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I PACS E LE ELEZIONI: SCEGLIERE O SUBIRE
Pacs o non pacs, questo è il
dilemma. Dinanzi a questa questione il
mondo politico si è espresso in
modo variegato, soprattutto in vista
dellappuntamento elettorale
nazionale. Gay, lesbiche, bisessuali e
transessuali ora hanno un
compito e unarma: il voto; si tratta di
capire se usarlo ed
eventualmente come. Una cosa è certa: se si
sceglie di non votare o di
farlo senza riflettere, si subisce lo stato
delle cose, che nello
specifico glbt significa lassenza dei diritti e
prima ancora lattuale
disconoscimento politico-normativo della
esistenza stessa di una
questione glbt generale. Il centro destra si è
espresso compatto:
nessun riconoscimento alle coppie omosessuali. Un
limpido e chiaro
giudizio, un formidabile impegno, una coerente
conferma. Se qualcuno
vuole votare il centro destra, conosce già il
futuro; ma del resto, al
di là della questione glbt, 5 anni di governo
Berlusconi danno ad
ognuno il metro per le proprie scelte, dinanzi
agli interventi in
materia di diritt!
i civili, di precariato nel lavoro, di scelte
internazionali, di
distruzione dellassetto costituzionale, di aumento
marcato della
forbice fra ricchezza da un lato, mediocrità e povertà
dallaltro.
Più complesso è lo scenario nel centro sinistra,
soprattutto sulle
questioni omosessuali e transessuali. Il programma
dellUnione in
materia di Pacs è deludente, non si capisce cosa
produrrà, data la
vaghezza e la necessità di mediare la contrarietà del
partito della
Margherita. Il riferimento però è presente, così come è
chiaro che si
parla degli omosessuali; lassurdità sta nel fatto che
proponendo una
futura normativa sulle coppie di fatto si afferma che
riguarderà le
persone e non le coppie! Lidiozia è lampante. Ma la
politica è cosa
sottile, si può dire una cosa e farne unaltra, perché
quel conta alla
fine, quando gli impegni diventano fatti, è il rapporto
di forze.
Nell Unione solo la Margherita e Mastella si oppongono ai
Pacs, tutti
gli altri partiti sono favorevoli. La scelta elettorale è
facile:
votare nel centro sinistra dovunque non sia presente la
Margherita,
cioè spostare lasse sui partiti favorevoli. Per gli
elettori glbt
vicini ai Ds vorrebbe dire sceglie!
re di non votare il
proprio partito alla Camera (dove i Ds si
presentano con la Margherita)
e votarlo al Senato: una scelta
diversificata, ma significativa e
pesante. Gli omosessuali e i
transessuali hanno una sola possibilità:
non darla vinta a Rutelli;
significherebbe anche non darla vinta al
Ruini-pensiero e a tutti
coloro che di fronte allomosessualità
sviluppano una ossessionante
allergia. Spostare voti non è un esercizio
accademico, è spostare
peso, spostare idee, esercitare potere
democratico dando forza a chi
rappresenta le proprie esigenze.
Scegliere e non subire si può, anche
perché o si sta dentro una Stato
democratico e si usano le regole con
responsabilità, o si ulula alla
luna. Quanto ai candidati gay alla
Camera vanno supportati in ogni
modo, incoraggiati e aiutati, non solo
perché è meglio avere qualcuno
che in prima persona porta avanti le
battaglie glbt, anziché non avere
nessuno, ma anche perché le persone
in questione sono serie e capaci.
Rifondazione C!
omunista candida Vladimir Luxuria nel Lazio e Titti de
Simone in
Emilia; i Democratici di Sinistra candidano Franco Grillini
in
Lombardia. Votarli significa avere rappresentanti diretti, votarli
significa spostare forze, votarli significa anche riconoscere il
lavoro
che il movimento glbt ha fatto negli anni, perché è dal
movimento che
arrivano (Mario Mieli; Arcilesbica; Arcigay) e non se ne
sono mai
allontanati. E se per Grillini vuol dire fare uno strappo
alla regola
di non dare voti ai Ds quando sono apparentati alla
Margherita nel
famoso listone, vuol dire farsi furbi e dimostrare che
nella
rappresentanza vera ci si crede. Chiunque abbia suggerito ai
nostri
candidati di ritirarsi soffre della sindrome dellAventino e
vive
lontano dalla realtà. Nelle lotte si partecipa e ci si crede, non
si
fugge quando il gioco è difficile, e meno che mai si invita gli
altri a
fuggire o a non continuare a credere nella vittoria.
Rossana Praitano
Presidente Circolo Di Cultura Omosessuale Mario Mieli