[Forumgenzano] Albano (Roma): Cariche contro gli antifascist…

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Aihe: [Forumgenzano] Albano (Roma): Cariche contro gli antifascisti
Car* tutt*,
vi invio un po' di materiale uscito sui fatti di Sabato ad Albano.....ORA E SEMPRE RESISTENZA


pubblicato il 26.02.06
Albano (Roma): Cariche contro gli antifascisti ·

ALBANO – SCONTRI ANTIFASCISTI
Feb. 25, 2006
Dai microfoni di radio onda rossa

Dai microfoni di RAdio onda rossa in diretta stanno riportando le notizie sulle manifestazioni di ALBANO ( castelli) dove FIAMMA TRICOLORE ha cominciato a sfilare in corteo nel centro del paese

PROTETTA DALLE FORZE DELL’ORDINE

Al presidio antifascista ci sono stati e sono in corso fronteggiamenti con le forze dell’ordine. Il presidio ha premuto per raggiungere i NAZISTI di BOCCACCI e BERLUSCONI
ha subito cariche ma i compagni e le compagne stanno rispondendo alle cariche.
COME IERI A TALENTI..PROTETTI DALLE GUARDIE!!!
COME IL 22 FEBBRAIO NOTTE COPERTI DALLA COMPLICITA’ DELLE FORZE DELL’ODINE
COME IL GIORNO DELL’ASSASSINIO DI VALERIO VERBANO NEL 1980

da indymedia




Aggiornamento ore 18:10

un paio di feriti tra i compagni che si sono compattati davanti allo schieramento delle forze dell’ordine.
la carica a freddo oltre ai 2 feriti ha provocato diversi contusi. nel frattempo la fiamma tricolore con romagnoli e boccacci sta sfilando in un centinaio per raggiungere la piazza del comizio.
al momento la situazione e’ ancora tesa.

da indymedia


Testimonianza Diretta

Detto da uno che alla manifestazione c’era, ed è rimasto a fare i presidi… i fascisti erano 80-100, coperti da circa 200 guardie con una ventina di camionette. Noi eravamo 200, più una 50 di “rappresentanti istituzionali”, se proprio così vogliamo chiamarli, poco lontano da noi. Quando i topi di fogna sono passati, è vero, le guardie ci hanno caricato, ma è successo qualcosa di molto più bello. Dalla finestra, un paio di signore hanno cominciato ad urlare “fascisti di merda”, e molti padri di famiglia con i loro figli si sono uniti al presidio antifa, urlando slogan contro la Fiamma e contro il sindaco Mattei – un pazzo che ha permesso una manifestazione di questo tipo, e ha anche rovinato il Carnevale dei bambini per far sfilare 100 idioti. Questo che significa? Che ancora – e speriamo per sempre – vale l’equazione “fascista = povero mentecatto”, nell’opinione popolare. Poi certo, potete scrivere su Internet quanto volete… ma tanto siete soltanto una banda (decisamente esigua, se a una manifestazione nazionale venite in 100 a urlare “Duce duce”) di idioti. E poi, dai, ponetevi questa domanda, cari camerati che leggete… se nel 2006 credete ancora alle teorie della razza, e avete necessariamente bisogno di inneggiare a una dittatura del passato, non è che avete avuto un’infanzia infelice? Magari vi è rimasto solo il braccio teso da alzare, visto che non vi si alza nient’altro… su su, siete i clown della storia passata e recente. Ma questo non significa che vi verrà risparmiato il vostro destino – e i fatti di ieri lo dimostrano: gli italiani, compagni o meno, continueranno a schifarvi e a cacciarvi nelle fogne, dove avete un posto assicurato, come al cimitero.
Saluti antifa

da indymedia



“All’armi siam razzisti, il ritorno di Boccacci”

GLI ALLEATI DEL PREMIER/Negli anni Novanta leader di Movimento politico, oggi responsabile
organizzativo della Fiamma

