Auteur: mimmo Date: À: COBAS LAVORO PRIVATO, NETWORK ANTICAPITALISTA, INCONTROTEMPO, NO COKE ML, ettore, cetrusco Sujet: [Incontrotempo] REDDITO GARANTITO E NUOVI DIRITTI SOCIALI
REDDITO GARANTITO E NUOVI DIRITTI SOCIALI
I sistemi di protezione del reddito in Europa a confronto per una legge
nella regione Abruzzo
La rete regionale dei comitati di base autorganizzati vuole focalizzare la
questione del reddito di base e delle misure di protezione sociale
all'interno dello scenario europeo. L'obiettivo era fare una comparazione
tra i diversi modelli europei per cominciare a capire cosa è possibile
attivare nella nostra regione e in che modo. La ricerca ha portato ad una
proposta di legge sul reddito garantito ed è passata attraverso
l'articolazione delle trasformazioni del mondo del lavoro, affrontando il
nodo delle nuove povertà, dei bisogni e dei diritti delle nuove figure
sociali, a partire dalla condizione di precarietà che molti lavoratori sono
costretti a vivere. Il tema del reddito di base è stato, ed è ancora oggi
dibattuto da economisti, premi nobel, politici di ogni calibro e posizione e
la proposta di legge sul reddito garantito, riporta all'attenzione della
polis e dei cittadini un dibattito che ha caratterizzato, negli Stati uniti
come in Europa, la scena economica e politica dal l900 a tutt'oggi. La
proposta di legge sul reddito garantito vuole essere sia un utile strumento
di lavoro sia un modo per riattivare la discussione intorno alle nuove
povertà e al disagio sociale che anche le trasformazioni del mondo del
lavoro e la globalizzazione dei mercati hanno imposto. Nella costruzione di
una misura di garanzia di reddito si sono individuati più obiettivi, a
partire dal legame che c'è tra l'erogazione diretta (reddito monetario) con
un'erogazione indiretta (servizi e beni). I nuovi problemi vanno compresi
nella urgenza che ognuno di essi esprime. È necessario trovare, per ciascuno
di essi, un'adeguata soluzione: l'insieme di quelle misure così individuate
può definire un nuovo sistema di garanzie, un nuovo sistema di diritti,
necessario a far fronte ai rischi di dissoluzione della vita sociale e
democratica. Il sistema del lavoro, negli ultimi decenni del secolo XX, ha
subito profonde trasformazioni. Negli ultimi dieci anni poi si è assistito
ad una radicale trasformazione delle forme di produzione e di regolazione
dei rapporti fra impresa e lavoro, alla decentralizzazione della produzione
e alla flessibilità della prestazione. Da un lavoro a tempo pieno fondato
sul principio del "lavoro per una vita" si determinava un'organizzazione
della vita scandita da cicli ben determinati. Il giovane faceva ingresso
nel mondo del lavoro, dove un sistema di garanzie lo sosteneva in caso
d'infortunio o di malattia. La scuola e l'università pubbliche formavano
l'individuo, prima del suo ingresso nel mondo del lavoro, così come il
sistema pensionistico garantiva un certo grado di sicurezza economica a chi
usciva da esso. Un insieme di garanzie sociali con cui si sostenevano anche
gli squilibri intrinseci al sistema di lavoro. Oggi il lavoro fisso è sempre
meno una possibilità reale e sempre più un'eccezione, soprattutto per i
cittadini più giovani. Si è iniziato a parlare di precarietà del lavoro e
della vita quale risvolto negativo della flessibilità introdotta da questo
nuovo sistema del lavoro. Il lavoratore flessibile e precario, si trova di
fronte alle esigenze della propria esistenza privo della pur minima
protezione sociale. Ciò comporta, per questo lavoratore, forti squilibri
soprattutto nella gestione della propria vita presente e nelle scelte per il
futuro. E' compito urgente del legislatore riesaminare, oggi, l'ordine delle
questioni in gioco e porre termine a questa anomalia e a questi squilibri
sociali che la precarietà ha introdotto affrontando il problema e valutando
nel merito le implicazioni dell'attuale condizione d'incertezza e le
possibili soluzioni. L'introduzione di un provvedimento legislativo che
definisca il diritto al reddito costituisce, in questo contesto, un tema
politico di particolare rilevanza. Il campo della sperimentazione in questo
senso non è però omogeneo e le proposte a riguardo si diversificano per
obiettivi e metodi adottati. In questo contesto è bene che s'inserisca la
volontà dell'amministrazione regionale di arrivare alla definizione di una
legge in grado di costruire delle nuove garanzie sociali in cui il diritto
al reddito sia la centralità. Questa proposta di legge sul reddito garantito
dunque, ha individuato più cose su cui riflettere e da cui prendere spunto
per progettare un intervento legislativo anche per la regione Abruzzo. Non
ultima la questione di una democrazia redistributiva. A partire dalle enormi
disparità economiche presenti oggi, una forte polarizzazione dei redditi e
un'enorme precarizzazione, rischiamo di avere una democrazia a metà, un
sistema che vede le disparità sociali riemergere con forza e con le quali
qualsiasi governo, di qualsiasi colore politico, dovrà fare i conti. Si
tratta di una battaglia di civiltà. Per questo è necessario che l'idea di un
reddito garantito non s'inserisca, così come suggerisce anche questa
proposta di legge sul reddito garantito, solo dentro un quadro di mera
assistenza o a forme di intervento di ultima istanza, ma bensì sia in grado
di intervenire in un contesto più ampio di nuovi diritti e nella costruzione
di un nuovo immaginario di società. Il ruolo delle Regioni può, anche se
limitato alla dimensione locale e nelle disponibilità economiche, essere di
grande rilievo. La funzione della polis e quella delle Istituzioni tutte di
rispondere alle esigenze dei territori, può essere di grande spinta verso
l'innovazione in particolare sul piano degli interventi riguardanti le
politiche di sostegno al reddito diretto ed indiretto e per una futura
quanto auspicata legislazione in merito al reddito di base a carattere
nazionale.
RETE REGIONALE DEI COMITATI DI BASE AUTORGANIZZATI
Info: e_mail settimioferranti@??? - cell. 3382074265 - Cip via Tasso,
85 Pe