[Cm-pisa] I: Pisa, diritto di voto per i migranti - RICHIEST…

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Author: Francesco Stea
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To: cm-pisa
Subject: [Cm-pisa] I: Pisa, diritto di voto per i migranti - RICHIESTA ADESIONI



Ehm...
Perdonatemi il clamoroso off-topic, ma gia' che siamo a basso
traffico... questa e' un'iniziativa che penso sia importante. Si chiede
l'adesione anche dei cittadini pisani.

ciao
f.




Pensiamo che sia arrivato il momento di estendere ai cittadini stranieri
stabilmente residenti nel territorio comunale la facoltà dell’elettorato
attivo e passivo. Di diritto di voto agli stranieri si parla ormai da
molti anni; è venuto il momento di passare dalle parole ai fatti, per
questo abbiamo presentato dopo un periodo di confronto e di dibattito
una proposta di modifica dello Statuto comunale di Pisa perche' questo
diritto sia riconosciuto.

Africa Insieme
Associazione Mezclar
Laboratorio delle Disobbedienze Rebeldía




Chiediamo a tutte le organizzazioni e realtà associative, sindacali,
politiche di Pisa di aderire e sostenere questa proposta di
riconoscimento ed estensione dei diritti civili e politici.


La proposta di modifica dello statuto [pdf, 160 kb]:
http://www.inventati.org/rebeldia/upload/diritto_di_voto_migranti_2006.p
df

I cittadini pisani a sostegno della proposta:
http://www1.autistici.org/rebeldia/modules/news/article.php?storyid=203




Il voto di diritto


Le nostre zone sono da molti anni attraversate da flussi migratori che
hanno ormai caratteristiche di stabilità e stanzialità: gran parte dei
migranti lavora, paga le tasse, contribuisce alla vita sociale e civile
del territorio. Diviene perciò una questione di democrazia l'estendere i
diritti di cittadinanza, tra cui il diritto di voto amministrativo, a
quanti da anni contribuiscono alla ricchezza, non solo economica, del
paese.

Mentre le politiche nazionali hanno continuato a trattare l'immigrazione
come un problema di ordine pubblico, e a perpetuare una condizione di
minorità giuridica dei migranti, le coraggiose amministrazioni di
Genova, di Venezia e di Torino, hanno già modificato i propri
regolamenti elettorali senza attendere leggi o modifiche della
Costituzione. Hanno riconosciuto il diritto di voto ai migranti, in
autonomia rispetto alle tendenze del governo, accogliendo le
rivendicazioni che venivano dalle città stesse.

L'indirizzo espresso dalle amministrazioni locali delle nostre zone - in
primo luogo il Comune e la Provincia di Pisa - di voler estendere il
diritto di voto anche agli stranieri residenti, ci sembra un importante
passo in avanti nel riconoscimento di una cittadinanza piena. Quindi
riteniamo importante proseguire nel percorso fin qui avviato: che non è
fatto solo di proclami simbolici ma di atti concreti. Si tratta infatti
di modificare gli Statuti dei comuni per rendere operativo il diritto di
voto, e non soltanto di enunciarne l'importanza e demandare ad una
successiva legge nazionale. Si tratta, inoltre, di conferire il voto
amministrativo a chi risieda stabilmente sul nostro territorio, e non
solo a categorie privilegiate di stranieri.
In questo senso, sulla scia della proposta formulata recentemente
dall'ANCI nazionale, ma anche prendendo esempio da altri paesi europei,
chiediamo che l'elettorato sia esteso agli stranieri che sono regolari
in Italia da un congruo numero di anni: tre anni, come accade in
Danimarca o in Svezia, fino ad un massimo di almeno cinque, come
indicato dalla Convenzione europea di Strasburgo.

Chiediamo che non vengano previsti, invece, ulteriori requisiti
restrittivi: a livello nazionale si era parlato per esempio di un
reddito minimo, oppure del possesso di uno speciale permesso a tempo
indeterminato che si chiama "carta di soggiorno", o, ancora, di un
periodo minimo di residenza nel Comune in cui si vota. Si tratta di
proposte inutilmente restrittive, quando non addirittura discriminatorie
(come nel caso del reddito minimo).

Riteniamo, infine, che l'accesso al diritto di voto vada garantito ai
profughi e agli oppositori politici di regimi totalitari: agli
stranieri, cioè, che siano stati riconosciuti come "rifugiati" secondo
la Convenzione di Ginevra. Si tratterebbe, da parte dei comuni delle
nostre zone, di un giusto riconoscimento, che non andrebbe subordinato a
un tempo di permanenza minima in Italia.

Mettiamo a disposizione sin da ora il nostro contributo di idee, di
esperienze e di partecipazione, affinché i nostri territori siano
protagonisti di una battaglia di civiltà e di democrazia.


Africa Insieme
Associazione Mezclar
Laboratorio delle Disobbedienze Rebeldía

per adesioni: mezclar[at]inventati.org