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Szerző: Alessio Ciacci
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Tárgy: [Forumlucca] Fw: Una manifestazione per chi tiene alla salute e... alcuni conti "masochisti".

----- Original Message -----
From: Giuliano Ciampolini
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Sunday, January 22, 2006 12:30 AM
Subject: Una manifestazione per chi tiene alla salute e... alcuni conti "masochisti".


Ai pochi "masochisti" che sono nel mio indirizzario propongo di leggere tutta l'e-mail e, se vogliono, di rispondermi per farmi capire gli errori dei miei cervellotici conteggi.

A tutti/e gli/le altri/e chiedo di leggere almeno le prime 13 righe e di partecipare .....
per la salute, per non bruciarsi il futuro, per una società diversa e sostenibile:
a Campi B. (in 5.000), a Prato(in 2.000), a Sesto Fiorentino(in 3.000), ad Agliana(in 3.000), un movimento che cresce, composto da persone che "stanno in basso", che dicono NO agli inceneritori e propongono (con i loro "esperti") alternative concrete, serie, realizzabili.
Sabato 28 gennaio
(con il treno che parte da Pistoia alle ore 14,22 - da Montale alle ore 14, 28 - da Prato alle ore 14,43 e con autobus da varie località) parteciperemo alla
manifestazione regionale a Firenze
(partenza alle ore 15, dalla Fortezza da Basso):
PER una nuova politica regionale sui rifiuti
CONTRO la costruzione di nuovi inceneritori
TEMPI CERTI per la chiusura dei vecchi inceneritori.
(vedi, di seguito, la piattaforma)
Questo movimento (grazie alla partecipazione di tante persone), nell'area metropolitana "Firenze, Prato, Empoli, Pistoia" è riuscito a riaprire il confronto sui piani per il trattamento dei rifiuti approvati dalle tre Province e dai tre Ato: il 29 novembre 2005, su proposta della Regione, è stato costituito un "Gruppo di lavoro" (composto da Amministratori e da "tecnici delle aziende" delle tre Province), presieduto dall'Assessore regionale Marino Artusa.
L'Assessore Artusa ha fatto una proposta innovatrice (se davvero venisse resa concretamente attuabile): entro il 2010, ridurre del 15% l'attuale quantità dei rifiuti e portare la raccolta differenziata al 55 % (in un area metropolitana di queste dimensioni, con la presenza di una grande città come Firenze e di città di media dimensione come Prato, Pistoia, Empoli, sarebbe davvero un grande successo nella direzione indicata anche dai promotori delle manifestazioni).

