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Aihe: [NuovoLab] Marina Militare, le unità navali di nuova generazione
da PAGINE DI DIFESA (Testata giornalistica di politica internazionale e della
Difesa) in http://www.paginedidifesa.it/2006/bergamini_060124.html

Edoardo Magnone

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Marina Militare, le unità navali di nuova generazione

La Marina militare italiana, in collaborazione con la Marine nationale
française, ha in corso di realizzazione due importanti programmi di
progettazione, sviluppo e produzione di unità navali di nuova generazione. Tali
programmi sono relativi alle fregate tipo “Orizzonte” e alle fregate tipo
“Rinascimento” (Fremm, Fregate Europee Multimissione).
I più importanti compiti che devono assolvere le unità di nuova generazione
sono: antisommergibile; scoperta, localizzazione e identificazione dei bersagli
aerei e di superficie a grande distanza; aggiornamento continuo della situazione
tattica attraverso l’impiego di sistemi di comando e controllo avanzati e
interoperabili; ingaggio dei bersagli a grande distanza impegnando le unità
nemiche con missili antinave e cannoni a lunga distanza; autodifesa e difesa a
medio raggio contro attacchi aerei e missilistici; operazioni elicotteristiche
di supporto. L’impiego delle unità è quindi caratterizzato da una grande
flessibilità operativa.

La Marina militare italiana, in accordo con quella francese, ha previsto di
realizzare, nell’ambito del programma Rinascimento-Fremm, dieci unità. Di
queste, quattro con elevate caratteristiche antisommergibile (Asw,
Anti-submarine warfare) capaci di: scoprire, localizzare e neutralizzare
sommergibili nemici; controllare aerei e unità navali amiche interessate alla
azione in atto; essere molto silenziose. Le rimanenti sei unità con
caratteristiche “polivalenti” (Gp), capaci, oltre a quanto previsto per le
prime quattro, di assicurare il proprio contributo a operazioni di sbarco,
fornendo supporto di fuoco dal mare anche in profondità e sostegno di truppe e
mezzi speciali.

Per quanto riguarda le fregate tipo Orizzonte, è prevista la costruzione di
quattro unità: due italiane e due francesi. Le due unità italiane si chiamano
Andrea Doria e Caio Duilio. Verrà così simbolicamente ricostituita la Quinta
divisione navale – formata dalle due omonime corazzate - che fu il cuore
operativo della Seconda squadra navale, che dal 12 gennaio 1942 al 6 gennaio
1943, assicurò, in un momento particolarmente importante e difficile, i
rifornimenti e i rinforzi alle truppe italiane dislocate in Libia effettuando,
con esito positivo, la scorta di molti convogli.

L’Andrea Doria è stata varata il 14 ottobre 2005 (varo ‘disturbato’ da una
protesta sindacale) e dovrebbe entrare in servizio nei primi mesi del 2008. La
Caio Duilio è in fase avanzata di costruzione e il varo dovrebbe avvenire a
fine 2006. Le due unità sono state recentemente riclassificate
“cacciatorpediniere” in quanto hanno un dislocamento di 7.000 tonnellate e una
lunghezza “fuori tutto” di 153 metri. Entrambe le unità dovrebbero entrare in
Squadra nel 2010. Potranno così sostituire i due “Audace” che sono stati già
ritirati dal servizio. La Marina militare disporrà quindi di quattro
cacciatorpediniere: Durand de la Penne, Mimbelli, Doria e Duilio. I due caccia
classe “de la Penne”, potranno pertanto essere sottoposti a lavori di
ammodernamento e lasciare il servizio nel 2015-2016 quando entreranno in
Squadra le prime due “Rinascimento”.

Per quanto riguarda le fregate “Rinascimento”, si prevede la costruzione di 27
unità, dieci italiane e 17 francesi. L’Italia realizzerà una prima serie di sei
unità che costituiranno la “classe Bergamini”. Prossimamente saranno passati gli
ordini per la prima delle due unità di tale classe: la prima porterà il nome
“Carlo Bergamini” e la seconda dovrebbe essere intestata al comandante “Carlo
Margottini”. La legge finanziaria 2006 ha previsto stanziamenti idonei
all’avvio del programma, con la costruzione delle prime due fregate. La Marina
militare potrà quindi rendere operativo il contratto di produzione con la
società Orizzonte Sistemi Navali (51% Fincantieri, 49% Finmeccanica). Le
fregate italiane saranno costruite nei cantieri di Riva Trigoso e Muggiano.

