RE: [NuovoLab] Ali Rashid su Violenza - Nonviolenza

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Autor: pino-chiara\@libero\.it
Datum:  
To: forumgenova
CC: forumgenova
Betreff: RE: [NuovoLab] Ali Rashid su Violenza - Nonviolenza
"....ma allora perchè dire che ci si deve difendere in modi diversi dalla lotta armata? "
Facciamocela anche noi questa domanda...
la risposta di Rashid mi sembra abbastanza vissuta e motivata, da meritare forse un po' più di meditazione.
Anche io ho fatto subito i ragionamenti che hai fatto tu.
Poi ho provato a mettermi nei suoi panni...
con stima
pino p.

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>From      : forumgenova-bounces@???

To          : forumgenova@???
Cc          :
Date      : Thu, 23 Feb 2006 09:37:56 +0100
Subject : RE: [NuovoLab] Ali Rashid su Violenza - Nonviolenza








> Alì Rashid forse è stato troppo a lungo in Italia, forse dovrebbe tornare a
> vivere in Palestina per un pò.. forse quando ha rilasciato questa intervista
> ha travisato le domande dell'intervistatore. Forse è meglio che mi tocco per
> vedere se ci sono!!!
>
> Come si fa a parlare di non violenza e non parlare di diritto alla
> resistenza! La resistenza a difendersi dall'occupazione coloniale è un
> diritto internazionale e un palestinese che in Italia rappresenta il suo
> popolo come Alì Rashid non può parlare in questi termini...la resistenza è
> una costrizione, su questo
> ha ragione.. ma allora perchè dire che ci si deve difendere in modi diversi
> dalla lotta armata?
>
> Il popolo palestinese ha diritto di difendersi dall'occupante, o ha
> dimenticato Alì Rashid che vive in un paese, l'Italia, che è fondata sui
> valori della Resistenza. Dice che si dovrebbero trovare altri modi diversi
> dalla lotta armata? Quali modi? Non è stata la resistenza palestinese, la
> lotta armata palestinese a causare migliaia di morti e una generazi9one
> distrutta ma l'occupazione violenta israeliana!!!
>
> Forse le risoluzioni dell'ONU sono state mai rispettate da Israele?
>
> Mi sembra evidente che Alì Rashid stia facendo una splendida campagna
> elettorale per Rifondazione Comunista.
>
> Parlando di Hamas forse dimentica che è stato eletto democraticamente dal
> suo popolo, perchè non fa un pò di autocritica e non dice chiaramente la
> verità? E cioè che Hamas ha vinto perchè la corruzione interna all'ANP era a
> livelli insopportabili. Un esempio? Gli appalti per costruire le colonie in
> Cisgiordania... quanti politici corrotti hanno partecipato per vincerli e
> speculare sulla propria gente?
>
> La deriva fondamentalista non può esserci, la laicità della popolazione
> palestinese non lo permetterà e Hamas è con questa che deve relazionarsi. Se
> il popolo palestinese ha scelto non si può che rispettare questa scelta.
>
> Concludo dicendo che ho incontrato Alì Rashid in diverse occasioni, abbiamo
> avuto modo di parlare di resistenza e di non violenza e le sue posizioni non
> sono mai state queste. Se candidarsi per Rifondazione da alla testa vorrei
> capirlo...
>
> Elisabetta
>
>
>
> >From: <brunoa01@???>
> >Reply-To: brunoa01@???,Mailing list del Forum sociale di Genova
> ><forumgenova@???>
> >To: <forumgenova@???>,<aderentiretecontrog8@???>
> >CC: fori-sociali@???, forumsociale-ponge@???
> >Subject: [NuovoLab] Ali Rashid su Violenza - Nonviolenza
> >Date: Thu, 23 Feb 2006 07:47:59 CET
> >
> >il manifesto 22.2.06
> >
> >PALESTINA
> >La non violenza? «È un punto di arrivo»
> >Ali Rashid: «La mia generazione ha perso, bisogna avere il coraggio di
> >cambiare»
> >Scontro Prc-Pdci «Un corteo dannoso, ma sull'occupazione spietata e
> >illegale da parte di Israele tutta la sinistra è d'accordo Si parte da qui»
> >MATTEO BARTOCCI
> >
> >La non violenza? «E' un punto di arrivo. E per la causa palestinese oggi è
> >l'unica strada praticabile».
> >Ali Rashid, per lunghi anni segretario della delegazione palestinese in
> >Italia parla con cognizione di causa.
> >Oggi è candidato per Rifondazione in Umbria.
> >In quest'intervista non nasconde lo sconforto per la sconfitta della
> >Palestina laica, né i dubbi su Hamas e l'Iraq.
> >
> >Non ti sembra che il riferimento assoluto alla non violenza demolisca anche
> >il diritto di resistenza?
> >
> >Resistere a un'occupazione in forme diverse dalla lotta armata sarebbe
> >l'ideale. Ma troppo spesso si dimentica che la resistenza non è un
> >«privilegio» ma una terribile costrizione.
> >
> >Non pensi che una sinistra divisa sia controproducente soprattutto per la
> >causa palestinese?
> >
