[Cm-milano] IL MANIFESTO DEL PIRATPARTIET

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Autor: Alessandro
Data:  
A: cm-milano
Assumpte: [Cm-milano] IL MANIFESTO DEL PIRATPARTIET
IL MANIFESTO DEL PIRATPARTIET
BACKGROUND
Si dice spesso che il copyright promuove creazione e produzione di cultura,
e nessuno sembra mettere in discussione questa affermazione. Lo facciamo
noi! Affermiamo la falsità di questa credo così diffuso: i copyrights
soffocano il nostro comune patrimonio culturale. Oltre ciò, vogliamo
sottolineare l’orrenda decisione del 1 luglio 2005 con la quale il nostro
governo ha deciso di criminalizzare milioni di cittadini. In materia di
copyright è stata scelta una strada che va nella direzione opposta rispetto
al sentire dell’opinione pubblica. Affermiamo inoltre che i brevetti,
creando monopoli sul sapere, soffocano l’innovazione, reprimono la
concorrenza e impediscono lo sviluppo (senza parlare del modo in cui i
detentori di brevetti abusano della loro posizione).
Ultima questione di assoluta importanza: la privacy. La Svezia si appresta a
diventare una società nella quale ogni singolo cittadino viene costantemente
sorvegliato dal governo. Noi intendiamo invertire questa tendenza folle.
I DIRITTI DEI CITTADINI
La Costituzione Svedese assicura ad ogni cittadino tutti i basilari diritti
umani quali sono libertà di espressione, la protezione da ogni forma di
oppressione ed il rispetto dell’individuo nella sua interezza. La Direttiva
Europa sulla conservazione dei dati (Data Retention Act che rende
obbligatoria per i provider e per gli operatori delle telecomunicazioni la
conservazione dei dati) viola uno di questi diritti obbligando compagnie
telefoniche e Internet Provider a registrare e conservare informazioni
riguardanti ogni nostra singola telefonata, ogni mail inviata o ricevuta,
ogni sito web visitato e persino la posizione in qualsiasi momento di ogni
telefono cellulare. Tutto ciò mortifica la libertà di espressione, riduce il
diritto alla libera associazione e viola l’articolo 12 della Dichiarazione
dei Diritti Umani dell’Onu (e sono riusciti a fare tutto ciò in un giorno
solo). Ogni governo esiste per perseguire lo sviluppo della società e per
proteggere i suoi cittadini, e sono i cittadini stessi ad accordare
legittimità a qualsiasi governo. Un governo che usa il proprio potere contro
i propri cittadini risulta di fatto illegittimo. Ogni norma di legge deve
infatti rimanere saldamente ancorata alla volontà del popolo che questa
governa: in caso contrario il rischio che si corre è quello di una
oppressione totale da parte dello stato. E’ nostro obbiettivo abolire il
"Data Retention Act" e rafforzare tutte le garanzie costituzionali e tutti i
diritti dei cittadini. LA DOPPIEZZA DELLE LEGGE IMMATERIALE Il copyright ed
i brevetti vennero creati come strumenti di avanzamento della società e come
strumento di garanzia per autori e artisti. Oggi, lo sviluppo economico e
tecnologico ne ha completamente smontato il senso originario trasformandoli,
di fatto, in un vero e proprio cappio al collo per il nostro comune
patrimonio culturale. La lobby dei principali operatori sul mercato,
utilizza i propri monopoli – sanciti dallo stato – per imporre a tutti
regole e prezzi che seguono valutazioni del tutto avulse da ciò che è
l’interesse pubblico. Oggi il copyright non ha più senso. Le enormi barriere
tecnologiche e culturali che nei secoli scorsi impedivano quasi a tutti
accesso alla cultura ed all’innovazione tecnologica, sono oggi
definitivamente crollate e ciascuno di noi può ormai può dire la sua in
quanto ideatore di contenuti tecnologici o artistici – l’esplosione di
Internet è il massimo esempio di questa nuova forza. Circolano oggi più
libri, più contenuti, più cultura, più musica, più articoli, più innovazione
e più film di quanto mai sia successo nella storia dell’umanità. Nonostante
ciò, la maggior parte del patrimonio culturale ereditato dai secoli passati,
è rinchiuso a doppia mandata, lasciato marcire in sotterranei ammuffiti, non
più pubblicato o fuori stampa. Quest’enorme ostacolo all’innovazione, il
lento soffocamento delle nostre menti e la repressione delle nostre idee non
sono più tollerabili. Idee, musica e saperi non possono in nessun modo, per
loro stessa natura, essere proprietà esclusiva di qualcuno, quando vengono
condivisi si moltiplicano. Quando vengono condivisi arricchiscono chi li
dona e chi li riceve. Gli accordi anticoncorrenza messi in atto da grandi
soggetti per controllare il singolo autore sono immorali. I limiti posti
dalla grande distribuzione sui diritti dei consumatori sono illegali.
