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Auteur: Alessio Ciacci
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À: forumlucca
Sujet: [Forumlucca] Fw: [hyperlink] AGGIORNAMENTI ACQUA/SERVIZI PUBBLICI LOCALI/UTILITIES - agenzia MISNA (in particolare: Bolivia, nuovo ministro acqua - "I servizi di base devono essere pubblici") - var
a cura di Associazione progetto STRATEGIE (laboratorio del progetto umano
complesso, http://www.ipstrategie.it)

Cordialmente
M.Emanuele
347.3146487


- agenzia MISNA
- clickutility.it
- Varie (Una Società per la gestione dell'acqua in montagna: Verso la
"Comuni Riuniti ?" - Cinco empresas tienen concesiones para obtener 1.7
millones de metros cúbicos al año: Conagua. Chiapas: refresqueras extraen
agua suficiente para abastecer 5 poblados - Activistas proponen crear comité
mexicano contra el cuarto Foro Mundial del Agua. Plantean movimiento para
enfrentar acaparamiento de recursos hídricos)



- agenzia MISNA


MALAWI 27/1/2006 1.22

GOVERNO PROMETTE NUOVI AIUTI PER FRONTEGGIARE CARESTIA



Economia e Politica, Brief




Le autorità del Malawi ritengono di poter garantire aiuti alimentari a 4,35
milioni di residenti entro la fine di questo mese: lo ha detto il
Dipartimento per la gestione dei disastri, specificando che il governo userà
a questo scopo 49.130 tonnellate di cibo in più che finora giacevano nei
magazzini. L'organismo ha poi ricordato che a dicembre un totale di 3,48
milioni di persone aveva ricevuto scorte di mais e olio da cucina destinate
a durare un mese. Tuttavia, ha rilevato il 'Malawi Vulnerabilità Assessment
Committee' (Mvac) - composto da 'donors' ed esponenti dell'esecutivo - ci
sono ancora 400.000 abitanti del Malawi a rischio fame, perché le persone
bisognose di cibo sono stimate complessivamente in 4,8 milioni. Il Malawi è
uno dei sei paesi africani colpiti da una grave carestia dovuta alle mancate
precipitazioni dei mesi passati e nelle scorse settimane il Programma
alimentare mondiale dell'Onu (Pam / Wfp) ha dichiarato "zone disastrate"
tutti i 28 distretti della nazione. La mancanza di cibo ha contribuito ad
aggravare una situazione interna già messa a dura prova dal dilagare della
sindrome da immunodeficienza acquisita (sida/aids) e da una pratica agricola
carente di mezzi tecnici e infrastrutture.

[LM]

BOLIVIA 27/1/2006 3.50

NUOVO MINISTRO ACQUA: "I SERVIZI DI BASE DEVONO ESSERE PUBBLICI"



Economia e Politica, Brief




In un'intervista esclusiva al quotidiano argentino 'Clarín' il nuovo
ministro dell'Acqua, Abel Mamaní, 38 anni, ha dichiarato che "obiettivo del
governo è che tutti i servizi di base tornino pubblici". Questa strada sarà
percorsa "con molta responsabilità" ha aggiunto il ministro, accusato da
alcuni gruppi dell'opposizione di non avere la necessaria esperienza in
materia di acqua. "Quello che so è che a El Alto (popolosa città distante
pochi chilometri da La Paz) 200.000 persone, pari al 20% della popolazione,
non hanno acqua" ha detto Mamaní, che negli ultimi due anni ha guidato la
protesta popolare contro Suez, l'impresa privata straniera che gestisce
l'acquedotto 'Aguas de Illimani', a El Alto. "Suez purtroppo continua a
essere operativa in Bolivia. Ma a marzo avremo i primi risultati delle
revisioni contabili che abbiamo chiesto. Con le mobilitazioni abbiamo
ottenuto che i prezzi per gli allacci delle condutture dell'acqua potabile e
delle fognature siano scesi da 249 a 180 dollari, che è comunque troppo. I
nostri vicini ci hanno dimostrato che l'allaccio di questi servizi a
domicilio può costare molto meno, tra 65 e 70 dollari" ha spiegato a questo
proposito il neo-ministro, secondo cui il suo dicastero potrà essere
pienamente operativo entro breve. Mamaní, infine, non dà molto credito
all'ipotesi che alcuni settori più conservatori e radicali del Paese possano
tentare di destabilizzare il governo di Evo Morales: "Non credo che sarebbe
prudente. Le elezioni si sono svolte un mese fa e la popolazione ha chiesto
un cambiamento storico. Sarebbe irresponsabile andare contro la volontà
popolare" ha concluso.[LL]

