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Rosa nel Pugno: la scelta dei gay
di Roberto Taddeucci
Lunedì 27
Febbraio 2006


Nella rilevazione di Gay.it affermazione a
sorpresa del partito misto di Radicali e Socialisti, che scavalca i DS
nelle preferenze. Tra i partiti di governo Forza Italia guadagna due
punti percentuale


PISA – Gay.it prosegue nelle sue rilevazioni
mensili per cercare di avere delle indicazioni su come voteranno i gay
e le lesbiche italiani alle prossime elezioni politiche. Ad un mese di
distanza dalla prima rilevazione di gennaio la coalizione di
centrosinistra guidata da Romano Prodi mantiene il 72% delle
preferenze, ma al suo interno la Rosa nel Pugno diventa il primo
partito col 23% dei voti. A farne le spese sono soprattutto i
Democratici di Sinistra, che rispetto al mese scorso perdono 6 punti
percentuali, scendendo dal 27% al 21%. La prima rilevazione si era
conclusa il 20 gennaio e a questa seconda hanno partecipato in pochi
giorni circa 12.000 utenti del sito. Secondo le preferenze espresse la
Rosa nel Pugno avrebbe aumentato di ben 8 punti percentuale le
preferenze tra gay e lesbiche, arrivando appunto al 23%. Secondi oggi i
DS col 27% delle preferenze, seguiti al terzo posto da Rifondazione
Comunista che passa dal 14% al 13%. In moderato calo i Verdi che vanno
dall’8% al 6% mentre la Margherita e i Comunisti Italiani si attestano
intorno al 3%. Per quanto riguarda la Casa delle Libertà da registrare
un aumento del 2% di Forza Italia, che sale dall’11 al 13%, seguita da
Alleanza Nazionale che mantiene il 10%.



Delusi dal compromesso del
programma



“Il sorprendente risultato ottenuto dalla Rosa nel Pugno –
spiega Giulio Maria Corbelli, direttore dei contenuti di Gay.it – fa
seguito alle polemiche sulla mancata inclusione del PACS nel programma
dell’Unione. La posizione chiara di Radicali e Socialisti a favore del
matrimonio tra persone dello stesso sesso ha evidentemente conquistato
molti voti di gay e lesbiche, delusi dal compromesso raggiunto ed
accettato soprattutto dai Democratici di Sinistra”. Ciò nonostante, la
quota dei gay “arrabbiati” per il programma dell’Unione, che ritengono
il compromesso vergognoso o insoddisfacente, si ferma al 26%. Il 13%
degli intervistati pensano che sia “poco coraggioso” e si impegnano a
sostenere i partiti più laici, mentre lo ritengono accettabile il 28%:
in particolare il 20% pensa che sia un “primo passo” accettabile. “La
comunità omosessuale italiana è comunque stanca delle ipocrisie del
palazzo – afferma ancora Corbelli – e premia le posizioni più
coraggiose anche se mai abbandonando un giusta dose di realismo. In
ballo c’è il milione e mezzo di loro voti, che in molte regioni
potranno essere determinanti per la conquista della maggioranza in
parlamento”



Capezzone ringrazia e attacca l’alleanza tra le due “R”



Evidentemente soddisfatto Daniele Capezzone della Rosa nel Pugno:
“Intanto grazie di cuore a Gay.it, ai dodicimila utenti che hanno
partecipato a questa ricerca e in generale all’intera comunità GLBT
italiana che su internet, sulle riviste e in molti altri modi sta
manifestando attenzione e speranza nei confronti del nostro tentativo
politico. Credo che ci sia in particolare un punto che è stato colto, e
cioè che vi è anche nel centro-sinistra una forte timidezza, direi
perfino una paura ad affrontare temi quali il PaCS e più in generale
tutti i temi della laicità e dei diritti civili.

Nella
rilevazione di Gay.it affermazione a sorpresa del partito misto di
Radicali e Socialisti, che scavalca i DS nelle preferenze. Tra i
partiti di governo Forza Italia guadagna due punti percentuale



Vecchi e nuovi diritti civili: quelli delle donne, che si ritenevano
ormai tranquillamente acquisiti e che invece ora sembrano di nuovo a
rischio, ai PaCS, alla libertà di ricerca scientifica, alla questione
dell’eutanasia, al tema della laicità dello stato. Tutti argomenti nei
quali prevale nell’Unione una linea non solo di ricerca di un
compromesso, che può essere ragionevole, ma molto spesso invece di
timidezza, di freno, talvolta perfino di cedimento a chi, come la
Margherita di Francesco Rutelli, ha adottato una linea di link diretto
alle posizioni del cardinale Camillo Ruini. In questo momento ci sono
due persone in Italia a cui va riconosciuta la chiarezza di una
strategia politica. Una di queste si chiama Camillo Ruini, che in modo
assolutamente deciso, determinato e spregiudicato si muove non come
pastore ma come un capo fazione. L’altra è Francesco Rutelli che, con
altrettanta chiarezza, ha scelto di trasformare il partito della
Margherita, che nasceva come incontro laico tra credenti e non
credenti, in un partito con fortissime connotazioni neointegraliste. Si
tratta ora di capire se tutti gli altri, in nome di non so quale
obiettivo, riterranno che la società italiana debba soggiacere a tutto
ciò oppure no. Io sono convinto di no e noi della Rosa nel Pugno
cercheremo fino all’ultimo di far cambiare opinione all’Unione sulla
questione dei PaCS, perché è di tutta evidenza che quello che è stato
incluso nel programma è non solo troppo poco ma anche troppo ambiguo.
Ma questo non perché lo dicono gli “eccessivi” radicali, lo dice l’
Eurispes. Quando si hanno situazioni in cui anche il 70% dei credenti
sarebbe ad esempio favorevole ai PaCS non capisco che cosa ci sia da
aver paura. Questa è una battaglia che nel vissuto del paese è già
vinta. Occorre solo evitare che il Palazzo la ostacoli. Noi
proseguiremo questa battaglia nel paese e in Parlamento, se ci sarà una
forte presenza nostra, ma per noi si tratta di una campagna
irrinunciabile. In chiusura mi permetto di lanciare un SOS: di qui al 9
aprile, quando si scateneranno tutte le componenti anti-laiche che
conosciamo nella politica e nella società italiana, abbiamo grande
bisogno di aiuto come Rosa nel Pugno ed io non ho nessuna remora a
chiedere aiuto a chi ci legge.