Dal 29 novembre ad oggi, quel "Gruppo di lavoro" ha fatto 12 riunioni e nei giorni scorsi ha reso pubblico un "risultato" assai deludente: ha detto che, nell'area metropolitana, realizzando le proposte dell'Assessore Artusa rimangono 1.270 T/G (tonnellate al giorno) di rifiuti da incenerire.
Assai deludente perchè, a mio parere, in quel numero (1.270 T/G) e in quella destinazione (l'incenerimento), c'è la smentita, di fatto dell'obiettivo di ridurre del 15% la quantità dei rifiuti e di portare al 55 % la raccolta differenziata, nel 2010).
Cerco di spiegarmi e di esprimere i miei dubbi su quel numero:
In Toscana (dice "CISPEL Confservizi Toscana", a nome e per conto delle aziende che trattano i rifiuti) la quantità dei R.U. (rifiuti urbani, quelli delle famiglie) "procapite annui", è passata da 480 Kg del 1994 a 693 Kg nel 2004, cioè la Toscana è la regione che ha il primato nella produzione di rifiuti (nell'ultima campagna elettorale per le amministrative a Prato, Romagnoli ha scelto come slogan principale per essere eletto "Marco Romagnoli Sindaco, per una Prato da primato" e, in effetti, nella produzione di rifiuti Prato ha davvero un primato a livello italiano: 780 Kg all'anno per abitante). 
In altre regioni, con livelli produttivi e di consumi certo non inferiori alla Toscana, la quantità dei rifiuti (dati 2003), è più bassa e anche assai più bassa:
Emilia Romagna   648 Kg (procapite annui)
Lombardia             508 Kg
Piemonte               504 Kg 
A confronto con queste regioni, non regge la spiegazione di Cispel "la crescita dei rifiuti in Toscana sembra imputabile alla crescita della ricchezza e quindi dei consumi", ed è invece assai più credibile l'altra spiegazione di Cispel "contribuisce a raggiungere tale dimensione l'elevata percentuale di rifiuti speciali assimilati presenti nei circuiti di raccolta dei rifiuti urbani, in ragione di regolamenti comunali tesi ad assimilare in modo spinto i rifiuti provenienti dalle attività produttive") e, dice sempre Cispel "si stima che mediamente circa il 30-35% dei rifiuti raccolti siano rifiuti assimilati".
E' così (cioè con questo 30-35% di rifiuti che dalle attività produttive vengono immessi nei rifiuti urbani) che vengono fuori le quantità complessive dei rifiuti nelle tre Province dell'area metropolitana:
Firenze:              801.136 abitanti / 539.532 T/A (tonn. annue) di rifiuti urbani (673 Kg/ab./anno)
Prato:                 238.890 abitanti / 186.342 T/A (tonn. annue) di rifiuti urbani (780 Kg/ab./anno)
Pistoia/Empoli    445.826 abitanti / 282.552 T/A (tonn. annue) di rifiuti urbani (634 Kg/ab./anno)
TOTALE:       1.4 85.852 abitanti /1.008.426 T/A(tonn.annue) di rifiuti urbani (679 Kg/ab./anno)
TOTALE AL GIORNO(:365)  2.763 T/G meno il 15% di riduzione dei rifiuti entro il 2010
                                              =  2.349 T/G meno il 55% di raccolta differenziata entro il 2010
Rimanenza dei rifiuti da trattare 1.057 T/G (perchè al "gruppo di lavoro" torna 1.270 T/G non l'ho capito: dice che dividono il totale annuo per 330 (invece che per 365) ma anche così torna 1.169 T/G, non 1.270). 
Comunque, se questi calcoli vengono fatti proponendosi di togliere dai rifiuti urbani (con regolamenti comunali come quelli che hanno in altre regioni) almeno il 25 % degli assimilati derivanti da attività produttive, il conto finale sarebbe 793 T/G cioè una quantità assai inferiore, che - anche accogliendo solo in parte le proposte per il trattamento dei rifiuti a freddo - renderebbe del tutto inutile la costruzione di nuovi inceneritori nell'area metropolitana.
(Ovvio che questo non "dissolve" il problema dei rifiuti derivanti da attività produttive: anche per questi rifiuti sono necessari piani di recupero del possibile e di smaltimento della parte rimanente, ma - se non mi sbaglio - anche il decreto Ronchi prevede percorsi diversi e, anche nelle bollette, non a carico delle utenze familiari).


Insomma. la mia opinione è che chi (come le aziende che lavorano nell'attuale trattamento dei rifiuti e la Cispel che le rappresenta) ha interesse a conservare le scelte fatte fin'ora, cerca di apportare modifiche irrilevanti ai piani approvati dai tre Ato dell'area metropolitana e, per questo, ha interesse a "gonfiare" la quantità dei rifiuti previsti, per sostenere meglio la "necessità" di costruire nuovi inceneritori.
Le proposte innovatrici di Artusa, rischiano di naufragare su questo scoglio conservatore: non a caso c'è chi sostiene che "le aziende per il trattamento dei rifiuti hanno un peso politico e decisionale più rilevante dei Comuni che le hanno emanate" ed è un peso che esercitano sul piatto della conservazione e contro ogni ipotesi di cambiamento radicale dei piani approvati dagli Ato per il trattamento dei rifiuti e non a caso, per esempio a Firenze, il Capogruppo della Margherita ha chiesto le dimissioni di Artusa, perchè le proposte di Artusa hanno, come logica conseguenza, di non prendere decisioni definitive entro il 31 gennaio 2006 e prendere almeno altri tre mesi per rivedere i piani approvati in passato dai tre Ato, recependo seriamente le sue proposte (cioè individuando anche risorse finanziarie certe e consistenti con quelle finalità e scelte organizzative radicalmente diverse dall'attuale sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti).