DJIBOUTI 27/1/2006 18.09

SICCITÀ: ARRIVANO GLI AIUTI E LE PRIME PIOGGE



Altro, Brief




Stanno arrivando i primi aiuti esteri a Gibuti, dove la siccità ha finora
colpito circa 230.000 persone su 800.000 abitanti. L'organismo statunitense
'Usaid' ha annunciato l'invio nel piccolo paese del Corno d'Africa di 660
tonnellate di farina di grano destinate a 70.000 bisognosi, mentre il
governo di Washington dovrebbe provvedere alla fornitura di 2.000 tonnellate
di vari generi alimentari. Gli stessi abitanti di Gibuti si stanno
mobilitando in soccorso dei loro concittadini: l'Unione nazionale delle
donne sta conducendo una campagna per raccogliere vestiti e generi
alimentari che sta riscuotendo adesioni, specialmente tra i commercianti, le
organizzazioni non governative (ong) e i nativi della nazione africana che
vivono all'estero. Il ministro della Gioventù e dello Sport, Hassan Farah
Miguil, ha promosso manifestazioni sportive i cui introiti saranno versati
alle popolazioni afflitte dalla carestia. A dare parziale respiro alla gente
è arrivata anche la pioggia, che nell'ultima settimana si è abbattuta sulla
capitale e nelle regioni interne; le precipitazioni hanno però creato alcuni
problemi, paralizzando il traffico nei centri cittadini e formando pozze di
acqua stagnante pericolose perché possibile covo delle zanzare portatrici
della malaria.
[LM]



- clickutility.it


27/01/06
Convegno sul "Sistema Milano di raccolta differenziata e valorizzazione dei
rifiuti"
Milano. Rifiuti "Non si butta nulla": l'assessore Bernardo interviene a
convegno e fa il punto sul settore lombardo
"La raccolta differenziata si attesta al 42% del rifiuto urbano prodotto,
circa 800.000 tonnellate all'anno, in provinciadi Milano" spiega l'assessore
regionale Bernardo
Limitare la produzione di rifiuti è uno degli obiettivi regionali insieme al
recupero della materia del rifiuto stesso.
Ad affermarlo è l'assessore alle Reti e Servizi di Pubblica Utilità,
Maurizio Bernardo, nel suo intervento al convegno "Sistema Milano di
raccolta differenziata e valorizzazione dei rifiuti", svoltosi alla Loggia
dei Mercanti di Milano.

"La raccolta differenziata - ha detto l'assessore Bernardo - suddivisa in
raccolta di alluminio, carta, ferro, legno, organico, plastica, verde e
vetro, si attesta al 42% del rifiuto urbano prodotto, circa 800.000
tonnellate all'anno, in provincia di Milano".

In Provincia di Milano esistono una decina di impianti di recupero carta,
sei di recupero biomasse (legno), oltre a mobilifici con impianti di
recupero energetico. Inoltre, vi è una buona percentuale di recupero di
plastiche tramite consorzi e di una grande quantità di ferro e alluminio,
che viene inviata
a fonderie e acciaierie lombarde.

"Ad oggi nella provincia di Milano - ha aggiunto l'assessore Bernardo - sono
presenti solo due impianti di compostaggio per il recupero organico. Questo
è dovuto - ha sottolineato - essenzialmente alla carenza di progetti
proposti dagli imprenditori lombardi".

