[Badgirlz-list] Burroughs: Pensieri su di uno Stato Gay

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Roma, 5 febbraio 2006, domenica



Il 5 febbraio del 1914 nasceva a St. Louis, nel
Missouri, quello che sara’ definito il “profeta della
societa’ maschile”, William Seward Burroughs. Autore
di “Junkje” (in italiano “La scimmia sulla schiena”) e
del “Pasto nudo” (“The Naked Lunch”) era stato uno dei
personaggi piu’ importanti del movimento beat, insieme
a Ginsberg, Kerouac, Corso. Quando morira’ (nel Kansas
il 2 agosto 1997) i giornali lo ricorderanno con
abbondanza di particolari e di informazioni curiose
ma, i piu’, “stranamente” dimenticheranno di accennare
alla sua identita’ gay: una parte della sua
personalita’ di estrema importanza che, in un
individuo, ne influenza gli affetti, il sesso, le
relazioni.

Vi ripropongo questi suoi appunti sull’argomento,
sicuro che saranno di vostro interesse.





PENSIERI SU DI UNO STATO GAY

di

William S. Burroughs



traduzione di Massimo Consoli

gia’ pubblicato su

Rome Gay News N. 145, 6 agosto 1997

e su

La Repubblica, 8 agosto 1997



dal libro di Mark Thompson

“Gay Spirit, Mith and Meaning”

St. Martin's Press, 1987



Nel passato ho spesso fatto dei confronti con Israele
quando auspicavo l’esistenza di uno Stato gay. Una
simile istituzione avrebbe bisogno di una
localizzazione geografica, cioe’ di un territorio. Ma
pensandoci bene, capisco che le complicazioni che
sorgerebbero nel costituire uno Stato sovrano gay
potrebbero anche dimostrarsi insormontabili mentre i
vantaggi sarebbero dubbiosi. Piuttosto, dobbiamo
prendere in considerazione, all’interno dello Stato
esistente, un’organizzazione che si possa metter su’
dovunque. Il modello piu’ vicino al quale mi viene da
pensare e’ quello dei Cinesi Tong.

I Tong provvedono servizi molto importanti e validi
per i propri membri: protezione fisica contro la
violenza, il furto e l’estorsione; aiuto legale in
caso di denuncie penali o civili contro di loro, o in
caso siano loro a dover denunciare qualcuno; aiuto
medico gratuito o a prezzi ridotti; assistenza e
consulenza nei problemi del lavoro e della casa; un
luogo d’incontro dove i membri della comunita’ possano
avere rapporti sociali o di affari; locali di
intrattenimento in un contesto protetto.

Questi servizi sono forniti da Tong medici, avvocati,
amministratori, e da pattuglie di volontari, ed il
pagamento avviene in base alla possibilita’ del
singolo individuo. I Tong costituiscono organizzazioni
potenti. Possono promuovere un boicottaggio contro
bar, ristoranti ed altri tipi di business o contro
singoli individui che li discriminano o li
imbrogliano.

Pensate ad un esempio del genere. Ecco Wong Lee, che
arriva in una nuova citta’ senza un lavoro od un luogo
dove stare. Cosa fa? Va subito dal Tong locale e gli
mostra le sue lettere di presentazione. Il Tong gli
trovera’ immediatamente un posto da dormire, poi un
lavoro, e lo proteggera’ dalla violenza, dal furto,
dalle estorsioni. E’ dato per scontato, negli ambienti
criminali, che non si puo’ rapinare un Cinese.
Preferira’ farsi ammazzare piuttosto che cedere il
portafogli. Ed altri cinesi correranno subito in sua
difesa, magari con mazze da baseball o mannaie da
macellaio. Cosi’, di norma i ladri lasciano in pace i
Cinesi. Se Wong Lee si ammala, i Tong si occuperanno
della sua assistenza medica e si prenderanno cura
della sua famiglia. Puo’ fare amicizia con altra gente
che la pensa come lui in un ambiente protetto composto
tutto di Cinesi.

Ora, applicate lo stesso modello a un Tong gay. Ecco
Greg, che arriva in una nuova citta’ e va subito dal
Tong locale. Cosi’ facendo ha immediatamente a sua
disposizione tutti i servizi offerti dalla comunita’.
Puo’ essere indirizzato ad una grande casa comunitaria
gay o ad un hotel gay o ben disposto verso i gay. Puo’
trovare lavoro, ricevere aiuto medico e legale. Sara’
protetto contro la violenza da speciali pattuglie in
servizio 24 ore su 24. Se qualcuno cerchera’ di
ricattarlo potra’ rivolgersi ad un apposito
dipartimento di consigli legali (non c’e’ dubbio che i
Tong organizzerebbero un servizio di contatti
all’interno della Polizia).

I Tong si dimostrerebbero organizzati cosi’ bene da
poter mettere in atto boicottaggi contro ogni
ristorante, bar o albergo che si rifiuti di servire i
gay. I Tong rappresenterebbero un pacchetto di voti
con un forte impatto sui politici e potrebbero
sponsorizzare candidati gay per certe cariche.
Naturalmente, in cambio tutti i membri sono tenuti a
dare il loro contributo in base alle loro capacita’.
Il nostro Greg, per continuare con lo stesso esempio,
che e’ un esperto di arti marziali, fara’ parte di una
pattuglia di protezione. Oppure, se e’ un medico o un
avvocato, sara’ collegato con l’apposito dipartimento
al quale fornira’ i suoi servizi professionali.

