Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 1 marzo, dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di genova, duecentocinquesima ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito.
C'è la guerra, e non sono d'accordo. Ma che ci posso fare?
Da ormai dieci anni l'Italia, in spregio dell'etica, del buon senso e della costituzione, partecipa direttamente a guerre: la prima guerra del golfo, il Kossovo, l'Afghanistan, l'Iraq.
E' ormai sotto gli occhi di tutti che quest'ultima guerra, come quelle che l'hanno preceduta, provoca più vittime tra i civili che tra i militari e porta inevitabilmente con sé violazioni dei diritti umani e distruzioni materiali
Non sono pochi coloro che si oppongono: lo dimostrano i grandi appuntamenti antiguerra internazionali, sondaggi "ufficiali" ed autogestiti, centinaia di piccole e grandi iniziative.
Ma chi la sostiene dispone di larghi mezzi di informazione e propaganda, ed ha buon gioco nel far credere a molti che si tratta di un "nobile" tentativo di esportare la libertà e la democrazia o di un evento più grande di noi, al quale è inutile opporsi.
In forma volutamente schematica, diamo qualche piccolo suggerimento per cercare di "non mollare"
1) Non mancano, fra tanta propaganda bellicista, giornali e trasmissioni TV che illustrano la realtà della guerra: basti citare le inchieste di Rainews 24 (
http://www.rainews24.rai.it ) che hanno denunciato senza reticenze l'uso del fosforo bianco e la pratica della tortura.
Possiamo seguirle e far circolare l'informazione sulla loro esistenza negli ambienti che frequentiamo
2) I militari ed il militarismo sono sempre più presenti nella vita di ogni giorno. Possiamo boicottare la loro presenza nelle scuole, dove spesso svolgono attività di propaganda e di reclutamento o presentarci con simboli e bandiere di pace alle loro iniziative sportive e culturali
3) Lunedì mattina la trasmissione Uno Mattina ha ospitato il "primo equipaggio di carro armato tutto al femminile": quattro ragazze giovani, simpatiche, colte e ben truccate. Una di loro ha spiegato sorridendo che " si occupa di sparare e di caricamento dei colpi"; un'altra ha comunicato con rammarico che i suoi rapporti con la famiglia sono complicati dal fatto di "poter essere impiegate fuori area". Trasmissioni come queste sono quotidiane. Non serve a molto cambiare canale: però è utile boicottare i prodotti che all'interno di quel programma vengono pubblicizzati. In molte trasmissioni è anche possibile intervenire in diretta: cerchiamo di superare la timidezza ed i filtri e parliamo di pace
4) A Roma il 18 marzo prossimo si terrà la manifestazione internazionale contro la guerra. L'invito è, naturalmente, a prendervi parte. Ma prima e dopo quella data si terranno ovunque piccole e grandi iniziative alle quali possiamo partecipare. Citiamo velocemente le genovesi: questa stessa ora in silenzio, la marcia per la pace della Valpolcevera a maggio, assemblee, dibattiti,.....
5) Per chi vota: neghiamo il nostro voto alle elezioni ai politici che hanno partecipato direttamente a governi di guerra, non si esprimono esplicitamente contro il coinvolgimento italiano e non si impegnano a farlo cessare. La regione Liguria ha un'altissima concentrazione di industrie militari: esigiamo dai nostri rappresentanti impegni concreti per la riconversione nel civile dell'industria bellica e rifiutiamo il nostro consenso ai politici militaristi
Il titolo di un vecchio film americano suonava più o meno: SUPPONIAMO CHE DICHIARINO LA GUERRA E CHE NESSUNO CI VADA. Non limitiamoci a non andarci: moltiplichiamo il nostro impegno per la pace e neghiamo alla guerra ed a chi ne fa propaganda qualsiasi forma di sostegno, diretto o indiretto.