La carenza di impianti ha portato ad incrementi notevoli sul costo di
smaltimento della frazione umida, che sta raggiungendo i 100 euro a
tonnellata.
"La raccolta differenziata dell'umido - ha continuato Bernardo - deve essere
finalizzata ad un effettivo recupero, altrimenti si creano situazioni
inutili dal punto di vista economico ed ambientale. La Regione Lombardia a
questo proposito - ha precisato l'assessore - sta valutando progetti che
propongono
sistemi alternativi di recupero dell'umido come i biodigestori, ovvero
impianti che producono metano dalla fermentazione dei materiali deperibili
proprio per incentivare il massimo recupero energetico, con produzione di un
materiale comunque assimilabile al compost, quindi utilizzabile anch'esso
per l'agricoltura".

L'intenzione della Regione Lombardia è quella di incentivare il controllo
sulla qualità della raccolta differenziata allo scopo di ridurre al minimo
il numero di impianti di recupero che tolgono aree al territorio "perché -
ha detto ancora Maurizio Bernardo - solo una buona e mirata raccolta
differenziata ha senso".
La Regione Lombardia mostra inoltre attenzione verso quegli impianti che
sfruttano la risorsa rifiuto come combustibile e che da questa producono
energia come nel caso del teleriscaldamento.

"La politica regionale - ha continuato l'assessore Bernardo - è indirizzata
verso impianti di termoutilizzazione e teleriscaldamento allo scopo di
aumentare la produzione di energia e ridurre l'inquinamento atmosferico
provocato dalle caldaie domestiche".

In provincia di Milano vi sono due inceneritori di rifiuti urbani che
effettuano il 28% di recupero di energia elettrica.
Uno dei due, il Silla 2, oltre a produrre energia elettrica, fornisce il
teleriscaldamento nei Comuni limitrofi di Rho e Pero.
La Regione Lombardia, inoltre, sta per avviare una nuova fase di
autorizzazione per tutti i 12 inceneritori presenti sul territorio lombardo.

"Nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà - ha aggiunto Bernardo -
la Regione sostiene, dal 2005, l'iniziativa della cosiddetta non produzione
del rifiuto, cioè sostiene associazioni senza scopo di lucro che recuperano
dal sistema della grande distribuzione prodotti alimentari in via di
scadenza per distribuirli alle mense dei poveri".
"Se vogliamo meno inquinamento è necessario che ognuno faccia la sua parte,
quindi - ha concluso l'assessore Maurizio Bernardo - non buttiamo via niente
e recuperiamo tutto".
Manu Mich. - ClickUtility.it


27/01/06
La gestione dei rifiuti nell'alessandrino
Alessandria. Raggiunto accordo per la costituzione dell'ATO per la gestione
dei rifiuti
"La costituzione consentirà innanzitutto un funzionamento più sinergico
degli impianti e delle attività di raccolta, trasporto, recupero e
smaltimento dei
rifiuti su tutto il territorio provinciale" spiega l'assessore Penna
Siglato ieri mattina presso l'assessorato provinciale all'Ambiente
l'accordo per la costituzione dell'Associazione di Ambito Territoriale
Ottimale per la
gestione dei rifiuti dell'alessandrino.
All'incontro, coordinato dall'assessore provinciale Renzo Penna, erano
presenti i presidenti dei tre Consorzi di Bacino della provincia e i
rappresentanti
dei tre Comuni maggiori, Alessandria, Casale Monferrato e Novi Ligure.

L'accordo, prima di divenire operativo a tutti gli effetti, sarà ratificato
nei primi giorni di febbraio dai tre Consorzi e da parte dei Consigli
Comunali
dei tre Comuni.

Ampia soddisfazione è stata espressa per l'accordo raggiunto da parte
dell'assessore provinciale all'Ambiente Renzo Penna.
"E' stato raggiunto un obiettivo per il quale siamo impegnati da diversi
mesi. La costituzione dell'Associazione d'Ambito - sottolinea Penna -
consentirà
innanzitutto un funzionamento più sinergico degli impianti e delle attività
di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei rifiuti su tutto il
territorio
provinciale.
Inoltre - conclude Penna - il sistema integrato di gestione dei rifiuti sarà
più efficiente e coordinato, consentendo all'intero territorio di muoversi
in
maniera uniforme verso gli obiettivi strategici definiti dal Piano d'Ambito
per la gestione ottimale dei rifiuti".
Manu Mich. - ClickUtility.it


