[Lecce-sf] Fwd: I disinformatori antilatinoamericani di prof…

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Autor: Pierpaolo Biata
Data:  
A: Lecce sf
Assumpte: [Lecce-sf] Fwd: I disinformatori antilatinoamericani di professione
Vi inoltro questa mail inviata da Gennaro Carotenuto ad una mail_list. E' di qualche giorno fà, ma la trovo interessante.
ciao
pierpaolo
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I disinformatori antilatinoamericani di professione
Ogni giorno la stampa italiana ospita affermazioni false e tendenziose contro i
governi progressisti latinoamericani. E' solo un caso o è in corso una campagna
di delegittimazione contro quello che per Donald Rumsfeld è l' "asse del male
latinoamericano da colpire"?
di Gennaro Carotenuto
E' quasi un appello: sul sito http://www.gennarocarotenuto.it si tenta di star
dietro e di confutare le affermazioni false e tendenziose fatte quotidianamente
contro i governi progressisti latinoamericani. Oggi per la Bonino che sul
Corriere della Sera afferma che "in_Venezuela_non_esistono_istituzioni
democratiche". Ieri sul GR3 il neocon Pipes_paragona_Salvador_Allende_ad_Adolf
Hitler. L'altro ieri si fa affermare a Vargas_Llosa_l'astrusa_teoria_per_la
quale_Evo_Morales sarebbe un razzista. La settimana scorsa una macchinazione ha
fatto il giro del mondo per presentare Hugo_Chávez_addirittura_come_antisemita.
Nel mezzo si magnifica come novità l'elezione di Michelle Bachelet (la sua
coalizione è al quarto mandato consecutivo) e si fa passare quasi sotto
silenzio quella di Evo Morales (una svolta in tutti i sensi). La Repubblica si
preoccupa per la sorte degli assassini di Ernesto Guevara: "processarli_sarebbe
una_ritorsione" e Massimo_d'Alema, quello stesso che difendeva Fernando de la
Rúa quando questi fece sparare sulla folla a Buenos Aires, lancia accuse
contro Nestor Kirchner o Hugo Chávez.
Ma forse la perla di questo inizio d'anno è quella offerta dal settimanale
L'Espresso.
Il settimanale storico della sinistra progressista italiana, nel numero del 19
gennaio 2006, commissiona l'articolo di apertura di uno speciale sull'America
Latina a tale Moises Naim presentandolo SOLO come direttore del periodico
statunitense "Foreign Policy". Al lettore sarebbe piaciuto conoscere il perché
un settimanale italiano commissionasse un importante articolo sull'America
Latina né a un giornalista italiano esperto di temi latinoamericani né ad un
latinoamericano. Ebbene, anche se il lettore dell'Espresso non è stato messo in
condizione di saperlo, non solo Naim non è statunitense, ma mascherato come
direttore della prestigiosa (sic!) rivista "Foreign Policy", viene celato
(nascosto al lettore) che Naim non è un latinoamericano qualsiasi.
Naim è stato ministro dell'Industria in Venezuela negli anni '90 al tempo delle
più selvagge privatizzazioni, quando fiumi di denari da tangenti finivano nei
paradisi fiscali delle Bahamas, quando la grande maggioranza dei venezuelani si
impoveriva come mai nella storia, quando il governo massacrava migliaia di
persone con il Caracazo (da 2.000 a 10.000 morti in un solo giorno nel 1992).
Né l'Espresso né Naim, sentono il pudore di spiegare che Naim stesso non è un
osservatore neutrale, ma un membro di quella classe politica corrotta spazzata
via dal Movimento Bolivariano. E' come se l'Espresso avesse commissionato a
Pinochet un articolo su Allende, a Ménem un articolo su Kirchner o a Collor de
Mello un articolo su Lula, dimenticando di spiegare chi furono Pinochet, Ménem
o Collor de Mello ed anzi spacciandoli come osservatori neutrali.
L'Espresso fa così passare per analisi politica insulti come "pericoloso
buffone populista Chavez" (chissà perché scritto sempre senz'accento) facendo
credere al proprio lettore che siano prodotto di un prestigioso osservatore
neutrale e non di un rancoroso esponente di una delle classi politiche più
corrotte della storia. E' così ingenua la direzione dell'Espresso da non capire
che questa è una pessima maniera di fare giornalismo?
Tutto ciò in pochi giorni in questo inizio di 2006 e chissà quante ne abbiamo
perse o ci sono sfuggite, come la perla pubblicata dal supplemento Donna di
Repubblica a firma Alessandro Oppes che, sotto il titolo "Chávez visto da
vicino", intervista da lontano solo ed esclusivamente oppositori
particolarmente avvelenati e poco lucidi.
E' in corso un'operazione decisa e sistematica che vuole distaccare l'opinione
pubblica occidentale dalle sorti dei governi progressisti latinoamericani,
presentarli come velleitari, autoritari, pericolosi, non democratici, per
potere domani mettere in atto la minaccia del ministro della difesa
statunitense che minaccia l' "asse del male latinoamericano da colpire".
E' necessario dunque un lavoro di denuncia ed informazione che va ben oltre le
possibilità del sito e che tuttavia è necessario ed urgente se non vogliamo
trovarci con un'opinione pubblica cucinata a puntino nel caso non remoto che le
attuali campagne di calunnie sfocino in qualcosa di peggiore. Non si può dire,
"Kirchner non ci piace", "Morales è razzista", "in Venezuela non esistono
istituzioni democratiche", senza spiegare mai con competenza e proprietà la
sostanza di affermazioni così gravi. E' quello che sta avvenendo. E' una goccia
di bile quotidiana di disinformazione che sta avvelenando i pozzi
dell'informazione in senso antilatinoamericano. E' la stessa goccia quotidiana
di veleno che spargeva menzogne su Salvador Allende fino a far credere che il
colpo di stato voluto dagli Stati Uniti fosse la soluzione migliore per
terminare un caos che non esisteva o che se esisteva era stato creato ad arte.
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La trasmissione di RaiUtilesulla geopolitica Latinoamericana, con la
partecipazione di Gianni Minà e Gennaro Carotenuto, sarà replicata oggi alle
12.20
http://www.gennarocarotenuto.it