[NuovoLab] Filcem: 10marzo2006 - Sciopero nazionale dei chim…

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Author: Edoardo Magnone
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To: forumgenova
Subject: [NuovoLab] Filcem: 10marzo2006 - Sciopero nazionale dei chimici

http://www.rassegna.it/2006/sindacati/articoli/filcem.htm

Nasce la Filcem Cgil
e chiede "subito un piano nazionale"

Si constituisce oggi a Viareggio la Filcem-Cgil, la nuova Federazione della
chimica, dell’energia e delle manifatture che nasce dall’accorpamento di due
importanti e storiche sigle: Filcea e Fnle.
E' una novità assoluta nel panorama sindacale italiano, che mette insieme
significativi settori dell'industria e dell'artigianato (chimica, farmaceutica,
gomma, plastica, vetro, concia, ceramica, lampade, piastrelle), dell'energia
(petrolio, trasporto gas, miniere) con importanti servizi ad alta rilevanza
tecnologica (acqua, elettricità, gas).

Qualche numero per comprendere meglio la consistenza della nuova Federazione:
165.000 iscritti, 15 contratti nazionali per quasi un milione di lavoratori ,
10.000 tra quadri e delegati in 20 regioni e 110 comprensori, RSU e RLS in
quasi tutti i posti di lavoro delle oltre 8.000 imprese industriali e
artigiane, italiane e straniere, operanti nei nostri settori.

Un progetto alto, un cambiamento profondo per il Paese
Al centro del dibattito, che impegnerà i 481 delegati da oggi fino a venerdi’ 10
febbraio, il bisogno di un progetto alto per la ricostruzione dell'Italia,
“perchè il nostro paese, il suo sistema industriale e dei servizi - ha esordito
Alberto Morselli, segretario generale della nuova Federazione, nella sua
relazione introduttiva - sono davvero giunti ad un bivio: se non si cambiano
scelte, priorità, valori, il paese finisce per allontanarsi dall'Europa e
precipitare in una crisi senza soluzione”. La necessità di un cambiamento
profondo è ormai sotto gli occhi di tutti. “Ma – si chiede Morselli - chi deve
guidare lo sviluppo? Se non si affronta una volta per tutte il rapporto
pubblico/ privato non se ne esce. Io dico che il ruolo del pubblico (Stato,
Regioni, Comuni) deve aumentare per essere il riferimento regolatore e
facilitatore dello sviluppo, indicando strategie e progetti in cui si muove,
chiedendo al paese di seguirlo e sostenerlo.” “ Mi pare – ha aggiunto - che in
Francia e Germania abbiano avuto qualche attenzione in più….” “Solo un governo
autorevole – prosegue Morselli – può far ripartire la discussione sul ruolo
positivo del pubblico, cimentandosi sul futuro del paese, il suo sviluppo
industriale, il piano energetico, la garanzia che il sistema delle reti sia
indipendente e resti un patrimonio dello Stato”.

Eni ed Enel: dal “fare cassa” alla destinazione degli utili per gli investimenti
produttivi
“E un Esecutivo autorevole non avrebbe dovuto consentire – rincara la dose il
segretario – che le maggiori aziende italiane (Eni ed Enel), proprio dove il
governo è azionista di riferimento, di rispondere solo alle esigenze di “fare
cassa” dirottando i loro utili faraonici nel mare magnum del debito pubblico”.
Al contrario “la nostra proposta è, e rimarrà, quella di lasciare alle aziende
una parte dei proventi per investire in qualità ed efficienza del servizio
elettrico, per la ricerca sulle energie alternative, e – nel caso di Eni – di
utilizzare una quota dei dividendi che incassa il Tesoro per il rilancio nel
nostro paese almeno della sua chimica.”.

10 marzo 2006: i lavoratori chimici incrociano le braccia
E il disimpegno dell’Eni è proprio una delle ragioni principali dello sciopero
nazionale dei 220.000 lavoratori della chimica, programmato per venerdi’ 10
marzo prossimo. “La mobilitazione nel settore – annuncia la notizia Morselli
anche a nome dei segretari generali di Femca-Cisl e Uilcem-Uil - si giustifica
e si rende necessaria perché, nonostante alcuni importanti - ma parziali
risultati raggiunti in alcuni territori (accordo di programma di Priolo,
modifiche delle posizioni del governatore veneto Galan su Porto Marghera) - la
vertenza lanciata a Venezia lo scorso 7 ottobre non ha ottenuto la dovuta
attenzione ed assunzione di responsabilità da parte del Governo. In quella sede
chiedevamo di passare dalle chiacchiere ai fatti, ma le stesse aziende - Eni in
testa - si sono defilate dagli impegni di investimento.
Noi non lo possiamo più permettere: costruire un piano nazionale per il rilancio
della chimica nel nostro paese – è il grido di allarme che lancia Morselli - non
è più rinviabile, pena la decadenza del settore".

Rinnovi contrattuali: superare la precarietà del lavoro, nessuno scambio con
orario e diritti
Sono quasi 600.000 i lavoratori del “perimetro” Filcem interessati ai rinnovi
contrattuali, quasi tutti scaduti il 31 dicembre 2005: dal chimico-farmaceutico
all’elettrico, dal settore energia e petrolio al gas-acqua, fino alla concia e
alla gomma-plastica (Confindustria e Confapi). “ Le trattative avviate –
ammette Morselli – sono state fino ad ora complessivamente positive e non hanno
trovato negli imprenditori un muro invalicabile”. Tuttavia – ammonisce il
segretario - se domani le nostre controparti, a partire da Federchimica e
Assoelettrica, ci proponessero di rispondere alle attese dei lavoratori con uno
scambio su orari e ulteriori flessibilità sul mercato del lavoro, o di prendere
a riferimento i tassi programmati di inflazione (“numeri in libertà”, li ha
definiti Morselli), o -peggio- l’allungamento della durata dei contratti
(“inaccettabile se divenisse strutturale”, polemizza il sindacalista), allora
troveranno una risposta ferma dei lavoratori”.

Emergenza gas: la politica energetica che non c’è. La Filcem-Cgil chiede un
piano energetico
Invece di raccogliere la sfida culturale della ricerca sull’idrogeno e sulla
fusione nucleare, il Governo perde tempo rilanciando il nucleare – “ci
vorrebbero almeno dieci, quindici anni e ingentissimi investimenti”, taglia
corto Morselli – che il popolo italiano ha già respinto. E i referendum – si sa
- vanno rispettati! Al contrario – incalza Morselli - si fa poco o nulla per
ridurre la dipendenza dagli idrocarburi che strangola i cittadini e le imprese.
Urge ora un nuovo mix delle fonti – compreso l’utilizzo limitato del carbone
“pulito” - una maggiore diversificazione anche geopolitica, incentivi per
politiche di risparmio, un ricorso maggiore alle fonti rinnovabili, rimuovendo
gli ostacoli alla diffusione dell’energa eolica e favorendo la normativa sul
fotovoltaico. Occorre realizzare - propone Morselli - i rigassificatori di Gnl
e accrescere la capacità di stoccaggio, magari – perché no? – prevedendo sconti
tariffari ai cittadini e incentivi territoriali per le comunità che li
ospitano”.


(www.rassegna.it, Ufficio stampa Filcem Cgil, 7 febbraio 2006)