27/01/06
Il rilancio del settore della differenziata
Catanzaro. Raccolta differenziata: l'assessore regionale Tommasi incontra i
vertici del Conai
"La Regione ha pronto un bando europeo per sostenere finanziariamente i
Comuni che incentiveranno la raccolta differenziata" spiega Tommasi
Incontro Regione-Conai ieri.
Per sviluppare i punti essenziali dell'accordo di programma quadro, a
supporto delle attività degli Enti Locali e delle società di gestione, al
fine di incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti, l'assessore
regionale all'Ambiente Diego Tommasi ha incontrato, presso la delegazione
romana della Regione Calabria, il direttore generale del Consorzio Nazionale
Imballaggi (Conai), Giancarlo Longhi, insieme al responsabile delle
relazioni istituzionali, Saturno Illomei.

"Occorre rilanciare un settore che in questi anni ha presentato notevoli
lacune - ha sottolineato Tommasi - per questo la Regione Calabria ha pronto
un bando europeo per sostenere finanziariamente i Comuni che incentiveranno
la raccolta differenziata, con un premio per quelli che arriveranno al 40%
dei rifiuti raccolti, facendo risparmiare i cittadini sui costi della
tariffa".

In Calabria, come ha spiegato Tommasi ai rappresentanti del Conai, è
essenziale costruire un sistema finalizzato agli impianti che valorizzino la
raccolta differenziata.
"Ma per far ciò - ha sostenuto l'assessore all'Ambiente - servono supporti e
collaborazioni qualificate, per sostenere il progetto e creare la sinergia
tra la politica, le amministrazioni e chi professionalmente ed
imprenditorialmente realizza tutte le fasi della raccolta differenziata".

Il direttore generale del Conai, Giancarlo Longhi, ha illustrato le
strutture del Consorzio che operano sia nel settore della progettazione dei
sistemi, che in quelli della formazione dei tecnici comunali.

Per passare alla fase operativa è stato concordato un successivo incontro a
Catanzaro in cui verificare gli impegni reciproci per la sottoscrizione
dell'accordo di programma quadro.

Il Conai, istituito con decreto legislativo 22/97, opera per l'avvio a
recupero e al riciclo dei rifiuti di imballaggi immessi al consumo sul
territorio nazionale, allo scopo di raggiungere gli obiettivi stabiliti
dalla legge. A questo scopo si avvale dell'operatività di sei Consorzi dei
materiali (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro) che
garantiscono il necessario raccordo con le Amministrazioni comunali per il
ritiro degli imballaggi provenienti dalla raccolta differenziata.
Manuela Michelini - ClickUtility.it


27/01/06
Energia in Europa
Bruxelles. Il Commissario Ue Andris Piebalgs sottolinea l'importanza delle
migliorie in fatto di efficienza energetica
Fabbisogno energetico e efficienza al centro della presentazione delle
iniziative energetiche in Commissione
Punto primo "migliorare l'efficienza energetica".
Non ha dubbi il Commissario per l'energia Andris Piebalgs nel sottolineare
le necessità dell'Europa durante la presentazione delle iniziative
energetiche in sede parlamentare.

Se la necessità di migliorare l'efficienza energetica e le misure di
coordinamento dell'approccio europeo hanno un grande peso non sono da meno i
confronti sul fabbisogno energetico.
Ed in fatto di efficienza ogni giorno rimandato è un errore, come ha fatto
notare il commissario lanciando un messaggio inflessibile durante la
riunione della commissione per l'energia del Parlamento europeo con le sue
omologhe nazionali i giorni scorsi.
L'Europa si trova a confronto con le conseguenze del cambiamento climatico,
con il fatto che il carissimo petrolio venga estratto in stati instabili o
potenzialmente ostili e con l'attuale "disputa sul gas" fra la Russia e i
paesi confinanti.

