Autore: quilicigianni Data: To: forumlucca Oggetto: [Forumlucca] CIRCOLO DEL CINEMA CICLO
giovedì 26 gennaio 2006
cinema Centrale - Lucca
ore 21.30
IL CIRCOLO DEL CINEMA DI LUCCA
presenta
Manderlay di Lars Von Trier
con Bryce Dallas Howard, Willem Dafoe, Isaach De Bankolé, Lauren Bacall.
Danimarca-Svezia-Olanda-Francia-Germania 2005. Dur: 139'.
Seconda tappa della trilogia americana di Lars Von Trier dopo Dogville. Cambia la protagonista, ma non l'impostazione scenica e drammaturgica.
La storia: mentre sta tornando in città col padre gangster, la nostra Grace finisce in un paese, Manderlay, dove i neri sono schiavizzati dai bianchi...
Manderlay è declamatorio, schematico, provocatorio, denso, moralista, scorretto, scomodo come sempre von Trier. Macchina a mano e stacchi da cinema verità, il regista danese demolisce l'illusione degli Stati Uniti come il migliore dei mondi possibili. Belli i titoli di coda fotografici.
giovedì 2 febbraio 2006
Les amants réguliers di Philippe Garrel
con Nicolas Bridet, Luis Garrel, Mathieu.
Francia 2005. Dur: 178'
Il '68 tra barricate,manifestazioni, amori, teoria, prassi...
Premiato a Venezia per la migliore regia e la strepitosa fotografia in bianco e nero di William Lubtchanski, "Les amants réguliers - scrive Aldo Fittante- è il cinema che non c'è più e che non c'è mai stato, che solo gli autori totalmente svincolati dal mercato possono avere, possedere, dominare. Ammazza-pubblico? Certo, per chi ormai è completamente ripiegato sui ritmi "vertiginosi" dei blockbuster, questi sì autentici assassini del pensiero e delle complicità. La finzione nei film di Garrel è una romantica superstizione. E' il dolore che si fa poesia ed è la poesia che contrasta l'omologazione. Anche nella scelta dei due magnifici volti, tutto deve essere -non sembrare- bello, perché oltre alla ricchezza, bisognerebbe ridistribuire la bellezza"
giovedì 9 febbraio 2006
Il sole di Aleksandr Sokurov
con Issey Ogata, Robert Dawson, Kaori Momoi.
Italia-Francia-Russia-Svezia 2005. Dur: 107'.
Dal TorinoFilmFestival uno dei film più misteriosi e affascinanti del 2005: Il sole.
E' il film sull'imperatore giapponese Hirohito, dopo Moloch (su Hitler) e Taurus (su Lenin).
Hirohito viene descritto nell'arco dei pochi giorni in cui, da imperatore, diventa uomo: il Giappone è ormai sconfitto e, per la prima volta, egli parla alla radio al suo popolo ...
Feroce ritratto di un potente in mutande. Il film è formalmente magnifico. La fotografia plumbea dello stesso Sokurov è bellissima, e il protagonista -il giapponese Issey Ogata- è al di là di ogni elogio. Resta il fatto che Hirohito era un dittatore spietato e un compagno di merende di Hitler: questo, nel film, non c'è.
giovedì 16 febbraio 2006
Mary di Abel Ferrara
con Juliette Binoche, Forrest Whitaker, Matthew Modine.
Italia-Francia-USA 2005
Tre storie, tre ossessioni, tre persone. Marie, un'attrice che resta ingabbiata nella parte di Maria Maddalena; Tony, un regista presuntuoso e arrogante; Ted, un giornalista televisivo, completamente assorbito dal suo stile di vita metropolitano.
Girato con uno stile avvolgente e sinuoso, Mary è un flusso ininterrotto, narrativo e di coscienze, dove le rotture e le crisi si rincorrono da Gerusalemme a New York, da una sala cinematografica ad uno studio televisivo, a una sinagoga. Più bello nella parte newyorkese, notturno e macerato dalle luci, Mary ha la forza compatta e tormentosa che non si arresta mai.
In collaborazione con il CIrcolo Jazz di Lucca
e con il DAMS di Bologna
giovedì 23 febbraio 2006
Bird Now di Marc Huraux
con documenti su Charlie Parker. USA 1987. 70'. Lingua italiana. Proiezione in DVD.
Charlie Parker parte da Kansas City verso Chicago con una valigia e un sax, e arriva a New York con un clarinetto e una reputazione. Nasceva il bebop.
Bird Now è considerato una delle migliori ricostruzioni della turbolenta carriera di Charlie "Bird" Parker. L'America nera negli anni '40 viene evocata nella New York della fine degli anni '80 in tutti i suoi aspetti: da Harlem al Bronx, da Bowery a Brooklyn, nell'atmosfera tumultuosa che regna fra la metropoli e i suoi ghetti.
Nella fluidità del jazz stesso, la realtà del film/documentario è intramezzata da sequenze di fiction.