[NuovoLab] un altro "affresco " per il porto di Genova

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Autor: ANDREA AGOSTINI
Data:  
A: forumgenova
Assumpte: [NuovoLab] un altro "affresco " per il porto di Genova
dal mercantile di lunedi 20 febbraio 2006
un piano alternativo a quello di renzo piano per il fronte-mare

Un altro "affresco" per il porto

Le proposte dell'architetto Giovanni Spalla, capofila di un progetto europeo

" Ribaltare" gli spazi portuali oltre la diga foranea, prolungando contemporaneamente anche gli spazi della città per avvicinarla al mare e per far convivere qui, come in alcune delle aree già esistenti, funzioni urbane con attività produttive, lavorative e di servizio al porto. E' l'idea forte del piano urbanistico strategico Genova Ecoportown 2005-2050, elaborato da un gruppo di lavoro guidato dall'architetto Giovanni Spalla, docente di Urbanistica e Pianificazione territoriale alla facoltà di Ingegneria di Genova, e finanziato dall'Unione europea nell'ambito del progetto Technolangue Interreg III B Medocc-Meda "Per la coesione dei territori dell'Europa del sud", di cui l'Università di Genova è capofila. Il lavoro del gruppo genovese è già stato pubblicato (a ottobre e ad aprile 2005) sulla rivista "Magazine european politics and policy" e ha ottenuto un premio dall'Ue, anche se finora non se n'è avuta particolare eco nel dibattito cittadino, concentrato da quasi due anni sull'Affresco di Renzo Piano, rispetto al quale il progetto di Spalla rappresenta un'ipotesi alternativa di sviluppo del water-front, benché sempre all'interno di un assetto portuale lineare. "Invece del porto-città che blocca la città con una piattaforma unica, io - spiega Spalla - propongo una nuova città sull'acqua, pensata in una dimensione europea, nella quale ci sia spazio per attività portuali e urbane. Con questo progetto si potrebbero aumentare di circa 400 ettari gli spazi a disposizione del porto e di altri 300-400 ettari quelli urbani".

DUE SCENARI Il progetto ipotizza due scenari diversi: uno (scenario B1) prevede di trasferire l'aeroporto oltre Appennino (la zona indicata è quella di Ronco Scrivia), vicino a una piattaforma logistica e agli ipotizzati corridoi ferroviari europei, e di destinare a funzioni portuali e urbane le attuali aree aeroportuali, mentre l'altro (scenario B2) prevede di lasciare l'aeroporto dov'è. La permanenza o meno dello scalo, però, non modifica l'impianto progettuale, scomponibile e ricomponibile per moduli distinti, realizzabili per fasi successive, modificabili e utilizzabili a seconda delle esigenze della città e del porto "sulla base di scelte - sottolinea Spalla - che devono fare gli enti pubblici. Il mio compito è solo quello di costruire una "maglia" che garantisca in futuro il massimo delle opzioni".
In entrambi i casi l'ampliamento degli spazi portuali e urbani avviene mediante piattaforme modulari che, facendo perno sulla diga foranea, si estendono verso mare. "Nell'Affresco di Piano l'unico rapporto fra la città e il mare è rappresentato dai porticcioli turistici - osserva Spalla - Io, invece, penso di portare la città sul mare, attraverso la creazione di "penisole" artificiali, dove possono coesistere funzioni residenziali, aree verdi, luoghi per il tempo libero, con attività produttive o portuali, così come può avvenire anche nelle aree già esistenti, via via "liberate" da funzioni strettamente portuali".

PORTO PETROLI E' quello che potrebbe accadere intorno alla Lanterna, "liberata" dalla centrale a carbone, e al posto del porto petroli di Multedo che Spalla, a differenza di Piano, non vuole lasciare in ambito portuale. "Il porto petroli va delocalizzato al largo o nell'entroterra - spiega - Lasciandolo in porto non si eliminano i rischi per la sicurezza. E poi sono anni che la sinistra dice che bisogna allontanare il porto petroli dalla città...Penso anche che gli spazi davanti alle Acciaierie dovrebbero essere destinati ad attività portuali o alla città". Anche per il porto di Voltri è previsto un ampliamento a mare, destinando però alla città la testata, lungo la quale potrebbe nascere un porticciolo turistico.