Per tutte queste ragioni, migliorare l'efficienza energetica e le misure di
coordinamento dell'approccio europeo al suo fabbisogno energetico non è mai
stato così importante. Da qui al 2030, L'UE importerà il 90% del petrolio e
l'80% del gas, che per la maggior parte proviene da regioni instabili, come
il Medio oriente. La recente mancata fornitura dalla Russia e le sue dispute
con gli stati confinanti, aggiunte alla crescente tensione con l'Iran, non
hanno prodotto che maggiori timori sugli approvvigionamenti. Aprendo il
dibattito, il presidente del Parlamento Josep Borrell ha dichiarato che
tutto questo aveva "messo in risalto quanto sia vulnerabile l'Europa" in un
mondo dove "l'energia verrà usata sempre di più come un'arma".

La buona notizia è che le forniture di petrolio e gas non dipendono soltanto
dalla geopolitica e che la gente comune può contribuire enormemente al
risparmio energetico, nella vita di tutti i giorni. Gli edifici europei
attualmente assorbono circa il 40% di tutta l'energia utilizzata nell'UE e
le case private arrivano ai due terzi di questa percentuale. Il solo passare
all'utilizzo di lampadine a risparmio energetico, che utilizzano un quinto
dell'energia elettrica rispetto a quelle normali, può fare una grossa
differenza. Allo stesso modo, lasciare le apparecchiature elettriche come le
TV e i videoregistratori in modalità "stand by" si ritiene possa assorbire
il 10% di tutto il consumo dei nuclei familiari nell'UE. Inoltre, la
tecnologia pratica e comprovata, che può aiutarci a risparmiare denaro sulla
bolletta del riscaldamento, "già esiste", come osserva Andrew Warren della
ONG del settore edilizio dell'UE "Euro ACE".

L'importanza tecnologica nell'aumento dell'efficienza energetica è stata
particolarmente sottolineata dal deputato spagnolo del PPE Alejo
Vidal-Quadras - relatore della commissione per l'energia sull'argomento.
Egli ha messo in risalto le possibilità tecnologiche per contrastare il
cambiamento climatico, pur evidenziando la sua posizione critica sui
tentativi di limitare gli investimenti UE in questo settore nelle nuove
Prospettive finanziarie che l'Unione ha approvato per il periodo 2007-2013.
La sua proposta di relazione sull'efficienza energetica può essere visionata
cliccando sul link indicato alla fine della pagina.

All'inizio di gennaio è entrata in vigore una nuova legislazione europea sul
"Rendimento energetico nell'edilizia". La stessa prevede una modalità comune
di calcolo del rendimento energetico di tutti gli immobili nell'UE,
definisce le norme minime di efficienza energetica e stabilisce un sistema
di certificazione degli edifici che consente alle persone di verificare
quanta energia consumino le loro case. Nel mese di dicembre dello scorso
anno, gli Stati membri dell'UE hanno approvato dei piani di efficienza
energetica per operare un risparmio sull'energia fornita agli utilizzatori
finali.

Circa il 70% del petrolio usato nell'UE è destinato al settore dei trasporti
e le automobili assorbono da sole la metà di tutta l'energia consumata in
questo ambito. L'efficienza del carburante usato per le auto è migliorata
notevolmente grazie a un accordo volontario con l'industria automobilistica
per ridurre il consumo di carburante dei veicoli e nel 2008-2009 le auto
avranno un'efficienza nel consumo di carburante maggiore del 25% rispetto al
1998. Eppure, l'aumento del numero di automobili, la potenza e l'uso dei
veicoli probabilmente faranno da contrappeso a questi vantaggi, mentre altre
misure (come le imposte sui carburanti) rappresentano solo un'opzione per
migliorare l'efficienza.

E' evidente che le forme rinnovabili di energia assumeranno un'importanza
ancora maggiore. Entro il 2010, il 12% dell'energia europea sarà prodotta da
fonti riutilizzabili, come l'energia eolica o solare. Attualmente, l'UE
produce tre quarti di tutta l'energia eolica del mondo. Eppure, occorre fare
ancora molto per sviluppare questo settore, e il Presidente Borrell ha
chiesto "un vero dibattito pubblico" sulla questione. Un'assurdità
evidenziata è stata che gli Stati più settentrionali dell'UE producono più
energia solare di quelli meridionali - fatto che sta chiaramente a
dimostrare quanti margini di miglioramento ancora vi siano sull'argomento.

