[NuovoLab] Fw: lettera di Cindy Sheehan sul suo arresto

Delete this message

Reply to this message
Author: norma
Date:  
To: forumgenova
Subject: [NuovoLab] Fw: lettera di Cindy Sheehan sul suo arresto

----- Original Message -----
From: "U.S. Citizens for Peace & Justice - Rome" <info@???>
To: <info@???>
Sent: Wednesday, February 01, 2006 3:32 PM
Subject: lettera di Cindy Sheehan sul suo arresto


Cari amici, care amiche,

abbiamo ricevuto la lettera di seguito di Cindy Sheehan che
racconta quello che è realmente successo ieri quando è stata
arrestata prima del discorso di Bush. Con l'aiuto di Andrea Spila di
Traduttori per la pace, l'abbiamo tradotta in italiano. Si prega di farla
circolare.

Grazie.

Stephanie Westbrook
U.S. Citizens for Peace & Justice - Rome
info@???
http://www.peaceandjustice.it

==========================================

Quello che è realmente successo: Una lettera di Cindy Sheehan

31 gennaio 2006

Cari amici,

come già saprete, la sera di martedì sono stata arrestata poco
prima dell'inizio del discorso annuale del presidente sullo stato
dell'Unione.

Sono senza parole e furibonda per quello che è successo, oltre che
piena di dolore per quello che abbiamo perso nel nostro paese.

Ci sono state menzogne da parte della polizia e distorsioni da parte
della stampa. (Sorpresa!) Desidero quindi raccontarvi quello che è
realmente successo.

Nel pomeriggio, durante l'incontro "The People's State of the Union
Address" a Washington D.C. dove mi accompagnavano i deputati
Lynn Woolsey e John Conyers, Ann Wright, Malik Rahim e John
Cavanagh, la Woolsey mi ha consegnato un biglietto per assistere
al discorso di Bush quella sera. In quel momento indossavo una
maglietta con la scritta: "2245 morti. Quanti altri ancora?"

Dopo la conferenza stampa del People's State of the Union, mi
sono chiesta se volevo realmente recarmi ad ascoltare il discorso di
Bush al Campidoglio, perché l'idea non mi piaceva. Sapevo che
George Bush avrebbe detto delle cose che mi avrebbero ferita e mi
avrebbero irritata e sapevo che non potevo interropere il discorso
perché Lynn Woolsey mi aveva dato il biglietto e non volevo
mancarle di rispetto. Avevo infatti già dato il biglietto a John Bruhns
che fa parte di Iraq Veterans Against the War. L'ufficio stampa di
Woolsey aveva però già contattato i media e tutti sapevano della
mia presenza, mi sono quindi fatta coraggio e sono andata.

Mi sono fatta ridare il biglietto da John Bruhns e mi sono incontrata
con un rappresentante dello staff del deputato Barbara Lee nel
Longworth Congressional Office Building e ci siamo recati al
Campidoglio tramite i passaggi sotterranei. Ho superato due
controlli di sicurezza.

Il mio biglietto era per la quinta galleria, prima fila, quarto posto. La
persona che mi avrebbe arrestato pochi minuti dopo, mi ha aiutato a
trovare il mio posto.

Mi ero appena seduta e sentivo caldo dopo aver fatto tre piani di
scale a piedi ed ho quindi aperto la felpa. Mi sono girata verso la
destra mentre me la toglievo e lo stesso poliziotto ha visto la
maglietta e ha gridato "Manifestante!" È venuto di corsa, mi ha
trascinato via dal mio posto e violentemente (tenendomi le mani
dietro le spalle) mi ha spinto su per le scale. Gli ho detto qualcosa
come: "Sto andando, perché questi modi così violenti?" A proposito,
il suo nome è Mike Weight.

Il poliziotto correva con me verso l'ascensore gridando a tutti
"lasciate passare". Quando siamo arrivati all'ascensore, mi ha
messo le manette e mi ha portato fuori per aspettare l?arrivo della
polizia. Uscendo dal palazzo qualcuno ha detto, "Quella è Cindy
Sheehan". E allora il poliziotto mi ha detto di fare attenzione ai
gradini. Ho risposto: "Non era così preoccupato prima, mentre mi
trascinava su per le scale". Al che ha risposto: "Perché stava
manifestando". Incredibile, mi trascinano fuori dalla Camera, la
nostra Camera, perché "manifestavo".

Nessuno mi aveva detto che non potevo portare quella maglietta
alla Camera. Nessuno mi ha chiesto di toglierla né di chiudere la
giacca. Se me l'avessero chiesto, l'avrei fatto, e dopo avrei scritto
sulla soppressione del mio diritto di espressione. Sono stata
immediatemente e violentemente (ho i lividi per dimostrarlo) portata
via e arrestata per "condotta illegale".

Dopo avermi catalogato gli effetti personali e preso le impronte
digitali, è arrivato un sergente simpatico che ha visto la mia
maglietta, commentando: "2245 eh? Io sono appena tornato
dall'Iraq".

Gli ho spiegato che avevo perso mio figlio in Iraq. In quel momento,
l'enormità di tutto quello che avevo perso mi ha colpito. Ho perso
mio figlio. Ho perso il mio diritto di espressione, garantito dal Primo
emendamento. Ho perso il paese che amavo. Che fine ha fatto la
mia America? Mi sono messa a piangere dal dolore.

Per quale motivo è morto mio figlio Casey? Per quale motivo sono
morti gli altri 2244 coraggiosi soldati americani? Per quale motivo
decine di migliaia di loro sono ancora lì? Per questo? Non posso
neanche indossare una maglietta che riporta il numero di soldati
uccisi da George Bush e le sue politiche arroganti e ignoranti.

Indossavo la maglietta per fare una dichiarazione. La stampa
sapeva che sarei stata presente e ho pensato che ogni tanto mi
avrebbe ripresa con la maglietta. Non l'ho indossata con l'idea di
interrompere il discorso, altrimenti avrei aspettato e aperto la giacca
durante il discorso di Bush. Se avessi saputo quello che succede a
persone che indossano magliette che mettono i neoconservatori a
disagio, che sarei stata arrestata, forse l'avrei pure fatto, ma non
l'ho fatto.

Girano tante storie fantasiose su quello che è successo.

Ho incaricato degli avvocati di preparare una battaglia legale sulla
questione della libertà d'espressione. E farò causa. È ora di
riprendere le nostre libertà e il nostro paese.

Non voglio vivere in un paese che proibisce a qualunque persona,
che abbia pagato o meno il prezzo più alto per quel paese, di
indossare, dire, scrivere o comunicare al telefono qualsiasi
dichiarazione critica sul governo. È per questo che intendo
riprendere le mie libertà. Per questo non permetterò a Bushco di
portare via altro né da me né da voi.

Ringrazio i 200 manifestanti che sono venuti al carcere mentre ero
detenuta per esprimere il loro sostegno... abbiamo tanto potenziale
per fare del bene... c'è molto di positivo in tanta gente.

Dopo quattro ore di detenzione in due diversi carceri, sono stata
rilasciata. Di nuovo vi dico che sono talmente sconvolta e arrabbiata
che non riesco neanche a pensare.

Continuate a lottare...vi prometto che sarò con voi.

Con affetto e speranze di pace,

Cindy

(Traduzione di Stephanie Westbrook e Andrea Spila)