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Aihe: [DePILazione] Fwd:[bebi news] Re: Miliardi spesi nel nome della sicurezza di George Monbiot
ciao,
vi invio una riflessione sull'attuale problema nucleare
saluit mc

Miliardi spesi nel nome della sicurezza
> di George Monbiot (Guardian)
>
> Senza un dibattito pubblico su entrambe le sponde dell'Atlantico,
> diverse nazioni potrebbero aver già sviluppato programmi di armi
> atomiche. Nel nome dei 'miliardi spesi per la sicurezza'
>
> Nella politica del nucleare, ogni azione è giustificata dalla risposta
> che provoca. Gli Stati Uniti giustificano il loro programma di difesa
> sostenendo che altri Stati stanno già sviluppando nuovi sistemi di
> armamento, e che probabilmente un giorno sarà necessario contrastarli.
> In risposta a ciò la Russia ha attivato la costruzione di un nuovo
> sistema di difesa, il Topol-M, designato per "abbattere le barriere
> anti-missilistiche americane".
>
> Israele, citando l'insidia costituita dall'Iran, insiste nel voler
> conservare i propri missili nucleari. Sentendosi minacciato (e spinto,
> fra le altre ragioni, dall'anti-semitismo), il presidente iraniano ha
> dichiarato di voler cancellare Israele dalle carte geografiche, e pare
> stia radunando i mezzi per farlo. Israele vede in questa iniziativa
> una giustificazione per proseguire con il suo programma nucleare.
> Inoltre la promessa di incursioni aeree non fa altro che spingere
> Ahmadinejad nella direzione annunciata. E così va avanti. Con il
> risultato che alla fine entrambi i contendenti avranno ragione.
>
> Mercoledì scorso sono scaduti i termini per l'unica obiezione che era
> possibile fare riguardo gli ultimi cento milioni di sterline spesi dal
> governo britannico per aumentare il potenziale nucleare. Il consiglio
> del West Berkshire aveva avuto il permesso il permesso, a livello di
> pianificazione, di domandare un' inchiesta pubblica per decidere se il
> progetto Orion ad Aldermaston debba continuare o meno. Il governo però
> non ha nessun obbligo di concederla. Nessun altro ha il potere di
> impedire la realizzazione del progetto.
>
> Il programma Orion sembra uno di quei piani in cui lo scopo verrà
> determinato dopo il suo inizio, ma pare riguardi il sottrarsi alle
> leggi sul divieto di test nucleari. Potrebbe aiutare gli ingegneri
> inglesi a fabbricare una nuova generazione di bombe senza la necessità
> di sperimentarle. Se così fosse, si rafforzerebbe il sospetto che il
> governo britannico stia considerando non di rimpiazzare i missili
> Trident, ma di costruire un'intera nuova classe di armi per
> affiancarli. Nel 2002 un portavoce di Aldermanston suggerì che
> l'impianto avrebbe potuto cominciare a costruire piccole testate
> nucleari per i missili Cruiser.
>
> Poco meno di un mese fa, la Royal Navy ha annunciato che si stanno
> spendendo 125 milioni di sterline per implementare la base navale di
> Faslane nei pressi di River Clyde, in Scozia. La base ospita i
> sottomarini che caricano i missili Trident. Come il progetto Orion, la
> spesa è stata approvata prima che il Parlamento o l'opinione pubblica
> britannici avessero la possibilità di decidere se fosse necessario o
> meno, il che significa che il programma per rimpiazzare i Trident è
> gia in iniziato.
>
> Il segretario della Difesa di Blair ha spiegato che è necessario un
> nuovo sistema missilistico perché "alcuni Stati non si sono conformati
> agli accordi sulla non-proliferazione nucleare". Perciò, in risposta,
> anche la Gran Bretagna rifiuterà di conformarsi alle suddette leggi.
> Questo fornirà ad altri stati la giustificazione per... va bene, avete
> compreso l'idea generale. La settimana scorsa la Francia si è unita al
> prestigioso club di quelle nazioni così responsabili (Gran Bretagna,
> Stati Uniti e Corea del Nord) che hanno minacciato altri Stati con
> l'ipotesi di un attacco nucleare preventivo. Di quale altro incentivo
> hanno bisogno gli Stati canaglia, come li chiama Chirac, per
> "considerare l'uso di armi di distruzione di massa?"
>
> A differenza del Parlamento britannico, il Congresso degli Stati Uniti
> ha permesso di votare su questa questione, e nonostante un bel po' di
> grattacapi provenienti dall'amministrazione, ha cercato di bloccare un
> nuovo programma di riarmo nucleare. Per due anni di fila ha rifiutato
> di approvare lo stanziamento per una "trivella nucleare" voluta da
> Bush, una mini testata che avrebbe dovuto ridurre i costi già al primo
> utilizzo. Ma è evidente che così non poteva essere.