Manuela Michelini - ClickUtility.it



- Varie


(dal Comitato cuneese per l'acqua)

Cuneo Sette, 24 gennaio 2006

Una Società per la gestione dell'acqua in montagna

Verso la "Comuni Riuniti" ?

Continua il dibattito all'interno dei Comuni della Valle Maira sul delicato
problema dell'acqua. Il nuovo anno potrebbe portare la creazione di una
società pubblica, la "Comuni Riuniti Srl" per gestire gli acquedotti. Nel
nuovo ente entrerebbero San Damiano, Macra, Celle Macra, Stroppo, Prazzo,
Marmora e anche altri due Comuni al di fuori della valle, Vinadio e
Valgrana.
La Comuni Riuniti servirebbe ad adeguare la gestione degli acquedotti alla
Legge Galli e alla Legge regionale 13 che prevedono che i Comuni non possano
più gestire in autonomia il servizio. La società avrebbe come obiettivo
anche quello di evidenziare il passaggio a grandi aziende lontane dal
territorio che, inevitabilmente, secondo gli amministratori produrrebbero un
aumento insostenibile del prezzo dell'acqua a carico delle famiglie, ma
anche un servizio inadeguato causa la bassa densità di popolazione, gli
scarsi guadagni e la fitta rete di acquedotti. La gestione in economia degli
acquedotti finora, non solo ha garantito un servizio adeguato ed a basso
costo agli abitanti, come sostengono gli amministratori, ma rappresenta
anche una fonte di introito per le amministrazioni locali. Solo una società
s.r.l. potrebbe continuare a garantire che i proventi rimangano sul
territorio. A questa conclusione sembrano portare numerose riunioni tenute a
San Damiano e in altri Comuni della valle. L'idea base di questa iniziativa
è che la disponibilità dell'acqua debba continuare ad essere uno dei motivi
per cui conviene vivere in montagna, un territorio già deprivato di servizi
che costringe a lunghe trasferte gli abitanti. Se anche l'acqua costasse
come in città, quali altri motivi ci sarebbero per restare a presidiare i
piccoli borghi delle nostre valli ? (a.g.)


(da la jornada, segnalato da Luca Martinelli, 22 gennaio 2006)

Cinco empresas tienen concesiones para obtener 1.7 millones de metros
cúbicos al año: Conagua
Chiapas: refresqueras extraen agua suficiente para abastecer 5 poblados

Ilegalmente, Coca-Cola adquirió los derechos de pozos de zonas cercanas a
sus procesadoras: ONG

ANGELES MARISCAL CORRESPONSAL

Tuxtla Gutierrez, Chis., 21 de enero. Las refresqueras y embotelladoras de
agua purificada que operan en la entidad, entre ellas Coca-Cola, extraen
anualmente 1.7 millones de metros cúbicos de agua de los pozos de la
entidad, cantidad que podría abastecer a la población de cinco municipios
indígenas que padecen problemas de salud derivados de la falta de líquido.

Según información de la Comisión Nacional del Agua (Conagua), cuatro de las
principales compañías de bebidas gaseosas y embotelladoras de agua
purificada tienen concesionada la extracción de aproximadamente 1.7 millones
de metros cúbicos al año.

A esta cifra se añade el subregistro de casi 50 empresas del ramo en los 118
municipios, que operan sin permisos, y se calcula que sustraen otro medio
millón de metros cúbicos de agua al año.

En la entidad existen mantos acuíferos y ríos de agua dulce que abarcan 15
por ciento del territorio estatal. Esta riqueza natural se concentra casi
totalmente en las zonas bajas de la entidad, en contraste con las regiones
montañosas de los Altos y Sierra, donde la mayoría de la gente vive en alta
marginación.

El Consejo Estatal de Población señala en esas zonas altas hay unas mil
comunidades con graves problemas de abasto de agua.

Para la obtención de líquido los pobladores perforan los pozos profundos;
pero como el costo es tan elevado menos de 3 por ciento puede realizarlo.
Otra opción recurrente en los últimos años ha sido la construcción de ollas
para captar el agua de lluvia.

