Autor: Alessandro Data: A: cm-milano Assumpte: [Cm-milano] I Pirati sbarcano in politica
da Panorama del 23.02.2006
I PIRATI SBARCANO IN POLITICA
Vogliono abolire il copyright e legalizzare lo scambio di documenti sulla
rete. Nasce a Stoccolma il PiratPartiet. Che a Settembre si presenterà alle
elezioni insieme ai Verdi.
Era un'idea, ma in 24 ore il partito dei pirati è diventato realtà. Sullo
schermo bianco del computer al primo piano della casa di Rick Falkvinge,
alla periferia di Stoccolma, in Svezia, lampeggiano parole in una finestra
di
un sito internet. Sono ore che Rick lavora, è il 1° gennaio 2006. "La
politica
invecchia, i politici invecchiano. Non capiscono cosa sono i giovani" dice
Falkvinge, 34 anni. Nel Luglio 2002 l'Unione Europea ha approvato una
legge sul data retention: tutti i dati sull'utilizzo di internet e tutte le
forme di
comunicazione che avvengono in rete possono essere trattenute dalle
autorità per le nuove norme antiterrorismo. A capo della commissione che
ha votato la legge c'era l'attuale Ministro di Giustizia svedese Thomas
Bodstrom. "Vogliamo essere liberi. Non c'è censura, ma siamo controllati.
Ogni nostra comunicazione è archiviata" protesta Falkvinge.
Lo schermo di Rick lampeggia. Quasi 18 ore di lavoro. Il sito è pronto per
spingere un nuovo partito: il Piratpartiet. Obiettivi: "Aboliamo il
copyright,
garantiamo la privacy, legalizziamo il peer to peer". Tre punti.
Rick esce du casa, lascia il computer acceso e un annuncio: presenta il suo
sito, il suo programma. "Servivano almeno 1500 firme autenticate per poter
essere riconosciuti come partito". Quando torno a casa la finestra
lampeggia. Ricorda Falkvinge: "C'erano cinque firme", in 20 minuti. A
mezzanotte erano 20. La mattina dopo erano 1378. E squilla il telefono.
Dall'altra parte della cornetta la redazione dell'Aftonbladet, il più
importante
tabloid svedese. "Hello Rick?". Falkvinge si ferma, non capisce. Ricorda:
"Non avevo dato a nessuno il mio numero, o il mio indirizzo. Nessuno
sapeva nulla di me. Ero un0idea, un sito. Sono riusciti a trovare il mio
numero". Sbuffa, sospira. Nel pomeriggio le firme erano 2 mila. In pochi
giorni gli iscritti al primo partito al mondo ideato, nato e cresciuto sulla
rete
sono diventati 300. Oggi sono 1039. Il 17 settembre in Svezia si vota.
"Ma io odio la politica". Il partito di Rick si presenterà alle elezioni che
formeranno il nuovo parlamento. "Ci serve il 4%". In pochi giorni 1 milione
di persone si sono collegate al sito dei Piratpartiet. "Siamo pirati, non
siamo
illegali". In Svezia su 9 milioni di abitanti 1 milione fa uso del peer to
peer.
Del file sharing. Scaricando dati, documenti, programmi.
A metà gennaio un amico di Falkvinge lo chiama. Gli manda un link, di un
sito arabo. "Non si leggeva niente", c'era una foto, in mezzo agli articoli
in
arabo. "Ero io, incredibile" racconta. Senza ufficio, senza sezione, senza
una sede. "Ora lavoriamo dovunque. Ci basta un computer. Non ho
neanche i soldi per pagarmi un conto corrente".
Rick non conosceva nessuno dei suoi nuovi compagni di partito. Non
conosceva Rickard, Mika, Cecilia. Falkvinge non ama la politica. "Ma
dobbiamo farci sentire". Alle ultime elezioni ha votato liberal, Olle
Schmidt.
Ora la rete dei pirati si sta allargando. Anche in Norvegia e in Polonia. "E
io
odio le riunioni. Non resisto per più di 10 minuti. Figurarsi in Parlamento:
là
fanno solo riunioni".
Il 3 febbraio il Gron Ungdom, i giovani verdi svedesi (attualmente in
Parlamento), hanno contattato il nuovo partito. Anticipa Falkvinge:
"Potremmo schierarci insieme a loro". Temi: l'ambiente negli anni Ottanta,
oggi internet, la privacy. "Ora ci siamo noi. Prima si lottava contro il
ddt, o il
gas freon. Oggi per la cultura, la conoscenza. Sempre libertà, una libertà
diversa. E' privacy, è internet".
Sembrano politici virtuali ma potrebbero finire nel parlamento svedese.