Le pubbliche relazioni sono un’area importante per gli
scrittori gay, e per tutti quei personaggi che si
muovono nel mondo della radio, della TV, della carta
stampata. Si potrebbe dire che il ghetto gay sia gia’
impegnato in cose del genere, e senz’altro c’e’ chi si
sta muovendo in questa direzione. Tuttavia, per quanto
ne so io, non c’e’ un programma nazionale organizzato
per difendere i gay contro la violenza.

Metter su’ e far funzionare questa sorta di gay-Tong
richiede disciplina e duro lavoro. E rappresenta una
vera sfida per la comunita’. I gay possono proteggersi
e, allo stesso tempo, restare in pace? Possono
funzionare in maniera efficace in un contesto
organizzato? Possono organizzare unita’ operative
lungo un certo periodo di tempo? Possono estendere i
servizi dei gay Tong su tutto il territorio degli
Stati Uniti?

            Le dimostrazioni contro il vergognoso
verdetto Dan White (*) sono salutari ma sporadiche.
Cio’ di cui si sente il bisogno e’ la capacita’ di
esercitare una pressione disciplinata e implacabile, e
l’organizzazione. Solo se i gay Tong saranno
organizzati in modo tale da poter funzionare per tutta
la nazione come un unico blocco, potranno cominciare a
far sentire il loro potere. Si dice che i gay siano il
10% della popolazione - se un blocco del genere
potesse esercitare una pressione concentrata, questa
pressione si farebbe sentire in tutto il Paese.


Pensate alle Pattuglie di Protezione Gay: GPP. La loro
funzione e’ di proteggere i gay contro la violenza
nelle strade. Vi porto un esempio traendolo da un caso
veramente accaduto: Tre gay passeggiavano a braccetto
lungo la Christopher Street, a New York City. Una
banda di ragazzi li prese di mira, aggredendoli e
insultandoli: «Siamo stufi di voialtri gay nelle
nostre strade!» Uno dei gay si ritrovo’ con la
mascella fratturata. La polizia arrivo’ un’ora dopo.
Ma supponete che una delle vittime avesse chiamato il
numero di protezione Tong. Cinque GPP sarebbero
arrivati in dieci minuti, mentre i coatti stavano
ancora sul posto, e avrebbero potuto dimostrargli che
non erano di certo i ragazzi i proprietari della
strada. Avrebbero potuto costringerli ad uno scontro
fisico o ad una ritirata vergognosa.

E’ ovvio che una rissa del genere puo’ portare a
complicazioni legali. Gli aggressori possono
lamentarsi di essere stati aggrediti senza
provocazione e far loro una denuncia penale e
richiedere il risarcimento dei danni subiti. Ed e’ qui
che interviene il dipartimento legale, e magari anche
quello delle pubbliche relazioni. Se i gay non
reagiscono, continueranno ad essere vittimizzati.
Ricordatevi dello Stonewall.

I gay non sono soli in questa lotta. La violenza nelle
strade e’ un problema nazionale, e la risposta e’
semplice. I Guardian Angels ci hanno mostrato cosa
dobbiamo fare, quello che tutti i cittadini dovrebbero
fare: pattugliare le strade e le metropolitane e dare
un alt al crimine violento - se necessario con la
forza.

Supponete che ogni uomo capace, tra i 18 e gli 80
anni, dopo un periodo di training venisse arruolato in
una pattuglia di volontari in servizio all'aperto.
Potrebbe dare otto ore del suo tempo, ogni due
settimane, in lavoro volontario. Pattuglie del genere
libererebbero dal crimine le strade della nazione,
visto che supererebbero in numero tutti i rapinatori,
i violentatori e gli aggressori dei gay. E li
supererebbero 20 a 1. Cosi’, gay, entrate a far parte
di uno sforzo esteso a tutto il Paese per eliminare la
violenza dalle strade, indipendentemente da chi
potrebbe essere il bersaglio di questa violenza! E’ un
fatto di pubbliche relazioni e di buon senso.



(*) Nota: Il 27 novembre del 1978 il coraggioso
assessore comunale gay di San Francisco, Harvey Milk,
viene massacrato a colpi di rivoltella insieme al
sindaco George Moscone da un ex-poliziotto ed
ex-assessore omofobo: Dan White. L’assassino riceve
una condanna ridicola, visto che la giuria prende per
buona la sua tesi difensiva allucinante: lo zucchero
contenuto nella coca-cola che ha bevuto e nei Twinkie
che ha mangiato (una sorta di panetto dolce e morbido
molto popolare negli USA), ne hanno alterato le
capacita’ di intendere e di volere! E’ quella che
passera’ alla storia come la “Twinkie Defense”! Quando
la folla di gay e lesbiche in attesa del verdetto
fuori la Corte conosce la sentenza, esplode in una
furia mitica, distruggendo tutte le vetrate del
tribunale, del palazzo del Municipio e di numerosi
altri edifici pubblici (nota di Consoli).



Un’altra importante ricorrenza di oggi e’ del 5
febbraio 1991, quando i militanti di Act Up!, Scott
Sensenig, Dorice Meieran, e Christiane San Miguel,
sono arrestati per aver scritto, sul marciapiede di
fronte alla casa del Cardinale di New York, John
O’Connor (personaggio ambiguo e malvagio), che
“O’Connors diffonde l’aids”, per sottolineare la
responsabilità della politica della chiesa cattolica
nel dilagare dell’epidemia.

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