[NuovoLab] APPELLO URGENTE PER NABLUS E CISGIORDANIA

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Autore: Elisabetta Filippi
Data:  
To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] APPELLO URGENTE PER NABLUS E CISGIORDANIA
Ricevo ed inoltro.

Elisabetta

A tutti i contatti in rubrica, questa è la versione conclusiva,
aggiornata a questa mattina, di quanto sta accadendo a Nablus, e nel
resto della Cisgiordania. Vorremo presentarlo come un'appello ai mass-
media per dare una corretta informazione su quanto sta accadendo. Vi
pregherei di rispondermi a questo indirizzo per le adesioni.

Per chi volesse maggiori informazioni potete anche consultare il sito
www.maannews.net, è in inglese e arabo.
Grazie mille
aspetto le adesioni.


Appello all'informazione libera e democratica

FERMIAMO IL MASSACRO DI NABLUS



Le associazioni, organizzazioni e gruppi informali che in Italia
lavorano da anni sulla questione Mediorientale e operano per per una
risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, e per una
pace
giusta ,si rivolgono con un appello all'informazione libera e
democratica del nostro paese affinchè sia data un'informazione
corretta
su quanto sta accadendo nei Territori Occupati in Palestina. Dal 17
febbraio è infatti in corso un'operazione militare da parte dell'IOF
(Israeli Occupation Forces) a Nablus, in modo particolare nel campo
profughi di Balata, ma anche a Tulkarem, dove sono tornate in azione
le
squadre speciali che in operazione notturna hanno arrestato un
19enne,
e a Jenin dove sono state demolite nuove case e piantagioni. I fatti
di
Nablus:

Lunedì 20 febbraio le forze militari israeliane alle tre e trenta del
mattino sono entrati nel campo profughi di Balata e nella città
vecchia di Nablus. Vicino a Balata sono iniziati gli scontri tra
soldati israeliani e combattenti palestinesi. Sono poi seguite forti
esplosioni dentro il campo ed il successivo ritiro verso Hawara, dove
l'IOF ha la sua base militare. Dopo due ore sono però tornati
nuovamente con buldozer, tanks e una ventina di jeep iniziando una
nuova operazione nel campo profughi e mettendo dei blocchi di
cemento
alle entrate del campo. E' iniziata poi la devastazione delle
abitazioni: rastrellamenti casa per casa, demolizioni con esplosivi
per
attraversare direttamente le abitazioni. In questa occasione sono
state
uccise tre persone e ferite trenta, una delle quali è deceduta più
tradi in ospedale. Ma l'occupazione militare non si ferma.

Il giorno dopo, 21 febbraio, hanno allargato l'operazione militare
anche nella città vecchia di Nablus. Intanto a Balata sono state
occupate circa 20 case e la scuola femminile, dove hanno distrutto l'
aula computer e dipinto sui muri immagini offensive. Hanno lasciato
la
città per la notte, ma il giorno dopo sono nuovamente tornati alle
sette e trenta del mattino, il momento in cui le strade sono piene di
persone, specialmente di ragazzi che vanno a scuola. Iniziano nuovi
scontri: pietre contro pallottole. Altre 25 persone sono state ferite
in quest'occasione ed altri morti si sono aggiunti alla lista. Cinque
di questi sono volontari del pronto soccorso ( uno di loro morirà più
tardi), un altro è l'autista dell'ambulanza che non ha potuto
ricevere
aiuti per ore.
I media israeliani dicono che hanno ucciso tre terroristi.

Intanto il Medical Relief (UPMRC) ha rilasciato un comunicato
sull'invasione di Balata, avvenuta tra il 17 e il 23 febbraio,
sottolineando come l'operazione stessa dell'IOF (Israeli Occupation
Forces) sia ancora in corso. Il 23 febbraio l'IOF ha sparato anche
sulle squadre di primo soccorso e sui giornalisti presenti nel campo
profughi. Sono stati feriti gravemente tre volontari del Medical
Relief, Jerir Zakaria Qanadilu, colpito ad una mano e ad una gamba da
due proiettili, Ahmad Arabat, colpito al petto, Ihab Mansour, ferito
alla testa e arrestato. In questa "operazione" sono stati feriti
anche
due internazionali, un americano e un tedesco. Il Medical Relief
lancia
un appello alla comunità internazionale affinché si mobiliti per fare
pressioni su Israele e chieda la cessazione dei continui attacchi
militari all'interno della città di Nablus. Il Mediacal relief
ricorda
come questi atti, gli attacchi ai mezzi di pronto soccorso e al loro
personale, gli attacchi alla stampa, violino la Quarta Convenzione
di
Ginevra.

Le nostre associazioni si associano all'appello rivolgendoci non solo
alla comunità internazionale ma anche ai media italiani certi di
trovare una risposta ad un silenzio che sta mortificando i
palestinesi
ancor più degli attacchi militari.

Firme........

Elisabetta Filippi (volontaria S.C.I.)