lavoro repubblica
la cittÀ in nero
Domani udienza fondamentale: Marco Devoto potrebbe scegliere la prestigiosa poltrona lasciata vacante da un collega
Black bloc, processo in bilico
Giudice verso il Csm: se accetta si rischia di ripartire da zero
MASSIMO CALANDRI
L´UDIENZA in programma domattina al quinto piano del tribunale di Genova rischia di regalare un´amara sorpresa per chi vorrebbe al più presto chiarezza su quanto accaduto durante il G8. Uno dei tre processi-chiave potrebbe fermarsi per circa sette mesi, se non addirittura ricominciare da zero e chissà quando. Il procedimento in questione è quello che vede imputate 25 persone, responsabili - secondo i pm Anna Canepa e Andrea Canciani - di aver devastato e saccheggiato il capoluogo ligure in quei disgraziati giorni del luglio 2001. Marco Devoto, il giudice che presiede il collegio giudicante, sta valutando in queste ore se accettare un temporaneo ma prestigioso incarico, o rinunciarvi in nome del processo alle presunte Tute Nere. Su di un piatto della bilancia vi è il Consiglio Superiore della Magistratura: uno dei componenti, Lanfranco Tenaglia, si dimette per presentarsi alle prossime elezioni con la Margherita. Devoto, originario di Chiavari, ha diritto a subentrargli immediatamente: a suo tempo anche lui aveva infatti corso per il Csm, ed era risultato il primo dei non eletti. Resterebbe in carica per cinque mesi circa: il mandato scade a luglio, per il nuovo Consiglio occorrerà poi attendere altri due mesi. L´incarico è evidentemente importante. Ma lo sono anche le udienze che Devoto sta presiedendo dallo scorso anno, lo è il ruolo che in questo momento ricopre istituzionalmente: sull´altro piatto della bilancia c´è inoltre la fiduciosa attesa di tutti nella magistratura, il diritto d´avere presto giustizia su di un tema che è decisivo nella storia genovese. Per i reati in discussione nel processo ai 25 i termine della prescrizione sono ampi, è vero. Ma è altrettanto vero che i processi che in questo momento a Genova dipendono da Devoto sono molti. Un vero dilemma, che dovrebbe essere sciolto domani. Se Devoto opterà per il Csm, potrebbe non essere sostituito nel collegio giudicante del G8: in questo caso, le udienze riprenderanno a settembre. Oppure gli subentrerebbe un collega in via definitiva, od un altro magistrato scelto appositamente per questo procedimento: è tuttavia possibile che, in caso di opposizione anche di una sola delle parti, il processo debba ricominciare da capo. Vale infine la pena di segnalare che Riccardo Realini, un altro dei giudici del collegio, da più di un anno è stato trasferito alla Corte d´Appello e in un certo senso è «in prestito». E che il terzo, Emilio Gatti, dopo aver chiesto di essere applicato come procuratore in Kossovo avrebbe fatto domanda per essere trasferito alla Procura genovese. In attesa di un colpo di scena, stamani (e martedì) è tempo di un altro processo G8: quello sui soprusi e le violenze a Bolzaneto, che vede imputati 47 tra funzionari di polizia, ufficiali dei carabinieri, agenti, militari, generali delle guardie carcerarie e medici. Mercoledì e giovedì sono in programma invece le udienze per il sanguinario assalto della polizia alla scuola Diaz (tra super-poliziotti, funzionari ed agenti sono in 29, alla sbarra).
A proposito di elezioni e luglio 2001, da Catanzaro rimbalza la notizia delle «discriminazioni politiche» subìte e denunciate da Mario Placanica, l´ex carabiniere che uccise in piazza Alimonda Carlo Giuliani. «Da mesi coltivo il desiderio di iscrivermi ad An. Il commissario della federazione era contenta di una mia candidatura alle prossime comunali: nel momento in cui però la notizia è diventata pubblica, provocando rumore e polemiche, si è clamorosamente tirato indietro, rifiutando perfino la mia iscrizione al partito».
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