L'Assessore Artusa (ed uno dei suoi esperti, da lui incaricato) ha avuto incontri anche con gli esperti del Coordinamento dei Comitati popolari della piana FI-PO-PT, ma le loro proposte alternative all'incenerimento (vedi su www.noinceneritori.org ) - fin'ora - non hanno avuto la possibilità di confronto e di verifica nel cosiddetto "gruppo di lavoro regionale": il rischio che vedo è che le proposte di riduzione del 15% dei rifiuti e dell'aumento della raccolta differenziata per arrivare al 55% entro il 2010, verranno solo accettate in modo formale, come "specchietto per le allodole" (senza le risorse finanziarie necessarie per riorganizzare diversamente la raccolta dei rifiuti, con il metodo "porta a porta") e, se non riusciamo ad impedire questa conclusione conservatrice e di ritocchi solo d'immagine, potrei scommettere che, nel 2010, nell'area metropolitana avremo un nuovo megainceneritore, la quantità dei rifiuti continuerà a crescere e la raccolta differenziata non supererà il 40% e rimarrà anche di scarsa qualità e quindi con difficili sbocchi di mercato.

A proposito di ruoli a servizio della conservazione di scelte sbagliate e dannose per la salute: anche Cgil Cisl Uil sembra che sentano più i condizionamenti politici e corporativi in difesa dell'esistente, che la responsabilità e la curiosità di approfondire proposte diverse, che - oltre ad essere meno costose della costruzione di nuovi inceneritori - porterebbero anche ad un aumento dell'occupazione assai più consistente di quanto è possibile con gli inceneritori.
Inutile parlare della destra berlusconiana, perchè da quelle parti può venire solo qualche dichiarazione strumentale che non cambia una linea generale che, a livello nazionale, è tutta dalla parte della proliferazione degli inceneritori.
Anche nella coalizione politica di Prodi, L'UNIONE, ci sono forze politiche che (in particolare DS e MARGHERITA) non recepiscono le motivate preoccupazioni per la salute derivanti dagli inceneritori e sono in forte ritardo, anche culturale, nel recepire e approfondire le novità che vengono da altri paesi, cioè per gli impianti per il trattamento a freddo dei rifiuti (e, anche sulla raccolta differenziata, sembra quasi che abbiano timore di approfondire quanto ha realizzato il Consorzio Priula in provincia di Treviso e quanto propone, per fare un solo esempio, la Scuola Agraria di Monza: ma, chi ha steso il PROGRAMMA DI GOVERNO, qualcosa di positivo sembra che abbia recepito (vedi di seguito).
Può darsi che siano solo parole e impegni generici, ma - almeno nelle parole scritte - sembra che siano più vicine alle proposte innovative che a quelle retrograde dell'incenerimento.

Insomma, per il cambiamento, possiamo far conto soprattutto sulla volontà di "quelli che stanno in basso": con una crescente partecipazione alla protesta possiamo proporci di far accettare (alla Regione, alle Province e agli Ato) un confronto serio sulle proposte alternative per il trattamento dei rifiuti.
Per queste ragioni - a mio parere - chi vuole davvero il cambiamento, non delega ma partecipa in prima persona e contribuisce a sollecitare la più ampia partecipazione.

Giuliano
P.S. - Segue:
- Piattaforma della manifestazione di sabato 28 gennaio, ore 15, a Firenze
- Parti prelevate dalla prima bozza del programma di governo de L'UNIONE, in corso di definizione e approvazione, dopo una consultazione che ci sarà nelle prossime settimane.
- Comunicato stampa dell'Arci di Prato, di adesione alla manifestazione del 28 gennaio.
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Piattaforma della Manifestazione del 28 gennaio 2006

L' INCENERIMENTO DEI RIFIUTI È UNA SCELTA SBAGLIATA,
COSTOSA, NOCIVA
E CHE NON INCORAGGIA LE SOLUZIONI ALTERNATIVE POSSIBILI,
TUTTE PIÙ PULITE ED EFFICACI
FIRENZE SABATO 28 GENNAIO 2006
MANIFESTAZIONE - CORTEO
ORGANIZZATA DAL
"COORDINAMENTO DEI COMITATI POPOLARI DELLA PIANA
DI FIRENZE, PRATO, PISTOIA"