>
> Lo scorso anno è stato approvato lo stanziamento iniziale per qualcosa
> chiamato "programma per la collocazione corretta delle testate".
> L'amministrazione Bush ha sostenuto che non era niente più che il
> rinnovo delle armi nucleari già esistenti. Il legislatore ha scelto di
> crederle. David Hobson, un repubblicano che siede nel comitato "House
> Appropriation", e che si è battuto contro le nuove armi, è persuaso
> che questo non sia "una scorciatoia per procurarsi nuovi arsenali per
> il futuro. Non stiamo cercando di creare nuove missioni oltre a quelle
> già esistenti". Ellen Tauscher, dei democratici Usa, ha osteggiato
> fieramente la corsa agli armamenti, ma insiste nel dire che "si tratta
> semplicemente di riparare le armi che gia possediamo, niente di più".
> Il programma si concentrerebbe quindi solamente sulla messa a nuovo di
> componenti non nucleari, fili e parti elettriche, per prolungarne
> l'esistenza.
>
> Se sembravano ingenui prima, oggi lo sono ancora di più. Gli Stati
> Uniti hanno già speso sessanta miliardi per mantenere e rinnovare gli
> arsenali attraverso un altro programma, chiamato "tutela delle
> scorte". Non si capisce perchè ci sia bisogno di un nuovo piano,
> quindi. Anche prima che venisse approvato il "programma di tutela", il
> capo della Nuclear National Security Administration (NNSA), si era
> lasciato sfuggire che "una nuova generazione di armi non era il primo
> obiettivo, ma solo una fortuita combinazione di eventi". Ora la
> combinazione di eventi comincia ad assomigliare ad uno scopo primario.
>
> Un paio di settimane fa il San Francisco Chronicle ha intervistato
> Linton Brookes, capo della NNSA. "Non voglio fuorviarla", ha ammesso,
> "ma personalmente sarei molto sorpreso se ottenessimo qualche
> vantaggio senza ridisegnare gli apparati fisici". Questi "apparati
> fisici" sono le testate nucleari. Ha continuato spiegando che ci sarà
> bisogno di nuovi "noccioli" (il "nocciolo" è il cuore di plutonio in
> cui comincia la reazione). "Avremo bisogno di scioglierli e di
> ricomporli". Le nuove testate saranno più grosse di quelle vecchie.
> Tutto questo comincia ad assomigliare a "una totale re-invenzione
> delle armi nucleari". Nell'assenza di un dibattito pubblico, questi
> nuovi missili daranno ad altri la scusa di farsi beffe dell'accordo
> sul disarmo.
>
> Scrivendo sul magazine on line Open Democracy alcuni giorni fa, il
> professore di studi sulla pace Paul Rogers ha suggerito che i primi
> candidati ad essere rimpiazzati dovrebbero essere i missili americani
> Trident. Se così avvenisse "andrebbe bene anche all' Inghilterra, con
> la prospettiva di una collaborazione e magari di una condivisione dei
> costi".
>
> Senza un vero e proprio dibattito pubblico su entrambe le sponde
> dell'Atlantico, entrambe le nazioni potrebbero aver cominciato a
> sviluppare programmi di costruzione di armi atomiche, che potrebbero
> rischiare di durare dai quaranta ai cinquant'anni. Nel corso del tempo
> però, i missili continueranno a fornire una scusa per ignorare il
> trattato sul disarmo.
>
> Quando di Iran si occuperà il consiglio di sicurezza dell'ONU,
> Mahamoud Ahmadinejad potrà ritorcere ogni accusa contro i suoi
> accusatori. Sosterrà che i membri del consiglio vogliono tenersi il
> monopolio delle armi nucleari, e che finché non viene presentata una
> prova certa di un'infrazione, nessuno potrà dubitare del suo paese.
> Egli punterà il dito contro il tacito appoggio che l'America sta dando
> al riarmo nucleare di Israele, e contro l'aperta approvazione nei
> confronti dell'India. Asserirà inoltre che, fra tutti gli Stati che
> stanno correndo agli armamenti, esiste una discriminazione nei
> confronti dei musulmani. Sebbene abbia torto su parecchie cose, avrà
> ragione su molte altre.
>
> Tutto questo non è per dire che l'orribile piano nucleare iraniano sia
> giustificato. Nemmeno si vuole affermare che tutti smetteranno di
> produrre armi se i poteri centrali rinunceranno a loro volta alle
> loro. Ma il rifiuto dei membri del consiglio di sicurezza di prendere
> posizione nella lotta al disarmo, unita alla minaccia di un
> bombardamento preventivo, garantiscono il fallimento della missione
> dell'ONU e dell'Atomic Energy Agency. Niente ci rende meno sicuri dei
> miliardi spesi nel nome della sicurezza.
>
> http://www.nuovimondimedia.com/sitonew/modules.php?op=modload&name=News&file=a
> rticle&sid=1701





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