Quando cominciano a comparire con sfrontatezza e insistenza i simboli nazifascisti nelle curve degli stadi non è consigliabile sottovalutare. Anche i brevi ricorsi storici insegnano qualcosa: soltanto quattordici anni fa, nel pieno dell’esplosione di Tangentopoli e all’alba della scesa in campo di Berlusconi gruppi di ispirazione fascista e razzista fecero la loro prepotente irruzione sul territorio nazionale (e negli stadi), organizzandosi soprattutto al nord, in Veneto e Lombardia, e nel Lazio. Erano i naziskin, che per un anno e mezzo hanno agito, diffuso il loro inquietante verbo, anche con azioni violente e antisemite, fino a che non fu votata la legge Mancino, guarda un po’ svuotata di significato proprio dall’attuale governo.
Furoreggiava allora Maurizio Boccacci, leader di Movimento politico e poi di Base Autonoma, anche arrestato nel ‘94 con l’accusa di aver organizzato incidenti allo stadio di Brescia. «Sono razzista, se per razzista si intende che ogni popolo dovrebbe stare nel proprio territorio, i negri come gli ebrei, come gli immigrati – amava dire Boccacci nelle interviste-. Non farei mai giocare i miei figli con bambini negri ed ebrei, difendo l’integrità della razza, della civiltà, dei popoli». Roba da far impallidire anche il povero Borghezio. Boccacci, una volta anche bancario, roccaforte Albano laziale, milita oggi, 49 anni, responsabile organizzativo, nella Fiamma Tricolore, uno dei partiti di ispirazione fascista con i quali Berlusconi ha stretto una ferrea alleanza elettorale.
Il premier avrebbe fatto bene a leggere il programma della Fiamma Tricolore. Perché dovrà poi spiegare ai suoi elettori come sentirsi tutti in un’unica famiglia. Boccacci ci si deve trovare a meraviglia, visto che ci sono molte delle sue «suggestioni» di più di un decennio fa. In una intervista all’Unità del 3 ottobre 1992 alla domanda di Alessandra Baduel “siete pronti a ripulire le città dagli extracomunitari?” il leader di Movimento politico così rispondeva: «No, non quello. Certo io approvo gli assalti in Germania. Lì c’è l’esasperazione di una convivenza forzata tra etnie differenti. E poi magari gli immigrati hanno fatto qualcosa prima degli assalti. Comunque, noi non siamo contro le persone. Crediamo che da fuori debbano venire solo per studiare, e poi tornare ad offrire le loro conoscenze al loro popolo, invece di farsi sfruttare qui. Siamo razzisti, non xenofobi. Cioè difendiamo le razze, l’integrità dei popoli, in primo luogo, quella della nostra gente…». Dal programma della Fiamma: «Noi rispondiamo con il rifiuto della società multiculturale, che azzera la varietà culturale e non esalta le tradizioni dei popoli… La presenza sul territorio italiano di etnie sempre più numerose, che spesso privilegiano la loro appartenenza comunitaria ed identitaria rispetto alla loro assimilazione al modello di vita italiano pone un problema di “convivenza civile”, che può evolvere in “scontro sociale». Il «partito degli italiani», così i fiammeggianti si vogliono impalmare, il cui programma prevede anche le Case per la gioventù, «luoghi di incontro e di formazione fisico-attitudinale, complementari alle scuole», per le quali si auspica «una necessaria ed impellente rivisitazione di tutto quello che oggi è considerato acquisito e non discutibile ufficialmente».
Maurizio Boccacci il 29 febbraio del 1992 fu tra gli organizzatori della manifestazione sfilata sotto il balcone di Mussolini con lo striscione , «Noi siamo qua come 50 anni fa». Per questo fu accusato di apologia di fascismo. Sarebbe stato difficile anche ad un indovino, e a lui stesso, prevedere di trovarsi, grazie a Berlusconi, ancora alla ribalta, anzi determinante. Il brodo culturale prodotto dal centrodestra in questi anni lo trova certamente ben connesso. Boccacci si dichiarava, allora, cattolico-integralista-lefebvriano: «Sono per la religione cristiana primaria. Contro la svolta laica di Papa Martini, contro l’abbraccio con gli ebrei di Wojtyla, l’abolizione della messa in latino e l’altare rovesciato verso la gente – dichiarava sempre ad Alessandra Baduel-. C’è un abbandono del sacro, una svolta a sinistra». Ecco, qualcuno ha pensato bene di dargli ragione. Oggi.