Intendiamo promuovere una discussione costruttiva sulla doppiezza della
legislazione sulla proprietà intellettuale (IP law), descrivendone quelle
che sono le pessime conseguenze sul cittadino comune. Proponiamo regole
eque, regole che possano andare incontro all’esigenze di produttori ed
ideatori di contenuti e che nel contempo possano rafforzare il potere dei
consumatori. Ciò è possibile rivedendo la legislazione sulla proprietà
intellettuale, aggiornandola al nuovo scenario tecnologico e ad un modello
di business attento alle problematiche ambientali. LA QUESTIONE DEI BREVETTI
Molti pensano che i brevetti incrementino la diffusione di saperi ed
informazioni e che tutelino (per un periodo di tempo limitato) gli interessi
di chi, con il proprio lavoro, ha dato vita a nuove scoperte o invenzioni, o
di chi, invece, investe economicamente in nuove scoperte e in nuovi
procedimenti tecnologici. Noi riteniamo del tutto giusto e naturale che
autori e imprenditori possano guadagnare e per il loro lavoro e per le loro
intuizioni. I brevetti, però, servono oggi come arma contro i concorrenti,
impedendo così l’innovazione. Quando vennero creati, la durata di un
brevetto (vent’anni) corrispondeva ad un terzo della vita del ideatore, e
quindi ad un arco di tempo abbastanza breve se rapportato al generale ritmo
di sviluppo. Oggi vent’anni sono nulla per una grande corporation, ma è
un’infinità per una società assetata d’innovazione. Quell’equilibrio, oggi,
non regge più.
I brevetti oggi servono a reprimere la concorrenza, le grande aziende
produttrici di farmaci negano alle nazioni in via di sviluppo la possibilità
di copiare medicinali anti-AIDS sottoposti a brevetto. Piccoli agricoltori
che seminano accidentalmente mais brevettato vengono citati in giudizio, i
brevetti informatici cementano i monopoli delle grandi aziende produttrici
di software. Mentre piccoli autori subiscono processi di anni per difendere
i loro brevetti, la grossa industria sta cercando i brevettare il tuo
patrimonio genetico. Noi riteniamo che sia giunta l’ora di fermare questa
pazzia. Vogliamo abolire i brevetti Vogliamo una società dove i soggetti del
mercato sia grandi che piccoli possono competere seguendo regole eque ed
uguali per tutti, possano competere tra loro con le armi della qualità, del
risparmio e del vantaggio per il consumatore, piuttosto che con le sentenze
delle procure. Tutto ciò potrebbe liberare risorse dando così vita ad
un’innovazione realmente a vantaggio di tutti. L’IMPORTANZA DEI MARCHI
Perché ci sia una concorrenza equa, i consumatori devono poter sapere cosa
acquistano, e le aziende devono poter proteggere i propri marchi. Vogliamo
sottolineare questa questione in quanto riguarda fortemente l’interesse
pubblico. Pensiamo che la protezione dei rispettivi marchi tra aziende vada
perseguita dando maggiori opportunità ai consumatori di esprimere critiche e
riserve. Tutto ciò rappresenterà un incentivo per le grosse aziende che
dovranno prendersi cura dei proprio marchi e dei propri clienti – clienti ai
quali verrà di molto rafforzato di molto il potere.
E’ nostro obiettivo rafforzare sia la protezione dei marchi che il diritto
dei consumatori a criticarli. LIBERIAMO LA NOSTRA CULTURA Vanno rafforzati i
diritti degli autori ad attribuirsi le proprie creazioni. Questo diritto non
avrà limiti temporali. I copyrights esclusivi vanno aboliti, ciò libererà la
nostra eredità culturale e porterà ad un arricchimento generale della
società. È facile dimostrare che il copyright esclusivo riduce il valore
intrinseco di beni quali sono idee, soluzioni, saperi e musica. Una libera
disseminazione di informazioni ed espressioni culturali arricchisce tutti, e
questo ancora di più oggi, che grazie alla rivoluzione tecnologica in corso,
possiamo avere distribuzione libera ed alla velocità della luce. Intendiamo
promuovere la nascita di un nuovo solido modello di business che garantisce
un rapporto equo tra consumatori e autori, e questo con l’arricchimento di
entrambi. Idee, saperi ed informazioni sono non-esclusive per loro stessa
natura: il lavoro valore risiede nella possibilità di essere diffuse e
condivise. Ogni copia di qualsiasi espressione culturale – purché
propriamente attribuita all’autore- andrà espressamente incoraggiata, in
particolare attraverso il file sharing. Qualsiasi accordo – così come
qualsiasi mezzo e metodo tecnico- di natura restrittiva, utilizzato per
impedire la copia di qualsiasi espressione culturale, andrà dichiarato
illegale per manifesto intralcio al naturale diritto della nostra società a
beneficiare della condivisione di cultura e di saperi. Nessuna diffusione di
espressioni culturali, informazioni e saperi, potrà essere limitata, o
scoraggiata, in qualunque maniera. Tutte le future revisioni della
legislazione sulla proprietà intellettuale andranno fatte in base alla
volontà espressa dagli individui e non più intese come strumenti di lobbying
per gruppi ed interessi particolari. Ci poniamo come obiettivo la
liberazione della nostra comune eredità culturale, e la de-criminalizzazione
dei nostro concittadini. IL PARTITO DEI PIRATI L’attuale legislazione sulla
proprietà intellettuale porta inevitabilmente a monopoli, mercati
inefficienti, soppressione dei valori democratici ed è impedimento alla
diffusione di espressioni culturali ed all’innovazione. Il Data Rentention
Act riduce la libertà e svilisce il ruolo della legge. Chiedere che queste
errori vengano corretti, vuol dire chiedere giustizia, libertà e democrazia
per ogni cittadino. Chiediamo una legislazione sulla proprietà intellettuale
che sia realmente moderna, e che si basi sul principio dell’arricchimento
generale della società. Chiediamo un clima sano e salutare per gli
imprenditori. Chiediamo uno "spazio comune creativo" (creative commons) per
il sapere e la cultura in grado di arricchire tutti. Chiediamo una
protezione migliore del diritto dei cittadini alla riservatezza delle
informazioni che li riguardano. Perseguiamo un chiaro mandato del popolo per
occuparci di ciò. E di nient’altro.