> >Ho seguito a distanza la manifestazione di sabato e l'ho trovata molto
> >triste. Davvero in Italia sono solo poche centinaia di persone a sostenere
> >la nostra causa? Si poteva ben trovare una piattaforma comune, una
> >convergenza per condannare tutti insieme l'occupazione israeliana. Invece
> >no, c'è stata la volontà di escludere il Prc, perfino con l'aggressione,
> >avvenuta l'anno scorso, a Gennaro Migliore. Questi episodi danneggiano
> >soprattutto i palestinesi.
> >
> >Come te li spieghi?
> >
> >Per me e per molti c'è una data precisa: è la manifestazione di tre anni
> >fa, quando hanno sfilato dei ragazzi che fingevano di essere kamikaze. Fino
> >ad allora a questa manifestazione lavoravamo tutti insieme.
> >
> >Una parte consistente di Rifondazione e dei Verdi però c'erano.
> >
> >Sì, ma che servizio stiamo facendo ai palestinesi?
> >
> >Da dove si può ripartire dunque?
> >
> >Innanzitutto dalla violazione del diritto e della legalità commessi da
> >Israele. Su un'occupazione particolarmente spietata tutta la sinistra è
> >d'accordo.
> >
> >E la non violenza?
> >
> >E' un punto di arrivo. Per noi il bilancio della lotta armata contro
> >Israele è terribile. Abbiamo perso la nostra generazione più bella, quella
> >nata a ridosso della «catastrofe» del `48. Una generazione di palestinesi
> >che fino al `67 aveva investito nell'istruzione dei propri figli, che si
> >era laureata nelle migliori università, che aveva un peso culturale enorme
> >in tutto il mondo arabo e non. Era questa la nostra forza.
> >
> >Poi?
> >
> >Non so dire cosa abbiamo ottenuto con la lotta armata dal `67 a oggi. L'uso
> >della violenza provoca danni irreparabili non solo in chi la subisce ma
> >anche in chi la pratica. Accettando il terreno dello scontro militare
> >abbiamo subito la violenza israeliana ancora di più e contemporaneamente
> >abbiamo perso anche tutto ciò che ci contraddistingueva. Non abbiamo
> >impedito l'occupazione e abbiamo un quadro sociale devastato. Nella
> >condizione specifica dei palestinesi credo che sia necessario cercare altri
> >strumenti di lotta. Se sul piano militare il confronto è impossibile, sul
> >piano etico e culturale gli spazi di azione sono immensi.
> >
> >Poi c'è la vittoria di Hamas.
> >
> >La vittoria di Hamas e la crescita della cultura religiosa sono la
> >conseguenza della povertà materiale e della sconfitta della cultura laica.
> >Hamas ha rappresentato un freno in una società in cui ogni giorno vengono
> >distrutti tutti i punti di riferimento, dal governo alla famiglia. Per anni
> >abbiamo avuto scuole, università e ospedali chiusi. Hamas ha colmato un
> >vuoto, ma ha innescato un arretramento culturale. Chi ama la Palestina
> >dovrebbe aiutarci, obbligando Israele a rispettare il diritto
> >internazionale e non isolandoci, informando bene su quello che accade.
> >
> >In Iraq invece? Anche in quel caso vale la non violenza?
> >
> >In Iraq ci sono diverse forme di lotta: c'è il terrorismo, la lotta armata
> >militare, i kamikaze. Sinceramente penso che il progetto americano della
> >guerra permanente e dell'esportazione della democrazia con le armi sono in
> >difficoltà grazie a chi ha resistito anche militarmente. Ma tutto questo si
> >poteva ottenere prima e meglio in forme civili, politiche. Quasi due terzi
> >dell'umanità era contraria a questa guerra e nonostante tutto è stata
> >fatta. Mi sembra la prova più evidente di una crisi della democrazia e
> >della rappresentanza. Se avessimo dato ascolto a chi chiedeva la fine
> >dell'occupazione ed elezioni democratiche subito oggi non saremmo in questa
> >situazione. Un popolo punta tutto sulla mobilitazione civile e politica a
> >condizione che ci sia una comunità internazionale attenta.
> >
> >La guerra chiude ogni discorso.
> >
> >Per questo sono per una lotta non violenta: perché è un atto di fiducia
> >nelle donne e negli uomini. Mentre la violenza dilaga ovunque bisogna avere
> >la lucidità di evitare scorciatoie che non esistono. Israele è il più
> >acerrimo nemico del suo popolo. Non vorremmo anche noi fare lo stesso per
> >il nostro.
> >
> >
> >
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> >Moderiamoci: no html, risposte private in privato: il reply e' alla lista,
> >e viene letto da tutti gli iscritti.
> >L'iscrizione alla lista e' aperto a tutt*, ma consigliato solo alle persone
> >che agiscono localmente per iniziative "di movimento" a Genova.
> >Per annullare l'iscrizione a questo gruppo, vai su: :
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