CONTRO L'INCENERIMENTO DEI "RIFIUTI"
NO ALLE NOCIVITÀ AMBIENTALI E SOCIALI
PER LA DIFESA DELLA SALUTE

Noi comitati popolari e organizzazioni di base ci siamo battuti in questi anni, insieme alle popolazioni e alle associazioni ambientaliste, contro l' incenerimento e l'attuale nociva gestione dei rifiuti.
Noi siamo quindi portatori di un interesse generale fondato sulla difesa della salute collettiva e delle relazioni ecologiche, sull' avvio di produzioni pulite e a basso utilizzo di materia e di energia, sul ricorso a fonti energetiche rinnovabili, un interesse generale che richiede una svolta radicale nell'attuale modo di pianificazione dello smaltimento dei rifiuti;
Noi non siamo mossi quindi da un interesse particolare ed egoistico, se non quello sacrosanto della difesa della nostra salute, ma dalla consapevolezza dei rischi degli attuali sistemi produttivi e tecnologici e della irreversibile degradazione delle riserve naturali. Chiediamo perciò ai Comuni, alle Province e alla Regione Toscana un impegno forte e risoluto nella direzione della rinuncia definitiva a nuovi impianti di incenerimento, della dismissione in tempi certi di quegli attualmente in funzione, e per il risanamento della piana Firenze, Prato, Pistoia.

1) Noi chiediamo, in sintonia con le migliori pratiche di buona amministrazione, sempre più numerose in Italia e all'estero, che la gestione del problema faccia perno sulla condivisione della responsabilità, consapevoli che i rifiuti non sono una piaga inevitabile ma l'effetto di cicli produttivi distruttori di materia ed energia, di condotte e comportamenti errati e distorti; sono una questione che chiama tutti, cittadini, imprese e amministrazioni a concorrere, ciascuno nel proprio ambito, alla assunzione di condotte responsabili nella consapevolezza che occorre uscire definitivamente da una logica di consumo e distruzione di risorse, o non si riuscirà più a gestire il problema rifiuti.

2) Noi sappiamo con la libera comunità scientifica e più responsabile che
"l' incenerimento degli RSU è, fra tutte le tecnologie, la meno rispettosa dell' ambiente e della salute per l'immissione sistematica e continua nell'atmosfera (di milioni di m3) di fumi, polveri fini (PM 10, PM 2,5, PM 0,1) e nanoparticelle costituite da innumerevoli sostanze chimiche estremamente pericolose, perché persistenti ed accumulabili negli organismi viventi sia in forma diretta che attraverso la catena alimentare quali: metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine e furani (www.isde.it).

3) Noi sappiamo che è prioritario pensare agli effetti sugli esseri umani più fragili, perché già malati, o più suscettibili come bambini, donne in gravidanza, anziani, con un rischio che non è solo riferibile ad una maggiore incidenza di tumori (già segnalata), ma anche ad altre problematiche quali: incremento di patologie che automaticamente comportano un aumento di ricoveri ed anche di mortalità per cause respiratorie e cardiocircolatorie, alterazioni endocrine, immunitarie e neurologiche.

4) Noi sappiamo che in problematiche così importanti e complesse devono sempre essere privilegiate le scelte che si ispirano al "principio di precauzione", alla tutela e salvaguardia della salute e dell'ambiente, consci che la nostra salute e quella delle future generazioni è ad esso indissolubilmente legata come le drammatiche esperienze su amianto, benzene, piombo e polveri fini dovrebbero averci insegnato (www.isde.it), e la vicenda dell'inceneritore di S.Donnino dovrebbe averci insegnato.

5) Noi affermiamo che è dunque ingiustificabile, dal punto di vista sanitario, economico e ambientale, la realizzazione di ogni nuovo impianto di incenerimento nella piana di Firenze - Prato - Pistoia come altrove. Non tranquillizzano affatto le tecnologie dei nuovi inceneritori (cosiddetti termovalorizzatori ) che non riescono ad intercettare le polveri sottili, proprio quelle che, per comune valutazione del mondo scientifico, hanno effetti ancora più gravi sulla salute umana, perciò l'asserzione di miglior BAT (Miglior Tecnologia Disponibile) non è sinonimo di SICUREZZA PER LA SALUTE DEI CITTADINI

6) Noi diciamo che la piana Firenze - Prato - Pistoia -a causa dell'avanzato processo di degrado sanitario, ambientale e territoriale, - ha bisogno di urgenti bonifiche e di migliori politiche.
La piana è stata costretta a perdere nel tempo la sua identità diventando un "territorio anonimo e congestionato", destinato solo al consumo di beni e ad accogliere infrastrutture a forte impatto ambientale e sanitario: aeroporto, autostrade, digestore dei liquami, discarica di case Passerini e di Casalguidi, inceneritori pubblici (Selvapiana (Fi), Baciacavallo (Po), Montale (Pt)) e privati che hanno già provocato danni sanitari, vivaismo con il suo carico inquinante di fertilizzanti chimici e diserbanti, etc.