Le fregate Rinascimento dispongono di un sistema di combattimento ad
architettura di tipo federato: un cannone (solo Gp) Oto-Melara Lw da 127/64 mm,
sistemato verso prora; due cannoni (uno per Gp) Oto-Melara 76/62 mm. a tiro
super rapido facenti parte del sistema antimissile Lds, sistemati sul cielo
dell’hangar per elicotteri (Gp e Asw); due missili antiaerei Aster 15 sistemati
in pozzi ubicati tra il cannone prodiero e la plancia comando; otto lanciatori
per missili superficie-superficie Teseo sistemati tra il Torrione
multifunzionale e l’albero al centronave; due armi Oto-Melara Oerlikon Kba da
25/80 mm, sistemati ai lati del Torrione, in funzione antibarchino; due
lanciasiluri binati (Asw) o trinati (Gp), sistemati per madiere a centro nave;
due elicotteri NH-90 oppure un NH-90 e un EH-101 dotati oltre che del siluro
leggero MU-90 di Eurotorp, anche di missile antinave Mbor-Marte MK 2/S; due
lanciatori del sistema Slat a 12 cellule, prodotti dal consorzio Euroslat.

La dotazione elettronica sarà sistemata sul Torrione multifunzionale e sarà
costituita da radar di ricerca di superficie e aerea 2D in banda IJ Rass
prodotti da Alenia Marconi Systems, particolarmente efficiente anche nella
ricerca di bersagli che volano a pelo d’acqua (missili antinave tipo sea
skimming) e che ha quattro possibilità di funzionamento che gli consentono
anche di osservare – quando esistono particolari condizioni atmosferiche e
meteo-marine – bersagli che si trovano oltre l’orizzonte, sfruttando “l’effetto
condotto”. Sulla sommità del torrione sarà installato il radar multifunzionale
3D tipo phased array in banda C Ams Empar, sotto di esso sarà sistemato un Iff
Ams. Per le comunicazioni saranno installati i sistemi forniti dalla Thales
–Marconi Selenia Communications, unitamente a quelli della Ads France.

Sono previste due direzioni del tiro, una sul cielo della plancia comando e la
seconda a poppa, sul cielo dell’hangar per ricovero elicotteri e dietro il
cannone Oto-Melara 76/64, e costituiscono l’Ilds (Inner Layer Defence System),
che sarà abbinato al sistema Dwalu (Dual Weapon Assignment Logic Unit). Il
Dwalu è costituito essenzialmente da un computer che, tenendo presente il tipo
di attacco e la direzione di provenienza, indica quali armi dovranno essere
impiegate.

La propulsione dovrebbe essere del tipo Codlag (Combined Diesel eLectric and
Gas) su due assi. L’organo principale sarà una turbina a gas (Tag). Vi saranno
inoltre due motori elettrici alimentati da quattro diesel. La Tag prescelta è
quella della General Electric - Avio Lm-2500 + Enhanced da 42 Mw. La velocità
massima sarà di circa 27 nodi, mentre quella silenziosa – usando i motori
elettrici – sarà di 15.5 nodi. Inoltre è stato previsto un propulsore azimutale
retrattile che consentirà di rientrare in un porto amico, alla velocità di sette
nodi, qualora si dovesse verificare il fermo dell’apparato propulsore
principale. L’autonomia è di 6.000 miglia a 15 nodi oppure di 55 giorni.

Le eliche saranno a passo variabile. Per quanto riguarda rollio e beccheggio, è
previsto un sistema di stabilizzazione attraverso l’uso dei timoni
(rudder-roll). L’equipaggio sarà costituito da 145 persone; gli alloggi però ne
potranno ospitare 165, per tener conto dell’eventuale imbarco di un comando
complesso, nonché di truppe speciali. Il dislocamento a pieno carico sarà di
5.750 tonnellate ma con possibilità di aumento. Lo scafo avrà una lunghezza
fuori tutto 139 metri e una larghezza 19 metri.

Le fregate Rinascimento sono unità da guerra con un elevato grado di
flessibilità e automazione. Presentano delle importanti innovazioni da un punto
di vista tattico-operativo, anche rispetto alle Orizzonte e alle Renaissance
francesi e ancor più innovative rispetto alle Unng delle altre Nazioni. La
Fincantieri ha già avuto dei contatti interessanti con il Belgio, la Grecia e
la Germania, tanto che l’amministratore delegato della Società, Giuseppe Bono,
ritiene che possano prevedersi ordinativi esteri di almeno 40-50 unità.

Pier Paolo Bergamini, 24 gennaio 2006