da indymedia



Il sabato nero dei Castelli [Il Corriere]

Fiamma Tricolore sfila gridando «Duce, duce!». Concerto con inno per «Lupo» Liboni. Albano, si fronteggiano neofascisti e centri sociali.

Saluti romani e cori «duce, duce» hanno accompagnato ieri la manifestazione di Fiamma Tricolore ad Albano, Castelli Romani, conclusa da un concerto del gruppo «La peggio gioventù», autori di un’ode in musica al killer Liboni. Agli slogan dei militanti di destra ha risposto una contro manifestazione indetta nei vicoli adiacenti dalle varie anime della sinistra. Proteste e lanci di bottiglia da parte di attivisti di un centro sociale, in un paese blindato che ha vissuto momenti di panico. Bilancio: pochi feriti lievi. E comizio finale di «Fiamma», prossimo alleato elettorale della Cdl, all’insegna del «Siamo fascisti e ce ne vantiamo».
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Saluti romani, cori «duce duce…», inni alla «Repubblica sociale». E per concludere concerto del gruppo «La peggio gioventù», autore di un’ode in musica a Luciano Liboni, detto «il lupo»: il rapinatore che nel 2004 terrorizzò l’Italia dopo aver ucciso un carabiniere. Con questi ingredienti si è svolta ieri pomeriggio ad Albano, Castelli Romani, la manifestazione di Fiamma Tricolore, alleato elettorale della Casa delle Libertà alle politiche. Una cittadina blindata da polizia e carabinieri, giunti in forza da Roma, in quello che per molti cittadini ignari avrebbe dovuto essere solo un tranquillo sabato di carnevale, sul corso di un paese dove è ancora viva la tradizione dello struscio. Sono le 17 del pomeriggio, e la strada pullula di mamme e bimbi in maschera, che inizialmente passeggiano tranquilli. Ma basta che il corteo – partito da piazza Mazzini – si incammini sulla via principale, perché l’atmosfera cambi. Solo l’impegno delle forze dell’ordine ha fatto sì che si siano evitati scontri gravi. Due feriti lievi, alla fine, il bilancio di una giornata che si è surriscaldata subito per via di una contromanifestazione indetta dalle varie anime della sinistra nei vicoli limitrofi al corso (un «presidio antifascista» è stato organizzato anche sotto la sede del vicino Comune). In quelle stradine, tutte blindate, erano infatti assiepati centinaia di militanti che contestavano la manifestazione della «Fiamma». Il corteo con le bandiere nere e il mondo dei vicoli restano comunque separati tutto il tempo, ma in più punti si sfiorano e si guardano in faccia, divisi da un paio di metri al massimo. Ai saluti romani si risponde allora con pugni chiusi e le note di «Bella Ciao».
Il momento più difficile, quando il corteo si avvicina ai membri di un centro sociale di zona, anche loro in una traversa del corso: qualcuno preme per sfondare il cordone della polizia, che carica. Volano sampietrini e bottiglie vuote. Sul corso ormai invaso dai fumogeni molti scappano, con qualche crisi di pianto da parte di chi lì è capitato per caso. L’atmosfera si placa quando i militanti di «Fiamma» raggiungono la piazza del comizio: dove uno dei leader, Maurizio Boccacci (Albano è la sua roccaforte) dal palco svolge il suo intervento con un campionario che oscilla dal «Siamo fascisti e ce ne vantiamo» agli slogan irripetibili su Lapo Elkann.

da Indymedia