Re: [Cm-roma] autocritica?

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Autore: Marco Pierfranceschi
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To: la rivoluzione corre sui pedali.!
Oggetto: Re: [Cm-roma] autocritica?
Il giorno 27/gen/06, alle ore 12:05, ciclofficina don chisciotte ha
scritto:
> le autocritiche sono talmente radicate in noi che praticamente siamo
> ad un punto fermo.


Ciao Giuso, felice di rileggerti!
Premesso che mi sono sempre sentito un po' "corpo estraneo" in questa
lista, portatore di istanze poco condivise e di una sensibilità
"diversa" sui temi della mobilità, dell'uso della bicicletta,
dell'esempio "esemplare" e quant'altro... stavolta fatico davvero
parecchio a comprendere cosa stia succedendo, e il fatto che non se
ne discuta, non si affrontino i nodi della situazione, di certo non
contribuisce a determinare un'inversione di rotta.
Comprenderai, ricordando quanta fatica ho fatto per farmi
"metabolizzare" dalla lista, come trovi inaccettabile che a fronte di
critiche ed attacchi ci si rinchiuda in una "torre d'avorio" e si
taglino i canali col mondo (alcuni canali, almeno).
Inaccettabile, sia ben chiaro, sebbene umanamente comprensibile.
La tua lettera contiene in sé messaggi contraddittori: da un lato
descrive una situazione asfittica, dall'altro un desiderio di
riscatto, e però, però, però.... mancano ancora troppi pezzi perché
il quadro mi sia chiaro. Di sicuro l'idea di avere gente che passa
"le giornate davanti ad un video game" non può entusiasmare nessuno,
e se anche alla Donqui lo ritenete un esito indesiderato penso che
andrebbero definite delle azioni "correttive": non è nel mio sentire
occuparmi dei problemi di gente dall'altra parte del pianeta e
contemporaneamente disinteressarmi di chi ho accanto...
l'autocritica, se tale deve essere, non può partorire disinteresse.
Detto questo trovo paradossale che esperienze tanto simili tra loro
come le tre ciclofficine romane non trovino né una motivazione, né un
terreno di confronto per crescere insieme, ma preferiscano invece
chiudersi l'una all'altra ognuna nel suo recinto.
Mi sembra che tanta strada si sia fatta, tanti pensieri elaborati,
tanto sia stato costruito, e forse tutto questo comporta ora
stanchezza, ed un senso di fatica, di già vissuto, di vecchio. Però
bisogna ritrovare il modo, il tempo, le idee e le energie per
rilanciare nuove esperienze, per ripartire da quello che si è
costruito con progetti diversi e più ambiziosi. Mi sembra che, in
forme neppure troppo diverse, sia quello che la Donqui ha cercato di
fare con la partecipazione a Vèlocity e la Ciclocentrale col
confronto con Esposito: esplorare, confrontarsi, contaminarsi...
Probabilmente la cosa migliore da fare, come punto di partenza,
sarebbe una grande assemblea del movimento ciclocritico romano, in
cui vedersi faccia a faccia e parlare non solo con le parole, ma con
le emozioni e con i corpi.
Nel frattempo non boicottiamo questo spazio di discussione, che pur
con tutti i suoi limiti è libero, aperto e democratico, e ci consente
di restare "connessi" anche se non ci si vede per dei mesi.

A stasera, sperando che vorrai venire a farti "contaminare" anche se
il "collettivo" ha deciso il contrario.

Ciao

--
Marco Pierfranceschi
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