Medici obiettori al porto d'armi
http://www.nonviolenti.org/content/view/445/2/
Il Comitato Medico Scientifico dell'AVI (Associazione Vegetariana Italiana)
rivolge un appello a tutti i medici affinchè neghino il certificato di idoneità
per il porto d'armi a tutti coloro che lo richiedono e che non lo necessitano
per attività lavorative.
L'Associazione Vegetariana Italiana è nata nel 1952 sotto il segno della
nonviolenza.
Aldo Capitini ne è stato il fondatore e ha voluto dare a questa associazione un
impulso che va ben oltre la scelta di non cibarsi di violenza e di sofferenza.
Pochi conoscono la scelta vegetariana come parte di un di-segno che vede nella
nonviolenza la sua origine e il suo sviluppo. Noi vegetariani abbiamo una lunga
storia di battaglie per i diritti civili, per l'ambiente e per il riconoscimento
del diritto alla vita di chi ha avuto la sola colpa di nascere nonumano.
Fedeli alla tradizione della nonviolenza e del rispetto di tutti gli esseri
viventi i membri del Comitato Medico Scientifico dell'Associazione Vegetariana
Italiana si fanno promotori di un'iniziativa che vuole coinvolgere tutti i
colleghi in una battaglia di civiltà, di amore e di rispetto.
Rivolgiamo questo appello a tutti i medici e proponiamo loro di farsi promotori
e sottoscrivere la campagna Obiezione di coscienza al rilascio di certificati
per il porto d'armi.
In una percentuale elevata di casi chi ha un'arma, la utilizza per scopi diversi
da quello per cui la possiede. Molti utilizzano il fucile per uccidere gli altri
animali in nome di uno sport chiamato caccia e a volte l'arma da difesa diventa
arma di offesa rivolta verso il coniuge, il figlio, il parente, il vicino,
scatenando tragedie orren-de.
Da un punto di vista numerico, con riferimento ai dati del 2001 si è calcolato
che si verifica un incidente mor-tale sul lavoro circa ogni 3.500.000 giornate
lavorative e almeno un incidente mortale di caccia ogni 550.000 giornate di
caccia. Dal rapporto fra tali cifre risulta che le morti per caccia sono il sei
volte e mezzo in più rispetto a quelle sul lavoro.
Se ancora confrontiamo il dato sulla caccia rispetto agli incidenti d'auto, dove
vi è un incidente mortale ogni 634.658 "giornate di guida", si vede che la
caccia ha una frequenza del 15% in più di incidenti mortali.
Ogni giorno i giornali riportano notizie di omicidi e suicidi con armi
regolarmente denunciate.
Tutti noi siamo consapevoli di quanto possa essere pericoloso avere un'arma e di
come, in particolari mo-menti, i possessori possano essere indotti a utilizzarla
in modo improprio. Chi la possiede per "difesa" molte volte la usa per offesa.
Chi la usa per uno "sport" chiamato caccia e uccide ogni stagione poveri
innocenti esseri viventi può usarla anche verso un presunto ladro o verso la
moglie il vicino o chissà chi altro. Decine di migliaia di persone innocenti
ogni anno muoiono in Europa e nel mondo per mano di uomini che, con il porto
d'armi rilasciato da noi medici, hanno la licenza di uccidere.
La responsabilità che ha un medico quando rilascia questi certificati è
evidente.
Per questo motivo vi chiediamo di farvi promotori di questa iniziativa che
potrebbe sconvolgere il mercato delle armi e la cultura della violenza che è
insita in chi possiede un'arma.
Dichiariamoci obiettori al rilascio del certificato per il porto d'armi.
È un gesto semplice, ma al tempo stesso potente: rifiutare il certificato di
idoneità per il porto d'armi a tutti coloro che lo richiedono e che non lo
necessitano per attività lavorative (come ad esempio polizia, guardie giurate,
eccetera).
Chiediamo l'adesione a questa iniziativa a tutti: dai movimenti pacifisti, ai
movimenti cattolici per la vita, dal Papa, al Presidente della Repubblica, dai
Partiti, agli uomini di cultura, alle donne e agli uomini che vogliono la pace.
Forse da questo piccolo gesto, che ognuno di noi medici può e deve fare, può
nascere qualcosa di più grande che dia veramente una svolta ai movimenti per la
pace di qualunque colore essi siano.
Questo invito è rivolto soprattutto ai medici di famiglia, ma tutti i medici
possono e devono aderire anche se non sono parte attiva nel rilascio del porto
d'armi.
Medici primi firmatari:
Riccardo Trespidi, Ciro Aurigemma, Luciana Baroni, Stefano Cagno, Gabriele
Peroni, Leonardo Pinelli, Luciano Proietti
Con l'adesione di:
Associazione PeaceLink
Movimento Nonviolento