TRASPORTI Il collegamento a terra delle penisole avverrebbe con pontili fissi e mobili, mentre una linea di trasporto marittimo urbano pubblico collegherebbe il porto antico a quello di Voltri, attraverso il canale di calma, parallelamente al quale sono previsti anche un asse infrastrutturale stradale e ferroviario. Ultimo tassello: un tracciato alternativo, e più breve, per il tunnel sottomarino che, dal molo Duca di Galliera, "sbucherebbe" direttamente alla Foce.

ANNAMARIA COLUCCIA

la denuncia dell'architetto

"A Genova manca una guida pubblica della politica urbanistica"

" Il problema di fondo non è quello di dire sì o no all'Affresco di Piano, ma è quello di stabilire chi fa le scelte sullo sviluppo futuro di Genova e chi decide la politica urbanistica in questa città". A porre la questione, assolutamente strategica, è l'architetto Giovanni Spalla, che parte dal dibattito in corso sull'Affresco per fare un ragionamento più complessivo sulla "gestione" della politica urbanistica a Genova.
"Piano ha fatto delle cose bellissime e altre che io non condivido ma il problema - sottolinea Spalla - non è questo: il punto è che le scelte politiche non le deve fare lui, così come non le devo fare io, ma l'ente pubblico. Se è l'ente pubblico a decidere, allora non può esserci un unico interlocutore (leggi soltanto Piano-ndr) quando si tratta di definire lo sviluppo strategico della città e di fare scelte come quelle che riguardano, appunto, il water-front o l'area di Erzelli. Dev'esserci - continua l'urbanista genovese - un confronto, trasparente, fra una serie di proposte alternative, dopo di che l'ente pubblico sceglie in base all'idea di città che vuole realizzare. Genova è in un momento cruciale della sua storia ma non si vede la presenza del pubblico alla guida della città". E oltre all'operazione water-front, Spalla cita, appunto, quella del parco tecnologico di Erzelli, pure progettato da Renzo Piano: "Per giustificare l'operazione - denuncia - hanno costretto la facoltà di Ingegneria a trasferirsi ad Erzelli".
Ma anche norme vigenti del Piano urbanistico comunale, come quella sul cosiddetto trasferimento dei volumi che rischia di cancellare le poche aree verdi rimaste nel levante cittadino, sono, secondo Spalla, il segno di "un'assenza di "regia" pubblica nella pianificazione".
"Il progetto urbanistico Genova Ecoportown che noi abbiamo presentato è un contributo di tipo scientifico nel quale - spiega Spalla - io faccio diverse ipotesi che sottopongo a una verifica preventiva, così come sottopongo a verifica preventiva anche le ipotesi fatte da altri soggetti, lasciando all'ente pubblico la possibilità di scegliere poi eventualmente fra diverse opzioni". Passando poi dalle considerazioni generali a quelle più specifiche sull'Affresco di Piano, secondo Spalla i suoi limiti principali sono quelli "di chiudere la visione di Genova entro i confini comunali", e di "non risolvere il problema del rapporto fra la città e il porto in un disegno unitario complessivo. Piano - afferma Spalla - vede la città come un manufatto, mentre io la vedo come un tessuto intersoggettivo, fatto di parti e soggetti dialoganti, in una dimensione di città europea, da mettere a confronto con la dimensione della città asiatica. Ma c'è anche da dire - conclude l'architetto - che dopo le modifiche, sostanziali, di cui è stato oggetto, a cominciare dalla rinuncia al trasferimento dell'aeroporto, di fatto l'Affresco non c'è più".
a.c.