7) Il Coordinamento dei comitati popolari della piana Firenze, Prato, Pistoia ritiene, insieme a oltre 130 medici di base che hanno sottoscritto un documento basato sulla prevenzione sanitaria e sul principio di precauzione, insieme alle RSU dei lavoratori della piana, insieme a molte associazioni ambientaliste e naturalmente insieme a molti studiosi del problema, che gli impianti di incenerimento non abbiano più motivo di essere costruiti.
La stessa VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) commissionata dalla Provincia di Firenze per la piana fiorentina descrive un quadro allarmante rispetto alla situazione sanitaria.

8) Noi diciamo che le soluzioni che abbiamo avanzato - i nostri SÌ - peraltro già proposte nel contro piano di smaltimento presentato alla Provincia di Prato, rendono praticabili da subito l'avvio di sistemi alternativi all'incenerimento e la promozione di nuovi settori industriali: della riduzione, del riutilizzo e del riciclaggio dei rifiuti, delle energie rinnovabili pulite, creando così anche nuova occupazione.

9) Le nostre proposte di gestione dei rifiuti senza far ricorso all'incenerimento si basano su esperienze ormai consolidate e sono arrivate fino a formulare piani di gestione alternativi, come quello consegnato nel giugno del 2005 alla amministrazione provinciale di Prato.

10) Noi rivendichiamo come non delegabile il nostro diritto a decidere sulla nostra salute e sulle scelte che su di essa gravano: abbiamo delegato amministratori a gestire i nostri beni ma non ad essere padroni dei nostri corpi.

In questa situazione
° Il Governo centrale considera i rifiuti non biodegradabili come fonte energetica rinnovabile, in violazione delle direttive comunitarie, in modo da poter usufruire degli incentivi (Certificati verdi) senza i quali gli inceneritori non sarebbero economicamente convenienti. Diciamo no alla considerazione dei rifiuti come fonte rinnovabile e aderiamo alla campagna promossa dalla Rete nazionale Rifiuti Zero e da Greenpeace Italia per dire no a questa decisione assunta dal governo italiano in aperta violazione delle norme comunitarie; sosteniamo conseguentemente la Petizione popolare per bloccare gli incentivi all' incenerimento dei rifiuti.

° In Toscana, previsioni e strategie delle aziende di igiene urbana e di gestione dei rifiuti stimano di dedicare, tra gli investimenti all' impiantistica e ai servizi per la gestione dei rifiuti da effettuare da oggi al 2008, 490,63 milioni di euro all'incenerimento che sono la gran parte delle risorse per la gestione dei rifiuti. Questi numeri evidenziano come l'incenerimento sia assunto come modo principale di trattamento dei rifiuti ed entrano in aperta contraddizione con quanto affermato dall'Assessore all'Ambiente della regione Toscana che intende raggiungere entro il 2010, il 15% di riduzione dei rifiuti e il 55% di raccolte differenziate, orientandosi così decisamente verso la strategia del riutilizzo e del riciclaggio. Chiediamo al presidente delle giunta regionale Claudio Martini: qual è la strada scelta dalla regione Toscana?

° La regione Toscana detiene il non invidiabile primato della più alta produzione procapite di rifiuti: 700 kg/abitante/anno. È noto, e viene confermato anche da ARRR, CISPEL, Regione, che tale primato (la media nazionale è di 524 Kg./abitante/anno) deriva dal forte tasso di assimilazione agli urbani dei rifiuti industriali, del terziario ed agricoli. In questa maniera il servizio pubblico tratta, a spese di tutti gli abitanti, i rifiuti delle imprese; ed inoltre confonde i flussi delle diverse tipologie di rifiuti, principale ostacolo questo al loro riutilizzo, indirizzando gli stessi alla produzione di CDR (combustibile derivato da rifiuti) con alto potere calorifico, ottimo "carburante" per gli inceneritori. Il servizio pubblico così sottovaluta l'alta nocività del CDR, in special modo quando nei propri composti vi sono le fibre acriliche e sintetiche dei tessuti pratesi che contribuiscono ad immettere nell'atmosfera una maggiore concentrazione di dannose micro & nanoparticelle di metalli pesanti.