La lucha por el aprovechamiento del recurso, sea superficial o del subsuelo,
se da entre la Comisión Federal de Electricidad -que tiene los permisos de
aprovechamiento de 90 por ciento de las aguas superficiales de la cuenca del
río Grijalva-, y las embotelladoras, que tienen los recursos tecnológicos
para construir pozos profundos, y económicos para pagar por el
aprovechamiento de agua de ríos importantes como el Coatán.

La Jornada conoció los permisos y volúmenes de extracción de agua
autorizados en Chiapas; en ellos sobresalen cuatro empresas: Agua Electrón,
con 139 mil 420 metros cúbicos anuales; Pepsi-Gemex, cuyo dato extraoficial
es de unos 200 mil metros cúbicos en igual periodo; embotelladora Tacaná,
con 137 mil 583 metros cúbicos anuales, e Inmuebles del Golfo, con un millón
264 mil 396 metros cúbicos cada año.

En las dos últimas firmas -cuyo volumen de extracción es mayor a las otras-
se registraron personas morales, mediante las cuales la trasnacional
Coca-Cola obtuvo la concesión para el aprovechamiento del líquido en sus
plantas ubicadas en Tapachula, Tuxtla Gutiérrez y San Cristóbal de las
Casas.

Las concesiones tienen vigencia hasta 2025 y 2044, respectivamente, y
estipulan que estas empresas deberán utilizar la totalidad del volumen
autorizado a fin de conservar los permisos.

El millón 741 mil metros cúbicos de agua que sustraen cada año las cuatro
firmas, bastaría para cubrir las necesidades de agua de los habitantes de
San Juan Cancuc, Chanal, Huixtán, Oxchuc y Tenejapa, municipios indígenas
donde el tracoma -enfermedad causada por la falta de higiene adecuada- es un
problema grave de salud.

Más aún: Coca-Cola amplió su volumen de aprovechamiento del recurso "de
forma a veces inmoral", según documentó el Centro de Investigaciones
Económicas y Políticas de Acción Comunitaria.

La organización, con sede en Chiapas dio a conocer en enero de 2005 que la
trasnacional, "en contubernio con autoridades locales", adquirió los
derechos de los pozos de agua de los ejidatarios y campesinos de las zonas
cercanas a sus plantas procesadoras.

Explicó que "manipuló el uso del agua por medio de la renta de tierras
ejidales. Cuando los labriegos se resistieron a la privatización de sus
tierras, los inversionistas cortaron el agua mediante el control de los
módulos y los distritos de riego".

Felipe de Jesús Gómez, comisariado de bienes comunales del poblado de San
Felipe Ecatepec, ubicado a pocos metros de la planta que la trasnacional
posee en San Cristóbal de las Casas, detalló que de los mil 500 habitantes
del lugar, 70 por ciento no tiene acceso al agua.

Los que sí cuentan con ella han tenido que cavar pozos hasta de 30 metros de
profundidad. "Lo único que nos queda a los demás es comprar el agua en pipas
y llenar nuestros tanques", expresó.
http://www.jornada.unam.mx/2006/01/22/036n1est.php


(da la jornada, segnalato da Luca Martinelli, 23 gennaio 2006)

Activistas proponen crear comité mexicano contra el cuarto Foro Mundial del
Agua
Plantean movimiento para enfrentar acaparamiento de recursos hídricos

Concluye asamblea en defensa del líquido y contra su privatización; anuncian
movilizaciones

EMIR OLIVARES ALONSO
Conformar un movimiento mexicano para la defensa del agua, tendiente a
consolidar que el acceso al líquido sea un derecho para todos los habitantes
del país, evitar su privatización e instaurar un comité contra el cuarto
Foro Mundial del Agua -el cual se encargará de realizar actividades alternas
al encuentro oficial-, fueron algunas de las conclusiones a las que llegó la
primera Asamblea Nacional en Defensa de la Tierra y del Agua y en Contra de
su Privatización, que concluyó sus trabajos ayer.

