito informazioni circa gli spostamenti delle forze dell´ordine durante i disordini. Tema suggestivo ma senza futuro in questo tipo di processo, dove si parla di manganellate vibrate su soggetti indifesi, prove fasulle e verbali falsificati. La Curcio su certi argomenti si è avvalsa della facoltà di non rispondere, per il resto ha descritto - così come il primo teste - la drammatica dinamica dell´irruzione della polizia. Oggi nuova udienza.
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