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Aihe: [NuovoLab] piemonte duemila no all'inceneritore incontro a sestri ponente il 21
dal secolo xix del 6.2.2006

Duemila no all'inceneritore

Le firme raccolte da un Comitato con sede a Tagliolo. Due gli impianti nel
mirino: Scarpino e quello (presunto) di Rivalta Scrivia
Si consolidano alleanza e protesta tra Ovadese e ponente genovese

Tagliolo Monferrato Alleati contro quello che chiamano "il cerchio della
morte" e il silenzio che ovatta il complesso cammino verso gli
inceneritori. Sono già 2000 i firmatari alessandrini e genovesi che in
difesa del territorio protestano contro il termovalorizzatore di Genova
Scarpino e l'impianto che si presume possa essere costruito a Rivalta
Scrivia, sensibilizzando la popolazione e gli amministratori locali sui
rischi e sulle alternative possibili. La mobilitazione si concluderà in
Parlamento, ma il livello di attenzione è già alto nella zona dell'Ovadese,
che di troverebbe in mezzo ai due siti indicati.
Il coordinamento contro l'impianto genovese nasce in Piemonte per
iniziativa della lista civica di Tagliolo Monferrato, capofila il
consigliere comunale di opposizione Gianluca Minetto, ideatore Franco
Boveri: «Altra provincia, altra regione, stesso territorio da difendere:
siamo in possesso di dati che evidenziano un aumento di linfomi nel raggio
di 80 km in presenza di impianti di questo tipo, come dire che si rischia
di morire di tumore da Laigueglia alle Cinque terre sino a Casale
Monferrato - dice Boveri, spiegando il senso della campagna di informazione
"Il cerchio della morte" centinaia di firme da novembre.
«Ma qui, nelle campagne piemontesi rispetto a Genova città c'è maggiore
sensibilità, è ancora vivo il legame quotidiano tra le persone e la natura,
che ci fa ben sperare. Dappertutto manca un'adeguata informazione perché il
partito del sìè trasversale tra le forze politiche, ma lo è anche il
partito del no».
E' questa la forza dei dissidenti che si mobilitano in vista dell'assemblea
generale delle associazioni ambientaliste in programma il 21 febbraio alle
ore 17 presso il municipio di Sestri Ponente per dibattere contro le
soluzioni presentate dall'Amiu di Genova. Insieme al coordinamento di
Tagliolo parteciperà anche la Rete ambientalista di Alessandria: «Con il
coordinamento di Tagliolo, Piemonte e Liguria sono gemellati nella lotta
contro gli inceneritori - afferma Lino Balza esponente della rete
ambientalista alessandrina e responsabile regionale di Medicina
Democaratica, annunciando la proroga della raccolta firme - con la
collaborazione di Legambiente organizzeremo un'assemblea generale anche a
Ovada entro i primi di marzo».
La petizione nazionale contro i sussidi all'incenerimento dei rifiuti con
un attivo di numerosi incontri in tutta la provincia e più di mille firme
si sarebbe conclusa a gennaio, ma è stata prorogata fino ad aprile in vista
delle elezioni politiche e dello scioglimento delle Camere: «140
inceneritori in programma in tutta Italia, la questione sarà risolta in
Parlamento, sul piano locale è fondamentale una presa di posizione dei
sindaci e della Provincia. Abbiamo interpellato tutti i partiti, hanno
detto no solo Rifondazione Comunista, Verdi, Lega Nord. Gli altri si sono
dimostrati reticenti verso l'inceneritore, ma non hanno firmato la
moratoria che fino al 2008 esclude la realizzazione di un
termovalorizzatore in provincia di Alessandria».
No esplicito solo da parte delle amministrazioni comunali di Novi, Tortona
dopo l'indicazione informale Rivalta Scrivia, Pozzolo Formigaro.
Apparentemente gli altri comuni dalla Valle Scrivia fino alla Val Lemme,
dalla Valle Orba fino alla Valle Bormida sono contrari, ma non è sempre
chiaro se il no vale dappertutto o solo dentro il confine comunale. Nessun
amministratore esclude l'impianto a prescindere perché l'inceneritore con i
finanziamenti dei certificati verdi è un affare milionario da cui prende
spunto la protesta.
«L'attenzione generale della popolazione e delle isituzioni verso le
problematiche ambientali è notevolmente migliorata, ma talvolta soccombe a
interessi giganteschi che muovono scelte trasversali e strane alleanze,
ecco perché su importanti temi come questo non tutte le associazioni
ambientaliste sono allineate». È opinione di Gian Battista Cassulo
presidente dell'Associazione "Genovesi per Capriata". Al nuovo movimento
culturale con sede tra Orba e Lemme aderisce Bruno Rutallo genovese e
residente a Cremolino, in qualità di esperto ricercatore, membro di
Legambiente Liguria, in estrema sintesi per uno sviluppo sostenibile punta
sulle alternative: «Riduzione dei rifiuti all'origine, raccolta
differenziata spinta, riciclaggio, riutilizzo, compostaggio di qualità. E
per i residui: bio-ossidazione, bio -essiccazione».
Il termovalorizzatore è considerato antieconomico, poco flessibile,
scarsamente energetico, non etico perché vanifica la raccolta differenziata
e incentiva la produzione di rifiuti: «Per funzionare bene deve lavorare
molto, ininterrottamente giorno e notte, almeno 25 anni, il tempo
necessario per ammortizzare i costi.
Ma soprattutto l' impatto sarebbe scarsamente controllabile e ancora
intollerabile, come sottolinea il professor Federico Valerio direttore del
dipartimento di chimica ambientale dell'istituto tumori di Genova: «La
quantità giornaliera di diossine che emetterà il termovalorizzatore
genovese equivale a quella prodotta ogni giorno da oltre due milioni di
autovetture».

Daniela Terragni