° Da alcuni anni il potere degli affari e cospicui interessi industriali stanno condizionando pesantamente il mondo accademico e quello istituzionale facendo digerire perfino nei nomi la utilità dei nuovi impianti incenerimento , chiamati termovalorizzatori, così falsificando perfino il loro significato energetico. Le Amministrazioni pubbliche appaiono ancora sorde a un confronto serio con cittadini , comitati e associazioni che propongono alternative sostenibili, e non mostrano di essere disponibili a mettere in gioco strategie che hanno già preventivamente concordate fra le strutture burocratiche e le Aziende, senza un reale riscontro democratico.

Per questi motivi
. diciamo NO alla indiscriminata assimilazione dei rifiuti provenienti dalle attività produttive che devono seguire il percorso del riutilizzo nei cicli produttivi
. Diciamo NO all'incenerimento dei Rifiuti Urbani ed al conferimento di Rifiuti non trattati nelle discariche come forma alternativa alla "Cronica Emergenza in tema di Rifiuti"
. Diciamo NO a Nuovi Impianti di Incenerimento dovunque previsti e quindi anche nella Piana Fi-Po-Pt e chiediamo tempi CERTI per la chiusura degli inceneritori esistenti in Toscana: Selvapiana (Fi), Baciacavallo (Po) e Montale (Pt), per quanto riguarda la piana Firenze, Prato, Pistoia.
. Diciamo SÌ a nuovi piani alternativi di gestione rifiuti senza il ricorso all'Incenerimento
. Diciamo SÌ a incentivare le filiere industriali del riutilizzo, del compostaggio e del riciclaggio.
. Diciamo SÌ all'avvio di RACCOLTE DIFFERENZIATE CREDIBILI e quindi il Porta a Porta su tutto il Territorio
. Diciamo SÌ ad una TARIFFA PUNTUALE che premi chi produce meno rifiuti e più differenzia e NO ad una tariffa per finanziare gli impianti di incenerimento.

TUTTE E TUTTI A FIRENZE SABATO 28 GENNAIO PER RIAFFERMARE
IL NOSTRO DIRITTO ALLA SALUTE E AD UN AMBIENTE PIÙ VIVIBILE
Troviamoci alle ore 15 in Piazza Bambine e Bambini di Beslam
(davanti all'ingresso della Fortezza da Basso)

I promotori
Il sito è www.noinceneritori.org
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Frasi tratte dalla prima bozza di 274 pagine del PROGRAMMA DI GOVERNO de L'UNIONE (quella scritta da Papini e ancora da approvare)

"Quanto alle "nuove fonti rinnovabili" (eolico, biomasse, fotovoltaico, solare a concentrazione, solare termico, idroelettrico di piccola taglia , geotermia), vogliamo nell'arco della legislatura siano almeno raddoppiate, in modo da giungere al 2011 al 25% di produzione elettrica da rinnovabili.
A tal fine, applicando correttamente le direttive comunitarie e utilizzando le migliori esperienze europee, si potrà rivedere il sistema d'incentivazione delle fonti rinnovabili e favorire il passaggio dai certificati verdi a tariffe certe, incentivanti per un numero definito di anni, differenziate per le diverse fonti."

"Una particolare attenzione è riservata dal nostro programma alle politiche per i rifiuti.
La riforma del settore avviata nel 1997 sta portando producendo buoni frutti, anche se permangono ritardi nella sua attuazione, in particolare nel Mezzogiorno, dove le gestioni Commissariali non hanno prodotto i risultati attesi.
Il passaggio dalla tassa alla tariffa è stato continuamente rinviato con proroghe; i Comuni che applicano volontariamente la tariffa sono passati da 200 (con 2 milioni di abitanti) nel 2000 a 564 (con 9,8 milioni di abitanti ) nel 2004.
La gestione dei rifiuti inerti (circa 30 milioni di tonnellate annue) e di quelli industriali, speciali e pericolosi (circa 15 milioni di tonnellate annue) resta problematica.
Nonostante la diffusione di attività di recupero e riciclaggio la pratica dell'abbandono degli inerti da demolizione è ancora diffusa mentre i rifiuti industriali, soprattutto quelli pericolosi, sono non di rado oggetto di traffici illeciti e coinvolgono spesso la criminalità organizzata, le cosiddette ecomafie. Queste illegalità hanno contribuito ad aggravare il quadro dei siti contaminati nel nostro Paese, rendendo più gravosa la necessaria opera di bonifica."