También se propuso constituir un tribunal máximo para el tema y la
realización de la segunda Asamblea Nacional del Agua, a mediados de año.

Claudia Campero, coordinadora de la Coalición de Organizaciones Mexicanas
por el Derecho al Agua (COMDA), refirió que la asamblea se solidariza con
las luchas nacionales por los recursos hídricos y contra los problemas
relacionados con ellos, como la contaminación, la desigualdad en su
distribución y el desarrollo urbano que no toma en cuenta los derechos
ambientales y comunitarios.

Encuentro cerrado a la sociedad

La activista remarcó: "está comprobado que el Foro Mundial del Agua ha
cerrado la participación de toda la sociedad en el debate y busca perpetuar
las políticas que han generado graves problemas no sólo en México, sino en
diferentes partes del mundo".

Por su parte, Miriam Libertad, quien formó parte de la mesa Participación de
las mujeres en la gestión del agua y la tierra, dijo que la idea de que los
recursos hídricos son escasos es impulsada por quienes desean apoderarse de
ellos.

"Agua hay, pero, al igual que la tierra y el dinero, está concentrada en
pocas manos."

Dentro de su declaratoria final la asamblea expuso: "Siendo el agua un
recurso estratégico para la nación, sus políticas de uso, manejo y
disponibilidad deben ser supervisadas directamente por todas y todos los
mexicanos, a través de la gestión social para garantizar su adecuado
aprovechamiento, distribución, cuidado y equidad".

Además se pronunció por la solución de conflictos nacionales, por lo que
demandó la cancelación de la hidroeléctrica La Parota, en Guerrero, y que en
Tlaxcala no se construyan 3 mil viviendas, una carretera y un centro
comercial sobre un manto acuífero.

También se manifestó en contra de la construcción de la presa Arcediano, en
Guadalajara, Jalisco, y exigió que se resuelva el conflicto mazahua en el
estado de México, en el que comunidades indígenas carecen de acceso a agua
potable, entre otros problemas.

Mientras, Rodrigo García Lizalde, dirigente de la Coordinadora de
Trabajadores del Gobierno del Distrito Federal por la Defensa del Carácter
Público del Agua, anunció que también se estudiará el artículo 27
constitucional, fracción XVIII, "para eliminar todos los contratos que hasta
este momento tienen los gobiernos, tanto locales como federal, con las
compañías trasnacionales en relación con el agua".

Durante el encuentro se presentaron casos como el de los indígenas mazahuas
del estado de México, quienes exigieron al gobierno cumplir los acuerdos
firmados en junio del año pasado para que "miles de familias de la región
tengamos acceso al agua", ya que las mujeres caminan alrededor de cuatro
kilómetros hasta el río para acarrear el líquido.

"Nosotras las mujeres queremos como prioridad el agua, ya que somos las que
sufrimos al acarrearla. Por eso mujeres y hombres nos unimos para caminar
juntos para luchar por nuestros derechos y recursos naturales", aseveró
María Cruz de Paz, integrante del movimiento mazahua. Advirtió que si las
autoridades no cumplen con sus demandas realizarán movilizaciones y bloqueos
de carreteras.

En tanto, Silvia Pérez, de la Unión de Indígenas de la Zona Norte del Istmo,
denunció que tampoco hay abasto del liquido de calidad en su comunidad, en
Oaxaca.

"En mi tierra en tiempos de sequía no hay agua; tenemos que esperar hasta
altas horas de la noche para que nazca (del manantial) una cubeta para poder
beber."

La asamblea fue convocada por el Movimiento Urbano Popular y la COMDA.
Participaron más de 100 organizaciones que defienden los derechos
ambientales y la equidad del agua en Oaxaca, Chiapas, Morelos, Distrito
Federal, estado de México, Hidalgo, Tlaxcala, Guerrero, Michoacán, Jalisco,
Quintana Roo, Veracruz y Puebla.

Recordaron que el 16 de marzo, cuando se inicie el cuarto Foro Mundial del
Agua, realizarán una marcha nacional para manifestar su rechazo a ese
evento.
http://www.jornada.unam.mx/2006/01/23/045n1soc.php


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