VOLKSWAGEN: LA BENZINA ARRIVA DALLA PAGLIA
Il colosso tedesco si prepara a produrre bio-carburante dai prodotti di 
scarto dei campi coltivati. Arriverà sul mercato subito, entro il prossimo 
anno
Dopo la colza e altre strampalate idee arriva la benzina dalla paglia. Il 
caro petrolio stuzzica l'ingegno, ma qui non si tratta di uno scherzo: il 
progetto è serissimo. D'altra parte la sfida dell'industria automobilistica 
oggi è quella di far viaggiare le loro vetture con carburanti rigenerabili 
stagione per stagione. Così la Volkswagen tedesca, la casa automobilistica 
che guida la classifica delle vendite in Europa occidentale, si prepara a 
produrre bio-carburante dai prodotti di scarto dei campi coltivati.
Al recente Salone dell'auto di Detroit, negli Stati Uniti, il presidente del 
consiglio di sorveglianza della VW, Bernd Pischetsrieder, ha annunciato che 
si sta esaminando la fattibilità economica della trasformazione di cellulosa 
in etanolo ed una decisione sarà presa entro aprile.
Insieme con la Shell e con Iogen, una impresa canadese del biotech, la casa 
di Wolfsburg progetta un impianto in Germania per la trasfomazione di 
cellulosa in etanolo da far entrare in funzione dal 2007. La località dove 
sorgerà non è ancora stabilita.
L'impresa biotecnologica canadese Iogen è specializzata nella produzione da 
bio-carburanti di seconda generazione, prodotti utilizzando l'intera pianta 
e non solo parti di essa, come avviene finora con la colza o le barbabietole 
da zucchero.
In questo modo la resa per esempio di un campo di colza si moltiplica. "La 
combinazione di bio-carburanti di seconda generazione con le più avanzate 
tecnologie di forza motrice e carburante porta ad un "salto quantistico"
in termini di tollerabilit` ambientale" ha detto Pischetsrieder a Detroit.
La Iogen adopera per la produzione di etanolo la paglia di mais ed altri 
cereali, che normalmente sono solo prodotti di scarto della produzione 
agricola a base di cellulosa. Già con la tecnologia motoristica attuale il 
carburante tradizionale può essere mischiato con un dieci per cento di 
bio-carburante, secondo il capo della VW. Secondo le sue indicazioni può 
essere usato da subito nelle automobili esistenti con un taglio del 90% 
delle emissioni di
CO2 (anidride carbonica, il principale gas serra presente nell'atmosfera
terrestre) rispetto ai carburanti tradizionali.
I costruttori di auto sono molto interessati a carburanti alternativi, da 
una parte perchi i consumatori richiedono in modo crescente alternative ai 
carburanti "fossili" sempre più cari, dall'altra a causa delle pressioni 
dell'Unione europea sull'industria. I produttori possono rispondere alle 
future richieste dell'Ue solo con un "approccio integrato comprendente 
tecnologia motoristica, caratteristiche del carburante, ma anche il 
comportamento del consumatore", afferma Pischetsrieder.
L'UE vuole forzare gradualmente un maggior uso dei bio- carburanti. La 
Commissione di Bruxelles ha recentemente reso noto che nel 2005 non è stata 
raggiunto l'obiettivo del due per cento di bio-carburante consumato su scala 
europea, un obiettivo raggiunto invece in Germania. Entro il 2010, la quota 
di carburante bio nell'UE dovrebbe arrivare a circa il 6%.
Ci sono alcuni segnali che confermano la ripresa dell'interesse ai 
carburanti rigenerabili dopo l'impennata dei prezzi del petrolio 
degll'ultimo anno:
ad agosto scorso la multinazionale del petrolio britannico-olandese Shell ha 
acquisito una partecipazione nell'impresa produttrice di biocarburante 
Choren di Freiberg, in Sassonia. Shell e Choren vogliono costruire entro il 
2007 un impianto sperimentale con una capacit` di 15 mila tonnellate.
Anche la Choren ha sviluppato una tecnica per ottenere carburante diesel 
sintetico (lo chiamano Sundiesel, diesel solare) da scarti agricoli, legno o 
altro materie organiche. Questo Sundiesel è stato provato già con successo 
da Volkswagen e DaimlerChrysler, entrambi coinvolti nelle ricerche e 
nell'impianto pilota finora in funzione presso l'impresa sassone.
Repubblica, 14 gennaio 2006
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