"In questo quadro, noi crediamo nella necessità di:
- garantire il principio di prossimità e responsabilità territoriale nella gestione dei rifiuti solidi urbani, attribuendo priorità alla prevenzione, al riuso ed al riciclo dei materiali;
- affermare il principio di responsabilità dei produttori e dei consumatori nella riduzione dei rifiuti e nella loro gestione sostenibile(riuso, riduzione degli imballaggi, diffusione dei beni alla spina, forme di deposito cauzionale, etc.); in particolare, promuovere la riduzione della produzione dei rifiuti attraverso innovazioni di processo e politiche integrate di prodotto;
- promuovere la partecipazione dei cittadini e del sistema delle autonomie locali alle politiche per la gestione dei rifiuti, anche al fine di superare le gestioni commissariali d'emergenza;
- assicurare con incisivo indirizzo pubblico ed adeguati controlli la legalità, l'economicità e l'efficacia delle gestioni, con un elevato livello di tutela della salute e dell'ambiente;
- dare impulso alla bonifica dei siti contaminati applicando il principio - ormai assorbito dal diritto comunitario - del "chi inquina paga";
- per i rifiuti urbani, applicare la tariffa puntuale assicurando per i materiali conferiti in maniera differenziata una tariffa premiale inferiore e promuovere le buone pratiche e le migliori esperienze realizzate quali sistema di raccolta domiciliare, la raccolta della frazione organica, la realizzazione delle isole ecologiche; estendere le tipologie dei materiali da raccogliere in maniera differenziata come ad esempio quelli elettronici.
- per i rifiuti speciali, promuovere la separazione dei materiali risultanti da attività di costruzione e di demolizione evitando la miscelazione dei rifiuti pericolosi con altri, e sostenere il mercato dei beni realizzati con materie riciclate (campagne informative, acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni, etc.)."
........................................
COMUNICATO STAMPA ARCI PRATO

L'ARCI di Prato aderisce alla manifestazione del 28 gennaio a Firenze indetta dal coordinamento dei Comitati popolari della Piana Firenze - Prato - Pistoia per ribadire, ancora una volta, "che l'incenerimento dei rifiuti è una scelta sbagliata, costosa e che non incoraggia le soluzioni alternative possibili, tutte più pulite ed efficaci".
L'ARCI ricorda, inoltre, che LUNEDI' 9 GENNAIO una delegazione dell'associazione, guidata dal presidente Paolo Bianchi, ha incontrato il sindaco di Prato Marco Romagnoli. Al centro del confronto è stata la valutazione di nuovi piani di gestione dei rifiuti che escludano il ricorso all'incenerimento. In particolare, l'ARCI ha fornito al Sindaco un'ampia documentazione tecnico-scientifica riguardante la 'GESTIONE A FREDDO DEI RIFIUTI' dalla quale si rileva che essa è assai meno 'impattante', sotto il profilo sanitario e ambientale (nonché dei costi), della scelta inceneritorista.
Il Sindaco ha accolto l'invito affinché siano presi, al più presto, contatti con le realtà dove sono attivi gli impianti 'a freddo' e ad incontrare nuovamente l'ARCI, insieme ai rappresentanti e agli esperti dei Comitati che hanno elaborato un piano alternativo 'sostenibile'. Una disponibilità molto importante da parte del Sindaco della seconda città toscana in una fase nella quale la 'partita toscana dei rifiuti' sembra evolvere in direzioni, fino a poco tempo fa, impensabili: il riferimento è alla discussione in atto a livello regionale.
L'ARCI ribadisce che, al di là di ciò che la Regione Toscana annuncerà il prossimo 31 gennaio, deve continuare l'approfondimento sull'impiantistica alternativa agli inceneritori.

ARCI Nuova Associazione
Comitato provinciale di Prato
20 gennaio 2006
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