Ditemi: quanto vale la
ricchezza in confronto alla vita di Federico?
Di HAIDI GIULIANI
Chi renderà a Federico il suo sorriso? E’ stato soffocato, dicono,
soffocato dallo stato. Una vita vissuta, diciott’anni di vita, con
tutte le speranze, i progetti, un tesoro di promesse: soffocata. Dallo
stato. Lo stato è distratto. E’ sacra la vita, dicono. Perfino un
embrione è sacro, dicono. Non sapremo mai che cosa avrebbe potuto
regalare al mondo la vita di Federico: Federico non è più al mondo. E
il mondo è distratto. Il mondo sperpera vite, spreca il proprio futuro,
con leggerezza assassina. Ma la vita di Federico non è stata soffocata
da un cataclisma, da un accidente imprevedibile, da una malattia
incurabile: è stata buttata via da uno stato che ha la propria ragione
di esistere esclusivamente nel proteggere, organizzare, sostenere la
vita di Federico. Non ha altri motivi di esistere. Al contrario, lo
stato nega il proprio stato. Era moretto, Federico, e senza documenti
in tasca: questa la sua grande colpa, di questo lo accusa uno stato
razzista e arrogante che non chiede perdono, uno stato tracotante che
ancora si nasconde, infamando la sua vittima, buttandola nella
spazzatura. C’è n’è tanta, di spazzatura, c’è chi accumula illegalmente
enormi ricchezze, con la spazzatura. Ditemi: quanto valgono tutte le
ricchezze in confronto alla vita di Federico? Ma lo stato è
indifferente e distratto, non risponde. Distratto a sua volta dalla
ricchezza, dal potere, da singoli egoismi, da meschini giochi politici
che non hanno niente a che vedere con la politica, che è governo della
polis, cioè dello stato, cioè di tutti noi, cioè di Federico. Che non
sorride più.